martedì 19 gennaio 2010

Agca nisciuno è fesso

- «...ccà nisciuno è fesso!»

Voglio credere e uso dire, all'occorrenza, che c'ho la faccia, ma non sono scemo;
in deroga a quanto, lascio correre il perder fiato quando davanti mi si para uno che, come si dice, è "fuori come un balcone" - nel senso che non ci stai troppo con il cervelletto - a meno che m'accorgo che mi sta prendendo per i fondelli, come il nostro Ali, l'Agca, il "lupo grigio" che il 13 maggio 1981 sparò a Papa Giovanni Paolo II, in piazza San Pietro.
Dopo 29 anni di galera il bischero è stato rilasciato dalle autorità turche, e subito ha cominciato a fingersi fuori di cozza con dichiarazioni talmente folli, da pazzia galoppante.
Forse che, non più protetto dalle massicce mura del carcere, vuole rassicurare i mandanti dell'attentato che se ne starà buonin buonino, muto come una tomba e che lo lascino campare?
- «Sono pazzariello...che volete...sono la vispa Teresa, tra l'erbetta a rincorrer al volo gentil farfalletta, per poi gridare 'L'ho presa! L'ho presa!'»
Come il nonnino con l'Alzheimer, fa tenerezza: non lo si vorrà mica abbattere come un cane?!
Campare però bisogna, e qualche fessacchiotto bisogna trovare pronto a scucire quel tanto di palanche per legare il pranzo con la cena.
- «Yuhu...c'è nessuno? C'ho tante cose da raccontare, per qualche milioncino di dollari o Euro!»
Ma come: fa il matto e poi cerca rogne e vuole parlare, accettando interviste in cui vuota il sacco?
Tutti gli si fanno attorno, spingono e si urtano pur di farsi largo, di arrivare a toccargli le vesti, ad abbeverarsi del santo verbo;
- «Eccolo, eccolo! Ora s'affaccia...silenzio, che parla: ora ci dice chi gli ha dato incarico di sparar pistolettate al Papa!»
Finalmente appare - ma che c'ha addosso, il maglioncino di Marchionne? - magro come un'acciuga, il viso scavato, i quattro peluchi in testa, che più che lupo pare topo, ma Gigio più che grigio.
- «Ssssss...fate silenzio, che l'infame sta finalmente per svelare tresche e scoprire gli altarini!»
La bocca prende la forma del culetto di gallina, nel mentre sforna l'ovetto di giornata.
- « Io proclamo la fine del mondo. Avverrà in questo secolo!»
E te credo! Appena farai i nomi scoppierà proprio quello: il finimondo!
Tutta l'Italia trema d'impazienza: dopo l'alzata di toga del Montanaro di Bisaccia, il Di Pietro, e la gonna della D'Addario, salterà fuori certamente ancora il nome dell'onnipotente prezzemolo: Silvio, il Berlusca, il mandante di Ali!
Di piombo ora non ci pensa più, ma a sparare continua, anche se cazzate.
- «Io sono il Cristo, incarnato e reincarnato!»
Dalla folla all'ammasso è tutto un cascar di braccia e s'alza un brusio di delusione e disapprovazione, quando la promessa e premessa di rivelazioni - di quel che si voleva gemellato con il pentito di mafia, "Gola Profonda" Spatuzza - fa cilecca, e dalla pistola esce stanghetta e bandierina, con scritto "Bum!";
- «Non sono figlio di Dio, ma il supremo servitore di Dio in eterno!»
All'unisono, dalla massa si leva in coro la risposta di Di Pietro e Grillo, camuffati da "tricoteuse", le magliare che, sotto la ghigliottina, sferruzzavano intanto che le teste recise scivolavano nel paniere.
- «No, tu sei un gran figlio di putt***»
Fortuna volle che il forte mormorare della folla indispettita coprisse il resto della frase.
- «...il Vangelo è pieno d'errori. Io riscriverò il vero Vangelo!»
Paraculo d'un Ali, che cerca d'arruffianarsi il mondo e i fratelli musulmani, compagni di merende del Muhammad Ammara, membro del Centro di ricerche islamiche dell'università di al-Azhar, definita "il Vaticano dell'islam", defecatio mentis di una subcultura che disprezza il prossimo, un parossismo di priapismo religioso che pensa solo d'essere unico a tenere le cose dalla parte del manico;
pure questi ce l'hanno con il Vangelo, dicendolo corrotto e falso, prodotto dalla schiumarola di racconti paragonati più ad orinali che orali.
"Uuuuh, che noia qui al bar, che noia la sera, la sera vedersi qui al bar. Che noia qui al bar [...] Ma per fortuna che c'è il Riccardo, che da solo gioca a biliardo, non è di gran compagnia ma è il più simpatico che ci sia", cantava il rimpianto Giorgio Gaber;
beh, a noi c'è rimasto solo una macchietta, l'Ali, che non gioca al biliardo, ma di palle le sa far girare, eccome;
ci rimane la consolazione di poterlo mandare affanculo, perché...

- «Agca nisciuno è fesso!»

O si?

Io, secondo me...19.01.2010