"Vecchio grembiule, quanto tempo è passato, quanti ricordi fai rivivere tu"...
Ad onor del vero, era "Scarpone" l'oggetto e il soggetto della canzone, interpretata da Gino Latilla, al Festival di San Remo, nel '53, ma...
lasciatemi, per un attimo, tornare a quel tempo, che anche questa è stata la mia storia e, a chi è oggi quel che io fui, consiglio lo spegnere quel sorrisino di compatimento o di sottile derisione;
il mio nascere non fu senza radici, il crescere senza speranze, l'avanzare senza sogni e il futuro senza domani;
e se proprio qualcuno volesse leggere del mio e arrivare al fondo, pensando "Ecco, il vecchio scarpone ! ", lo pago con anticipo, spendendo le parole che vidi scolpite nella pietra, ai piedi di un piccolo altarino, dove un teschio, in bella vista, ammoniva:
- «Io ero come tu sei, tu sarai come io sono».
Messo a posto le cose, con gli uomini con le mani sui gioielli e le donne a far le corna dietro le spalle, a scongiurare il mio "Chi mi prende per i fondo, peste lo colga !", tirem innanz, proseguiamo.
"Sopra le sedie con fiocco ordinato,
lungo le sponde accarezzate dei banchi,
per giorni e notti con te ho studiato
senza riposar"...
Allora avevo i capelli - tutti - il nasino lievemente ad arco, ma non ancora a gobba di cammello, come oggi e - incredibile ma vero - ero magrolino, formichina tra le tante, a zampettare con il mio - allora - grembiulino nero, con il colletto bianco e morbido e il fiocco: azzurro per noi maschietti, rosa per le femminucce.
Quel pannicello scuro, che ora qualcuno vorrebbe riesumare, per le scolaresche, mi ha scaraventato indietro di qualche milione d'anni.
Ancora non ho capito, se accettato, come sarà, che per alcuni, ad esempio, era azzurro con nastrino bianco, ma poco importa: non sarebbe una divisa da soldatino, ma la veste della miglior democrazia, uniforme del "Siamo tutti uguali", alla facciazza delle grandi firme, a cui tante famiglie si devono inchinare, pagando pesante tributo, affinché il loro bimbo non cominci a sentirsi figlio di un dio minore già da subito e, se pari si facesse con cartella, penne, pennelli e pennini, s'arriverebbe pure a fare la quadratura del cerchio e i bulli farebbero i bauscia per un magro bottino...per un pugno di matite.
Tic, tac...tic, tac...tic tac...
Qualcuno sta cercando di portare indietro le lancette del tempo - a riempire le saccocce di quel panno con biglie, figurine cestino della merenda - e forse non sarebbe sbagliato, se anche la tradizione anglosassone usa la gonnellina per le "Femminielle" e cravattina per i "Masculi", che cancellano le differenze di classe, di razza e di religione, diventando - come diceva Totò per la morte - 'na livella !
Forse non ce la si farà, ma tentar non nuoce e a quelli come me, rimarrà malinconia di quel bel tempo che fu.
"Vecchio grembiule come un tempo lontano,
in mezzo al fango con la pioggia o con il sol
forse sapresti se volesse il destino
accompagnarci ancor".
Io, secondo me...03.07.2008
giovedì 3 luglio 2008
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