"Difendi il tuo simile, distruggi il resto !"
la targa, a terga del figuro, tra le scapole e sotto la testolina rasata a paletta, recitava così.
Mascella prognata, nasino con dossi ammontonati, mento a base piramidale e guglia cranica a nocciolo d'oliva, denunciava monolocale occupato da materia affetta da nanismo, a misura di noce moscata;
frontalino sporgente, a balcone, con cuspide e contorno oculi a sostenere boschetti cisposi, tutto a sottolineare occhietti piccoli, atti a trovare erba di pascolo più che a mirare orizzonti;
come si dice: l'ha scritto in fronte, quel che è.
Diversa la restante struttura: massiccia, con bicipiti e pettorali a cavallo tra un copertone d'autocarro e gommone d'alto mare, gonfiati al limite.
Vita stretta, da vespa, con il restante ai piani bassi incartato nei classici jeans, con pacco intracosce e anguilla arrotolata nella nicchia con invito a conchiglia.
La camminata è placida, quando in passerella, a mostrare tanto procace e virile prodotto d'evoluzione;
martellante, chiassosa, reboante, atta al calpestio, allo zoccolamento, allo schiacciamento, a dare propulsione alla massa d'ariete, che deve menare all'obiettivo, fiondare contro e sfondare chi destinato all'incornata.
Xenofobia e razzismo sono la biada, pasteggio e fonte d'abbeverata, foraggio e ruminanza per quei denti, masticazione da pancotto, per nulla impegnativa e subito metabolizzata dai pochi neuroni, presenti nel registro d'appello, nell'avara lista d'ingredienti, da "nouvelle cuisine", del Cercopiteco.
Per chi l'ha visto, richiama la figura dello scimmione che, nel film "2001 Odissea nello spazio", roteava una massiccia tibia, parte di uno scheletro d'animale scarnito da qualche tempo, su cui il nostro peloso antenato martellava quella clava in fasce apprendendo, dall'insistente pestaggio, l'arte della guerra e dello scassare crani altrui;
ma quello, nel bene come nel male, si evolse, mentre il nostro portatore di particelle elementari continua a battere sul tamburo: dall'osso al bastone, dal femore al randello, dalla rotula al manganello.
"Difendi il tuo simile, distruggi il resto !"
Messaggio binario, interruttore acceso-spento, bianco-nero, luce-buio, riflessi condizionati alla premio-punizione;
informazione sintetica, semplice, alla portata d'ogni portatore insano di cretinismo puro, il cui comprendonio s'accende solo con la complicità e il concorso del branco, con cui forma uno "sgorbiodisegno" nell'assemblaggio dei frammenti che ognuno porta.
Ciotola per cibo e acqua, spazio "defecatiorum" e "iucundus", il Bar sport, il circolino e i ritrovi, le cucce e i lupanari sono l'essenziale, da difendere: il rimanente, l'eccedenza, il resto, da distruggere.
Ecco la figura e i figuri: costoro sono quelli che assaltano un povero cristo, lo menano e lo portano, prima in coma e poi al cimitero;
sono i devastatori del Pigneto, quartiere di Roma, che si sono messi a pestare come bistecche degli operosi extracomunitari, lavoranti o titolari di negozi, valore aggiunto per il nostro paese;
ad uno dei trogloditi, di cui sin qui ho dato descrizione, è rubato il portafoglio e, per disgrazia, pare proprio in un negozio di "extra", non terrestri, ma comunitari.
Nell'unico gemellaggio presente, la prima particola e cuticola neuronale dice alla seconda:
- «C'hanno derubato nel negozio, di uno che non era nostro simile; ergo: tutti quelli come loro sono ladri. Difendiamo del nostro e distruggiamo il resto».
No, questi non hanno stalla e padrone;
semplicemente: sono sottosviluppati di e del loro !
Io, secondo me...28.05.2008
mercoledì 28 maggio 2008
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