L'ultima dell'Antonio, il "Tontino" Di Pietro:
- «Ci vuole la mazza, quella ci vuole !»
Avendo spazio, entrerebbe in aula con il suo trattore, e tutto l'armamentario del campagnolo: forcone, roncola, zappa, badile;
davanti a sé, come apripista, porcelli e vacche, capre e montoni e il vecchio asinello: l'armata Brancaleone, zoccoli duri della sua fattoria.
La testa di questo Masaniello è un frullato nostalgico del manganello e, invece che purga, farebbe ingollare al paese un altro intruglio, a diventare sputacchiera, Italia dei Veleni;
Il nostro è incazzato con il capo dello Stato, il caro Napoletano, reo d'aver avvallato il lodo Alfano, che concede temporanea inattaccabilità alle quattro maggiori cariche dello Stato, per la sola durata del mandato, a poter ottemperare a quei compiti, che un sostanzioso voto di corposo elettorato ha DEMOCARTICAMENTE concesso loro.
Uscito dalle aule di tribunale, lasciato la toga, l'uniforme nera, s'è portato dietro la dote: la prepotenza di un potere, secondo a niente e nessuno, di puntare l'indice e far tintinnare la collana di catene e manette, di mandare dietro le sbarre o sputtanare a piacimento, che tanto nessuno c'è, a cui rendere conto di cazzate fatte: immunità, impunità e assoluzioni sono viatici d'appartenenza ad una categoria d'intoccabili.
Passato da aule muffe, piene d'aria viziata, eccolo a riempire polmoni d'arie e saccocce di palanche, che il mestiere d'Onorevole rende meglio, regala visibilità e termina le frustrazioni di megalomane costretto, per troppo tempo, in panni stretti.
Maestro di FEZzerie, ha riempito la piazza con le caccole insultanti delle sue mandrie, e ora invoca pure il bastone, il randello, la clava, per aggiustare le schiene di chi non rispetta la menata al pascolo, rompendo quelle righe, dove vorrebbe incanalato il pensiero bolso e fesso di un popolo bue, che solo lui è capace di raddrizzare.
Si muove, parla e si comporta come uno che ritiene la Camera un'osteria e il Senato bettola, regno di rudi, nerboruti e virili gorilloni, dove è lui a decidere chi resta o chi esce, secondo legge e regola della mazza e sotto la minaccia, per il disubbidiente e il ribelle, di una promessa:
- «Io quello lo sfascio !»
Ora, il Berlusca può piacere o no, così come la sua corte, ma una vagonata di voti vuole abbia modo di tentare di governare nella stabilità, che non deve essere disturbata dai giochetti stantii, manuali d'arte e guerriglia terroristica, ciclostilati negli scantinati di botteghe oscure, specializzati nell'insegnare come spalare merda addosso al prossimo.
Centinaia di toghe rosse si sono avvicendate nello sperperare soldi comuni tentando, per poi mai riuscire, di mettere il Silvio in condizioni di non nuocere, a farlo diventare come il Pellico, patriota risorgimentale, famoso per avere scritto "Le mie prigioni": il malefico è reo d'aver bloccato gli ingranaggi della possente macchina da guerra, di geometrica potenza, che altrimenti gli sarebbe riuscito di menare il paese incontro al bel sol dell'avvenire.
Cancellati i nostalgici di Baffone e Baffino, una valanga d'elettori hanno fatto una scelta e una scommessa senza ambiguità, ma eccoli subito inascoltati, disprezzati, scherniti, canzonati e assimilati a quantità d'imbecilli ed ignoranti, a confronto di qualità, al meglio, anzi, al prototipo del "Migliore":
- «Il centrosinistra è minoranza, ma siamo il primo partito nelle aree urbane, tra gli italiani che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese»...parole e messaggio messianico di "Red" Max D'Alema, per i "Massanalfabeti".
Nell'opportunità e utile che "Il nemico del mio nemico è mio amico", ecco spurgo di ritorno:
- «Con questo decreto sono mandati nei forni crematori»,
a contestare una manovra che parrebbe dimenticare il Sud e rottamare i lavoratori precari.
Magari il decreto sarà pure un...decretino, ma i forni crematori sono simboli della cancellazione di milioni d'esseri umani, che non hanno ancora - per fortuna - eguali, e non devono essere nominati invano, come il nome di Dio, in bocca ad un produttore di FEZzerie.
- «Ci vuole la mazza...no, cazzo: il manico, ci vuole e, oltre la pratica, tanta grammatica, caro Tontino !»
Io, secondo me...27.07.2008
domenica 27 luglio 2008
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