mercoledì 27 agosto 2008

Torno subito

Oggi mi sento di cambiar d'abito, di riporre per un momento quello di buffon di corte e travestirmi da "bauscia", da saccente un tanto al metro.
Erano veramente simpatici quei cartellini di una volta con, sul davanti, la scritta "Aperto" e, sul didietro, "Torno subito".
Oggi quasi scomparsi, li usano solo due personaggi: Dio e la Morte, due giganti che, per un motivo o per l'altro, si cerca di dimenticare, visto che l'evitarli è impossibile.

Ci passo davanti spesso, ormai abituato, assuefatto alla sua grandezza, alla magnificenza della sua storia, all'armonia delle forme, al corpo scolpito, all'agile spinta aerea del corpo massiccio ma flessuoso, piantato su giganteschi obelischi, sodi, imponenti e solidi come le gambe degli smisurati sauri di preistorica memoria;
parlo del Duomo di Milano, che per me è come averlo davanti a casa e che, nel mio girovagare, spesso incrocio.
A vedere tanta gente con il naso all'insù anche quest'indifferenza, derivata dall'abitudine di una continua visione, mi è passata, e sono entrato, a vagabondare tra le sue mura.
Enorme, ma scomparso per un certo tempo, lasciato in soffitta tra le cose comuni, alla fine, prepotentemente, s'è rimesso a farmi ombra.
Così è per Dio.
Così è la morte.
Rimuoverli non serve, che al massimo possono ritardare..."Torno subito".
A dire il vero, c'hanno provato in tanti a farne senza, almeno per il primo.
Tanto per fare nomi, ecco il prolisso e chiacchierone Denis Diderot, filosofo della metà del '700, quello a cui commissionano di tradurre dall'inglese al francese un'enciclopedia in un solo volume.
C'ha messo trent'anni, e di volumi ne ha sfornati ben 28: la monumentale "Encyclopedie".
Meritevole lavoro, infarcito d'informazioni pratiche, sunto dell'allora scibile umano.
Mancava solo una voce: Dio.
Non serve: la condizione umana può migliorare anche senza, bastano ragione e scienza e la fede è solo zavorra.
Rincorrere Dio è una perdita di tempo.
L'anticipo fu il famoso "Cogito ergo sum", penso dunque sono e quindi io sono quello che penso...non c'è altro dio all'infuori di me;
parola di Cartesio, nome italianizzato di Renè Descartes.
Senza volerlo, fu l'inizio del cercare di mettere Dio alla porta, e a nulla valse la precisazione di Giambattista Vico:
- «No, amico, si deve dire: "penso dunque CI sono".
Mica poco: dal centro, quel "CI" rimetterebbe l'uomo alla periferia del creato, sempre che non ritrovi l'antico Padre.
Non servì a nulla: il caro Diderot, che coabitò per un periodo del suo tempo con il Vico...sVicolò e si perse nei meandri della razionalità di nuove dottrine: è più semplice per l'uomo fare le sue ( comode ) leggi, piuttosto che
Indossare quelle strette, pancera troppo contenitiva per l'esuberanza della ciccia.
Diciamo che un poco d'elasticità nel girovita ci deve essere, a lasciare un poco d'agio, ma ogni mutanda alla fine deve avere un perimetro, una circonferenza e un confine.
Oh, scusate, mi sono lasciato trascinare dall'entusiasmo, dimenticando i "Cogiti" sono altri, ed io conto un cazzo.

Ritorniamo nel seminato.
Davanti alla casa del Signore prima si appese il fatidico "Torno subito", poi un "Chiuso per ferie", ad arrivare al temuto "Sotto sfratto". Proletario, ovviamente.
Altri presero quel posto vacante.

- «Non abbiamo più bisogno della morale quindi, neppure della religione !» dichiarò Friedrich NIETzsche.
- «La religione è un sogno della mente umana !» asserì Ludwig Feuerbach.
- «[...] è l'oppio dei popoli [...] voglio rendere la mente sempre più libera dalle sue catene» tuonò Karl Marx.

Torri d'assedio, balliste, catapulte e arieti, trasformano a macerie le antiche mura.
Siamo come primitivi che ignorano o, peggio, negano il resto del mondo perché non sono in grado di sentire le onde radio che, attraversandoli e scavalcandoli, fanno comunicare altri.
Il dubbio è necessario, "nostro dovere e fonte di salvezza": l'assolutismo della negazione, no.
Da allora il gioco al massacro crebbe in maniera esponenziale e Dio diventò dio, da Padre a padre e poi fu annoverato tra i parenti scomodi, fra le anticaglie, destinato al cimitero degli elefanti.
Beh, lasciamolo un attimo "parcheggiato", nel dimenticatoio, con il suo "Torno subito".

L'altra se ne sbatte, che lei arriva alla fine del Cogito e quando "Sum" diventa e si legge "Fu"...siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro.
La falce, anche senza martello, scivola, a togliere l'erba da sotto i piedi.
Nei tempi grami, quando la pelle era legata ad un filo e crepare era moneta inflazionata, la rassegnazione e il fatalismo prendeva piede e spesso la propria morte dava spettacolo, come alle "Tricoteuses", che lavoravano e sferruzzavano a maglia mentre, ai piedi della ghigliottina, rotolavano le teste dei decapitati.
In momenti immemori c'erano proibizioni, ad impedire danze tra le tombe, giochi di prestigio, imitazioni e maschere e, se il richiamo era forte, alla presenza di venditori ambulanti, scrivani pubblici, librai e rivenditrici d'abiti usati.
Oggi la morte non si vuole, non si deve vedere;
messo Dio nello sgabuzzino degli stracci, ci si accorge che quella se ne frega che si faccia finta di nulla.
Lei trebbia.
Ci sono stati casi di persone investite sulla strada, e attorno indifferenza, un via vai che provava fastidio a trovare ostacolo sui propri passi, di quel mucchio d'ossa che sbatteva in faccia quanto si è fragili, nonostante le tavole del dio Scienza e la sua religione, il materialismo.

L'appendere "Chiuso per cessata attività" dietro le spalle a Dio, non impedisce alla signora dei sepolcri di continuare a mietere.
Lei ha messo il cartello: "Sempre aperto" e se ne impipa della presunzione dei Diderot, dei Nietzsche, dei Feuerbach e della genia dei Karl Marx: anche lei è invisibile...eppur si muove.
Anzi: eppur si muore !

Bene, per oggi ho finito, però aspettatemi... "Torno subito".

Io, secondo me...27.08.2008

Nessun commento:

Posta un commento