Si era nel mese di Marzo quando al primo ministro, in piedi dietro uno scranno trasparente, cento semplici cittadini concentrarono una mitragliata di domande, su temi d’economia , disoccupazione e terrorismo;
da consumato animale politico il nostro eroe non ebbe difficoltà a scivolare tra questi ostacoli, favorito dal grasso d’anguilla, che fa parte del patrimonio genetico della categoria..
...quasi senza difficoltà;
un perfido della centuria ha gettato la classica buccia di banana:
«Presidente, ma lei lo sa quanto costa un caffè al bar ?».
Panico.
Terrore.
Sudori freddi e brividi a ghiacciolo.
Una risposta buttata alla disperata...lo sputtanamento mediatico assoluto, una figuraccia pazzesca;
una bacchettata canzonatoria: «No ! Quello era il prezzo all’epoca di nonno Pachi».
Nonno Pachi era il soprannome popolare del dittatore Franco:
si era in quel di Spagna, la trasmissione si chiamava "Tengo una pregunta para usted" - Ho una domanda per lei - e il povero inforcato fu Zapatero, che diede dimostrazione di quanto, quelli come lui, vivessero in una torre d’avorio.
Qualche differenza con i nostri ?
Nulla, se non in peggio, che almeno da loro l’economia gira.
Da noi:
presentano interpellanza parlamentare perché manca il gelatino al baretto del transatlantico;
sniffano come un aspirapolvere;
a domande di normale cultura generale rispondono come amebe;
prendono la crocerossa - per evitare il traffico ed arrivare nello studio di una trasmissione televisiva - e se ne vantano;
si fanno pescare nella suite di un lussuoso albergo romano, in compagnia di mignotte, in cerca di soldi e cocaina ( arrivando a giustificare la debolezza e chiedere l’avvicinamento della famiglia, che altrimenti non sarebbe successo );
scroccano un passaggio su un aereo di servizio per andare a vedere una partita all’altro capo della penisola;
mostrano tesserino da parlamentare stile "Lei non sa chi sono io !";
guadagnano una fortuna al mese, spendono e spandono, mangiano e si divertono, risparmiano sugli affitti, acquisti di case;
si arrogano diritti di fare e disfare, sprecare ed apparire, a promettere cose che non manterranno mai
...e..e...e...Vaffa.....!
Vedovo, 75 anni, una magra pensione da ex artigiano come unico reddito e difficoltà economiche.
Disperato.
Umiliato.
Affamato.
Ruba un pacco di pasta e un pezzo di formaggio dagli scaffali del piccolo negozio di generi alimentari sottocasa, a Cagliari.
Scoperto, con le lacrime agli occhi: «Non ce la faccio ad arrivare alla fine del mese».
Potrebbe capitare a tanti di noi, con i chiari di luna che ci sono.
La torre d’avorio continua a luccicare, irraggiungibile, come una carota appesa al filo, davanti al naso dell’asino, che tira la carretta.
Della serie: «Il popolo non ha pane...che mangi brioche !»
Soluzione...rivoluzionaria !
Io, secondo me...26.09.2007
mercoledì 26 settembre 2007
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