mercoledì 30 luglio 2008

Topo scaccia topo

C'è un vecchio proverbio che recita "Chiodo scaccia chiodo":
un male che ci affligge può essere eliminato dal sopraggiungere di un'altra evenienza, che lo rimuove;
ecco così trovare corrispondenza, nel pensare che "Topo scaccia topo".
Beh, la notizia c'avrebbe pure del ridicolo, non fosse che è parte della pastura quotidiana, alimento per i trogoli cranici di piattole terroriste.
A costoro puoi fornire sbobba d'ogni tipo: tanto è l'ignoranza congenita che li accompagna da farne peso morto, vuoto, depressione e buco nero, dove il cervello c'ha riversato il grigio della materia lasciando la tara.

"[...] la parte araba di Gerusalemme è stata invasa da Supertopi, per rendere la vita dei palestinesi impossibile [...] i toponi sono grossi, aggressivi, superiori ad ogni gatto, prolifici, immuni dal veleno e capaci di distinguere un ebreo dall'arabo".

Ovviamente, il topastro è un prodotto sionista, mutato geneticamente per nuocere al "povero" arabo;
mi par di vedere la scena: il ratto, a cui sono state date a fiutare le mutande del nemico, trova il fetuso, lo stana, lo sbrana e, una volta riportata al kibbutz la prova, la kefiah, il gran copricapo bianco e nero con le frange, è premiato con una fetta di gruviera, per avere eliminato quel che ci stava sotto.

- «Ma và a dà via i ciapp !»
Da dove è spuntata una tale consorteria di creduloni, sfornati da fertile mamma d'imbecilli ?
Ora, fossero quelli di Hamas a dire certe fesserie, già lo capirei di più: a quelli non interessa la terra, ma sopprimere fisicamente ogni ebreo, accomunati in questo con l'altro peloso, il Mahmoud, l'iraniano Ahmadinejad.
Tragico è che a giocare di cazzate è il giornale Al Hajat al Jadida, con un suo pari, Al Ajjam, attributi sottocoscia di Abu Mazen, padre padrone di Al Fatah, che si spaccia per la parte "buona", disponibile a trattare, che si è presentata a tutti gli appuntamenti con il premier israeliano Ehud Olmert, accettando pure un rapporto amichevole con gli "iuessei", quasi pomiciando con quelli di Washington.
L'arte della dissimulazione, della menzogna del doppiogiochismo, della faccia di tolla unita a quella di merda, sembra venire così naturale, a questi personaggi, che da tempo ho perso ogni fiducia in qualsivoglia processo di pace, in quell'area, dove al massimo ci può essere tregua, un riprendere fiato e serrare le fila per la guerra prossima ventura.
C'è, o è percepito come tale, un ottimismo nelle armi e nella forza dell'oggi, a poter domani sferrare un attacco risolutivo e vittorioso, ad aprire caccia e forni contro e verso l'odiato ebreo.
Cortine fumogene e fumi d'oppio sono stati spinti verso tanti guerrafondai, che stiano in Siria o in Iran, che usino sicari come Hezbollah in Libano o trovino ed appoggino pari bestiame e bestialità con Hamas.
Pacifinti, pacifessi, pacibuonisti, paciopportunisti e pacicomunisti hanno soffiato su queste braci, attizzato il fuoco e pompato l'ego di tanti megalidioti, trasportando, trasformando, traghettando e spandendo il succo animale di terroristi, versando tanto fiele e veleno nel piatto della gente di Israele, a cui hanno sovrapposto l'immagine e la forma dei loro amici assassini, naturali "Kompagni" di merende, riuniti in gruppi, anzi, Brigate Rosse.
Percezioni.
- «Una volta non avrebbero mai partecipato ad un negoziato senza pretendere l'arricchimento dell'uranio. Stavolta hanno accettato, senza condizioni».
Il dipartimento di stato americano aveva messo fine a trent'anni di chiusura diplomatica, inviando il sottosegretario di stato William Burns ai colloqui di Ginevra.
- «[...] la presenza di un alto rappresentante americano è stata una vittoria, di là da ogni risultato [...] l'Iran islamico oggi possiede seimila centrifughe, entrate in funzione nei laboratori di Natanz».
L'apertura ha creato la sensazione che ce la si può fare: ecco il segno del cedimento, della debolezza, di un muro che si sgretola, basta continuare a picchiarci la testa contro.
I suoi fidati pasdaran l'hanno acclamato e proclamato "Eroe nazionale del nucleare": il mito Ahmadinejad è bello che pronto, così come nel pentolone si sta bollendo la broda radioattiva, da mettere nelle "pentolacce" che andranno rovesciate su Israele...oggi...domani si vedrà, a chi tocca, che si sa; l'appetito vien mangiando !

Torniamo a Gaza: la televisione di Hamas mostra immagini di bambini, con grandi chiavi al collo, che ricordano quelli iraniani, mandati al macello, a suicidarsi sulle mine, nella guerra contro i soldati iracheni, con pari chiavi, che dovevano aprire loro le porte del Paradiso;
Speriamo che, nel frattempo, Allah non abbia cambiato la serratura.
Al Fatah si adegua e, sulla carta, inchiostra: i piccoli "Shahid", i martiri, sono "un esempio assoluto, a seguitare a combattere sulla via dei puri martiri".

A tutto questo aggiungiamo l'opera di leccaculaggine verso Hezbollah, per aver saputo riportare a casa Samir Kuntar, un sanguinario, che spaccò la testa di una bambina ebrea, di quattro anni, contro le rocce;
o la carcassa di Dalal Mughrabi, una sottana terrorista e suicida, che si fece esplodere portando a morte 37 turisti, su un autobus, compresi 12 bambini.
Abu Mazen s'è congratulato verso quelli, davanti a cui addirittura dei nostri sono scattati sull'attenti, obbedienti soldatini, messi in linea e diventati ostaggi, invece che forza d'interposizione !
Hamas freme, Abu Mazen tiene piedi in più scarpe, Hezbollah ha riempito gli scantinati di missili, la Siria sta alla finestra, pronta a cavalcare il migliore e il Mahmoud iraniano ha terminato quasi la cottura della bombolona atomica.
Ha pronta la lavatrice: prima la strizzata, poi le centrifughe, ma non per pulire i panni sporchi di casa.
Si può fare. Questa è la volta buona.
Appena inizierà il concerto, tutti vorranno suonare, e Israele lo sa, che ancora una volta li avrà tutti addosso.
Grazie anche alla stupidità di chi ha dato corda, fiducia e ambigui segnali di "cagasottismo", ai suoi nuovi carnefici.

La guerra ci sarà; sappiamo il come, il dove: restiamo nell'attesa del quando.

Magari esistessero e intervenissero, i Supertoponi !


Io, secondo me...30.07.2008

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