Una pompa da bicicletta: ce l'ho;
un vasetto...capita a fagiolo: ho appena finito quello della Nutella, barattolone da tre chili;
una cannetta...trovata!
Ora prendo il tappo...ci faccio tre forellini: al primo ci metto il tubo di gomma, e ci applico il gommino della pompa, con la valvola interna rovesciata, che deve aspirare, non soffiare;
all'altro buco, il tubo gommato, con all'estremità la cannula;
l'ultimo foro: il manometro, per misurare la giusta pressione giusta nel vaso, perché la giusta depressione che va a creare risucchi la schifezza di cui sbarazzarsi.
Più semplice di così...si muore.
Beh, il sistema sembra un poco casereccio, ma si spende nulla, rispetto al più costoso aspirapolvere domestico, anche se, con questo, sai quante ciucciate in più ci fanno!
Così pensava e faceva la Bonino, l'Emma, di Radicale stemma, oggi ancora ad aspirare: ieri feti, oggi poltrone, su cui poggiare l'augusto popò, premio e frutto per tanto andar di pompa.
E tanti - migliaia solo lei - di piccoli embrioni, ne ha fatti sparire così: dal produttore al consumatore, dalle tube di mamma al tubo di scarico;
ai fortunati, ai nati, che non hanno trovato sulla loro strada simili figuri, è stato dato grazia di vivere, bene o male, in disgrazia e in povertà o ricchezza e benessere, ma con una possibilità di giocarsi la vita, frutto delle proprie azioni e in virtù del libero arbitrio;
chi c'ha avuto un colpo di culo, può dire, sì, che di mamma ce n'è una sola.
Gli altri, le scartine, invece, che le.."Emmammane" erano troppe!
- «Ma non vorrete mica paragonare la mia alta tecnologia» sbotta la Bonino «con quelle megere, che rovistavano tra le gambe con il ferro da calza!»
Eggià, vogliamo mica mettere, il mostriciattolo che, invece d'essere uncinato, se ne va leggero: un pompino e via!
Quanta misericordia, che pietà, quale compassione, che bonina carità, quanto umano buon cuore, anzi, che onore, morire per mano di Emma, la lavatrice dei panni sporchi, la "levatrice centrifuga".
- «Quante volte, figliola? Quanto, la fetida pompa ha tolto il respiro, ai feti da pompa?»
Tanto c'ha goduto, a ravanare tra le gambe, che la mammana di tutti gli aborti si era pure fatta fotografare, nel lontano 1976, mentre praticava quello che ancora era un'operazione fuorilegge ma, si sa: la storia è piena di gente che faceva di testa propria, sicura d'avere verità rivelata e di convivere con un mucchio di pirla che, per il loro bene, andavano purgati;
via, via, simili aborti, ignoranti, che rallentano il cammino del progresso e degli illuminati.
La morte di un bambino sarà una tragedia, ma se sono tanti, siamo alla pura statistica, a sterilizzare ogni problema di coscienza.
Non si vorrà mica considerare e chiamare un tot di merdose celluline in brodaglia - né carne né pesce - dando patentino d'umana polpetta?
Vogliamo scherzare?
C'è un confine.
di qua, un puro cartoccio di ruffo: pollice verso, licenza di uccidere;
oltre, la grazia, pollice alzato: continui pure a lievitare.
Mi viene da pensare che tutti siamo stati, per un momento, "merdose celluline": fortuna che mamma avevamo, e non "Emmammana";
e che, nei paraggi, non girasse nessuno, pronto a fare lavoro di succhio.
- «Ave, Bonino: morituri te salutant: 'fanculo tè e la tua feti da pompa!»
Io, secondo me...25.01.2010