E bim, e bum e bam!
'Na faccia come una bistecca passata al pestacarne: una bella borsa sotto un occhio, color vinaccia e tonda come il culo del fiaschetto;
i due fanali ai lati del naso sono gonfi come un dente con l'ascesso, lo zigomo fracassato, mentre bende, garza e cotone sono a tenere assieme la zucca, su cui hanno bastonato senza pietà.
Spesso si sente minacciare in giro, durante un alterco: «Io ti spacco la faccia!»
Ecco: qui l'hanno fatto, e il muso ce l'ha messo Remigio...Remigio Radolli, di Cinisello, nella cintura del milanese, di professione gioielliere;
e quella era l'ennesima rapina, la classica violenza, inflazionata e noiosa, ma puntuale e brutale, come le tasse e la morte.
Questa volta però, siamo all'eccezione, allo strappo della regola, ad applicare detto che "Non sempre le ciambelle riescono con il buco", anzi, no: il buco c'è riuscito, ma nella carcassa di "Albània", che stavolta il piombo se l'è preso il rapinatore.
Remigio non ha difeso il territorio, la proprietà, il pane e il companatico, ori e allori, ma la pelle che, come sappiamo, è come la mamma: di quella e di questa ce n'è una sola!
- «Remigio, ma sei scemo?! La difesa deve essere rapportata all'offesa, mai eccedere. Quanti colpi c'hai sparato al povero "Albània"...sette, otto? Quasi l'hai accoppato!»
Mi par di vedere lo sbigottimento e la meraviglia del Remy:
- «Ma...ma...mi ha menato, era armato, aveva una pistola!»
Scontata la risposta del signor "Filosofia spicciola", quello che pontifica e sentenzia sulla pelle altrui:
- «Era finta. E poi, mica puoi ammazzare a destra e manca soltanto perché qualcuno ti ha dato qualche bottarella qua e la!»
E già: stavolta la pistola era finta, ma il calcio di quella sarebbe bastato a spaccare una testa, come fa lo schiaccianoci con il guscio.
- «Scusi, signor rapinatore: sa che lei è fuorilegge? Sulla punta dell'arma manca il tappino rosso, e io come faccio a sapere che è un giocattolo? Lo dico per il suo bene, che così è libero di bastonarmi, secondo copione».
Povero sfigato di "Albània", che non ha fatto in tempo a mostrare le terga; a nemico che se la squaglia non puoi impallinare le chiappe: all'aggressore che fugge, ponti d'oro, all'aggredito, ponticello con denti finti.
E bim, e bum e bam!
Tabaccai, orefici, baristi e polli da spenna in genere, hanno regole ferree: buscarle e soffrire in silenzio e, quando va male, morire con dignità, senza fare tante storie e cagnara.
Caro Remigio, guarda e impara da quelli che sono trapassati a miglior vita: accoppati, ma senza metterla giù dura;
o come marito, moglie e figlio, nel loro cascinale di Leini, paesotto a un ...tiro di schioppo da Torino: botte da orbi e pargolo all'ospedale, con emorragia al cervello e scatola cranica sfondata, ma con composta frattura e dignità.
E vuoi mettere,Enrico, Enrichetto Vescovi, nella centralissima Asiago, che eroicamente ha cercato di difendersi, ma evitando danni agli "Albània" di turno, incassando legnate equamente divise, in perfetta comunione di beni: metà a lui, il resto alla moglie.
Capito, Remigio: li devi sfiancare, prendere per sfinimento che, quando stanchi di maciullarti, gli cascano le braccia.
Come a noi.
E bim, e bum e bam, secondo legge, si, ma quella del menga e dei compagni...di merende!
Io, secondo me...19.04.2009'
domenica 19 aprile 2009
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