mercoledì 13 agosto 2008

Ritorno di...fiamma

La fiamma risale, dentro la lancia del cannello:
POP !
Un piccolo scoppiettio e si spegne, ad impedire che il continuo del ritorno arrivi al miscelatore e poi, su su, fino alle bombole d'ossigeno e gas combustibile, rendendo la situazione alquanto esplosiva;
senza quel POP ! liberatorio, il Beppe Fontana la penna non sarebbe qui ad usarla, che l'avrebbe avuta bruciata, assieme alla buccia.
Ai tempi, quando cominciai con il lavoro d'officina, usando la saldatura ossiacetilenica, i vecchi c'intimorivano con i racconti di rovinosi botti, di cui erano stati testimoni: un poco per spaventarci, un poco per ammonire, a non prendere sottogamba i rischi che il lavoro comportava.
Oggi, il massimo rischio è che la stilografica mi perda inchiostro nel taschino della camicia immacolata.
Certo, erano i tempi de "Carlo Cudega";
Oh, scusate, anche questo è un termine del mio giurassico, a rispolverare e richiamare ere ancora più lontane, quando gli uomini usavano lisciarsi i capelli utilizzando del grasso di maiale ( ovvero, la cotenna, la "codega" ) sul codino, per mantenerlo compatto e lucido.
Madonna mia, mi sto facendo melanconico che, con il passare degli anni, mi si allunga il dietro e s'accorcia il davanti...
non siate maliziosi: è riferito alle misure del vissuto e dell'aspettativa di vita.

"All'armi! All'armi !
All'armi siam Fascisti !
Noi siam del fascio la falange ardita
[...]
abbiam con noi la forza e l'ardimento,
che ci fa fieri all'ora del cimento".

No, non è un rigurgito, un ritorno di fiamma...tricolore: solo un...Eco di rimbalzo.
- «[...] ci sono fascisti al governo. Rinasco rinasco nel millenovecentoquaranta !»
Mizziga, allora c'è proprio arrivata al collo;
questo non lo dice un qualsiasi bao-bao-micio-micio, ma un Santone, un Guru, un Illuminato, un Maestro, anzi, il Messia: l'Umberto Eco, fior fiore dell'Intellighenzia letteraria e pure comunista, che ha una storia ancora più truculenta di tutto il peggio del passato messo assieme.
- «[...] non più esattamente fascisti, ma che importa, si sa che la storia si dà una prima volta in forma di tragedia e una seconda in forma di farsa».
Dalla piazza...rossa sale l'invocazione all'Eco di Carlo Cudega: "E mò facce ride !!!"
L'Umbertino agita sonagli e campanelli, a far buffone per Sovrano proletario.
- «[...] ricordo con tenerezza le notti passate nel rifugio antiaereo [...] un sotterraneo umido, tutto in cemento armato, illuminato da lampadine fioche [...] mentre sopra le nostre teste esplodevano colpi sordi che non sapevamo se fossero della contraerea o delle bombe».
Io glielo avevo raccomandato al Gianfranco Fini, di Alleanza Nazionale, ora Presidente della Camera, in quel di Montecitorio:
- «'A Frà, batti piano il martelletto, che qualcuno sicuramente n'esce rintronato da quei colpi sordi; fai cambiare le lampadine, che mi sembrano un poco fioche e arieggia la camera, che c'è umidità !»
Intanto la pentola di fagioli continua a sobbollire:
- «[...] siamo disposti ad accettare tutto ciò che ci ricordi gli orribili anni [...] è il tributo che paghiamo alla nostra vecchiaia».
Ussignùr, l'Eco è rimasto come la puntina del grammofono: ferma, incantata sul disco, a ripetere stesso motivetto all'infinito.
- «[...] le città a quell'epoca? Buie di notte».
Ho capito: l'Umby rimpiange il sol dell'avvenire, che era gratis, costava meno che la bolletta dell'Enel.
- «[...] era percorsa da reparti militari [...] nelle metropoli passavano continuamente manipoli e ronde di marò della San Marco o di Brigate Nere [...] armati sino ai denti [...] città militarizzata».
Non ci vuole molto a capire dove vuole andare a parare il tipo:
vuole insinuare un parallelo tra i soldatini del fascio d'allora e i militari d'oggi, che presidiano le città con Polizia e Carabinieri, per la nostra sicurezza;
- «[...] vedo reparti dell'esercito, bene armati e con tute mimetiche, anche sui marciapiedi delle nostre città».
da parte mia ho solo una cosa da dire:
- «Grazie ragazzi, di tutte le armi, che il vedervi assieme mi rassicura ancora di più, in special modo quelli che non sono "soldatini" da esposizione, ma soldati che collaborano a migliorare e preservare la nostra vita e incolumità.
E poi, Umby, non dire pirlate: in Piazza Duomo, a Milano, il soldato aveva la normale divisa e pistola;
forse ti sei confuso con quelli di Putin, che sono andati a trovare gli amici, in Georgia, sempre che non sei rimasto a quelli di Praga, nel '68.
- «[...] andavano a comprare il poco che si trovava nei negozi d'alimentari».
'azzarola, è vero: con il Ferragosto tutti i negozi sono chiusi, e pensionati e gli anziani sono alla ricerca del "poco che si trova", vaganti laceri ed affamati.
- «[...] a notte si dormiva col mattone caldo nel letto e ricordo con tenerezza persino i geloni».
Dai, Ecoberto, che al posto del mattone ci puoi mettere ora una bella ragazza dell'Est, delle tante costrette a far da scaldino per aver creduto alle balle raccontate dai favolisti del Paradiso del "poppolo" proletario: nulla ci hanno avuto, che a prendere non è il sole e dare, sai bene cosa !
- «[...] Ora non posso dire che tutto questo sia tornato, certo non integralmente. Ma comincio a riavvertirne il profumo».
Caro amico, almeno per le mutande e i calzini, spesso bisogna cambiarsi, altrimenti ti voglio vedere, a "riavvertirne il profumo".
- «[...] a quei tempi apparivano [...] manifesti [...] si vedeva un nero americano ributtante (e ubriaco) [...] la mano adunca verso una bianca [...] oggi vedo in televisione volti minacciosi di negri smagriti che stanno invadendo [...] le nostre terre [...] la gente è ancora più spaventata di allora».
La legge dei grandi numeri è quella che fa grande anche una minoranza all'interno di un insieme:
i più saranno bravi ed onesti disperati, ma anche il poco fa tanto, in un formicaio, e ne basta uno, deciso e determinato a buttare il cerino nel fienile.
A meno che il nostro gioca sul calcolo della probabilità, il restane fuori, secondo la filosofia meneghina del:
"A chi tuca tuca", a chi tocca, tocca. Cazzi suoi !
- «[...] il sindaco leghista di Novara ha proibito che di notte, nel parco, si riuniscano più di tre persone. Attendo [...] il ritorno del coprifuoco».
Caro segugio dall'olfatto nostalgico, ti auguro di non dover passare di notte in un parco cittadino, che "Il nome della rosa", tra i cespugli, si chiama "Uccelli di rovo", e l'odore che sentirai è dello sniffo e il coprifuoco serve a spegnere l'erba, ma non quella medica !
- «[...] odo discorsi assai simili a quelli che leggevo [...] che non solo attaccavano gli ebrei ma anche zingari, marocchini e stranieri in genere. Il pane sta diventando carissimo. Ci stanno avvertendo che dovremo risparmiare sul petrolio, limitare lo spreco d'energia elettrica, spegnere le vetrine di notte. Calano le auto e riappaiono i ladri di biciclette. Come tocco d'originalità, tra un pò sarà razionata l'acqua».
Accidenti: sembra di essere nella culla del comunismo, di ripercorrere novant'anni di vita prospera;
- «[...] Non abbiamo ancora un governo al Sud e uno al Nord, però c'è chi sta lavorando in questa direzione».
Non è che ti confondi con Est e Ovest, con i rispettivi governi, separati da quel che fu il muro di Berlino ?
- « Mi manca un Capo che abbracci e baci castamente sulla guancia prosperose massaie rurali, ma ciascuno ha i suoi gusti».
E già: tu sceglieresti i ruvidi baffi di papà Baffone Stalin o l'ispida barbetta di nonno Lenin ?
... ciascuno ha i suoi gusti.


Io, secondo me...13.08.2008

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