martedì 6 maggio 2008

Vecchia amica

La mia vecchia...

...è così, non posso ne voglio nasconderla: bella, anche con quella sua pelle consumata e lisa dallo scorrere impietoso e inesorabile del tempo, sciupata dal continuo cercare ed esplorare, tra le sue pieghe;

su quella buccia c'è passato di tutto: il sole e lacrime di pioggia, quando ci siamo accompagnati di fuori;
le carezze o gli schiaffi del vento, quando ci circondava e abbracciava, scavando lo spazio d'attorno, così come la polvere, che tutto penetra, attraversa e ricopre, che è sempre più faticoso soffiarla via.

Quando spoglio la mia vecchia, vedo l'epidermide abrasa, rilievi, decisi e netti un tempo, vieppiù sbiaditi dalla luce, impalliditi dal troppo esporre; righe una volta nette, ora rughe consunte, diafane sull'ordito.

La mia vecchia è carica d'anni: vide la luce nel lontano '47, ma l'amo sempre, tantissimo.

Ancora serbo una punta di gelosia, verso chi, prima di me, ebbe modo di conoscerla e averla per sè, seppure è scritto che, quelle come lei, non sono fatte per un solo uomo.

La mia vecchia...è tenace, robusta, coriacea: passerà sopra alle mie spoglie, ma la ringrazierò nel mio, di testamento.

Sebbene assieme da anni, ancora fatico nel giustificarla in tutto e per tutto, anzi, talvolta non mi trova d'accordo;
in parte non la capisco, in altro non la comprendo, talvolta rinnego e dissento, nelle sue manifestazioni e aspetti più violenti, nei comportamenti astiosi, rabbiosi, nella testardaggine, atti bellicosi o idee muffe, dove mi pare di scorgere farina di sacco d'altri;
La mia vecchia ha due facce, due personalità, perfettamente distinte:
una esprime ancora aggressività, punte di prepotenza e d'intolleranza, retaggio di gioventù;
l'altra ne ingentilisce sembianze, rilassa le pieghe della prima, facile allo sfogo, a trasformarsi in smorfia crudele, che ne deturpa il viso in crescendi d'ira, rancore e collera.

Io non sono il primo suo uomo: altri, prima di me, hanno fatto pazzie per lei;
pendevano dalle sue labbra, usando e affilandone parole come fossero lame di spada, rasoio per gole di quanti erano a mancarle di rispetto, a dubitare della sua onorabilità, ad insidiarne rispettabilità;
molti si sono scottati;
altri, bruciati, per avere osato tanto.

La mia vecchia è così: va compresa, afferrata, interpretata e tradotta, che la sua essenza è tra le righe, non nel lucore dei suoi fronzoli o nella ricchezza del suo vestire.

Le sue sorelle sono dappertutto, nelle case, nelle camere, negli anfratti più nascosti e reconditi;
talvolta ci si vergogna di loro, spesso si trascurano o si dimenticano, ma per gli animi puri sono la migliore fonte, la consolazione, la speranza, una spalla su cui piangere, un bastone su cui poggiare, una guida per non smarrirsi o la mano, da afferrare per essere riportati sul la strada di casa;
una traccia, le briciole di pane di Pollicino o un filo d'Arianna.

La mia vecchia...c'è chi la odia, chi vorrebbe non fosse mai nata, chi la crede dannata o frutto del diavolo, piuttosto che dono e grazia divina;

non m'importa: lei è e resterà sempre la mia vecchia.

La mia Bibbia, del '47.


Io, secondo me...06.05.2008

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