martedì 1 luglio 2008

Impronte

"Il pollice dice ho fame,
l'indice dice ho sete,
il medio: come faremo?
l'anulare: ruberemo!
Il mignolo: no no no rubare non si può !!! ".

E già...rubare no, ma si deve, altrimenti ti spezzano le gambe, anzi, le dita o, meglio: quel mignolo recalcitrante.

La coscienza tace, se si è veloci nello scavalcare quei bambini: di fuori delle Chiese, dai cimiteri, lungo i marciapiedi, negli anfratti e negli angoli, alla periferia di nostra casa e percezione;
o sgommando prontamente, se si avvicinano all'auto, a perderli subito di vista, coperti dallo spurgo di fumi di scarico, vomitati dalla salvifica "sgasata".
Cortine di nebbia, con cui ci si libera anche da fastidiosi e noiosi "barboni", irritanti mendicanti, irruenti "puttane", minacciosi "tossici" e froci "culattoni": termini e sputi rettiliani, quando non filtrati e sotto la lente, che ci condiziona altrimenti ad essere ipocriti, falsi corretti e castigati, barando nel contegno, ma con gli affilati artigli del disprezzo e del sarcasmo piegati e infilati nei guanti del civile vivere e convivere.

Ora, dei "generi" menzionati, i più indifesi sono i bimbi;

i mendici-vagabondi hanno fatto della sopravvivenza un'arte;
tante delle "allegre signorine", non potendo sfuggire al loro destino o destinato, s'illudono sia una forma transitoria di lavoro, una condizione di stato temporaneo, e alzano scudo e corazza mentale, ripetendo:
- «Prima o poi finisce: riscatto la libertà e mi rifaccio una verginità».
Non contando quelle che, di tanta merce e mercato, c'hanno trovato volontariamente fonte di reddito e rendita, ricchezza e futuro: casalinghe perennemente insoddisfatte, studentesse che preferiscono lo spoglio di mutande allo sfoglio di libro, arrampicatrici sociali, donne in carriera e pornoguitte, che si dicono muse dell'arte e non pollame da troiaio e veline un tanto al chilo;
il tossico vive di crosta e callo, masticando, biascicando e macerando l'allucinazione, l'allucinogeno e l'allucinante fumopensiero:
- «Tanto io smetto quando voglio»;
gli ultimi hanno trovato il proprio "Grillini parlante", l'ammucchiarsi in ordinata e solida falange, che ne ha fatto forza d'urto da sbarcare nei frequenti G-Day, dove la G non indica punto orgasmico, ma l'orgoglio d'essere Gay.
Sono usciti dall'inferno, parcheggiati in un limbo purgatoriale, per oggi sperare nel Paradiso dell'avvenire.
Buona fortuna a loro;
qualcuno gliel'ha fatta a risalire la china, e chi oggi li apostrofa con vecchio dispregiativo ne ottiene di ritorno biasimo: come avere sputato controvento.

I bambini, santiddio, appaiono e subito scompaiono: non per statura, ma perché piccoli nel tornaconto mediatico;
sono "tascabili", facili piaghe da nascondere nelle pieghe della coscienza comune e gettare, come il libercolo delle vacanze.
Basta togliere lo sguardo, non fissarli;
come si fa con la bruttezza, la morte, il dolore e la sofferenza, il decadimento fisico, comodo per scacciare la ripugnanza di guardare in faccia i nuovi lebbrosi: gli anziani, i deboli, i perdenti, tutto un mondo che ci sbatte in faccia quanto siamo fragili, nonostante le palestre, i saloni di bellezza, le protesi al silicone e le pompette al botulino, a non voler accettare e affrontare la lotta, sia contro il tempo che le altre avversità.
I bimbi sono la parte più vergognosa, rimorso acerbo e straziante, per un mondo che campa di protesi, di apparenze:
mortale pigrizia del comodo vivere, di una società fatta da tacchini felici d'ingrassare, nella spensierata dimenticanza del Natale a venire.

Il barbone si scavalca;
la puttana, come il guanto: si usa e si getta;
il tossico è tappezzeria e il "lesbogay" va di moda;
il bambino è come il maiale: di lui non si getta niente !

"Il pollice dice ho fame,
l'indice dice ho sete,
il medio: come faremo?
l'anulare: ruberemo!"
...e il mignolo ?
Non c'è più, ma nessuno se lo ricorda, che non ha lasciato...impronta:
non importa; come per il Papa: morto uno, avanti l'altro.

"Quant'è bella...spensieratezza, che si fugge tuttavia ! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non v'è certezza".


Io, secondo me...01.07.2008

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