lunedì 21 luglio 2008

Fighetti tartufati

Allora...
789 grammi di Divina Commedia, edizione compatta, della Garzanti;
478 grammi di Pirandello, mischiando "Il fu Mattia Pascal" con "Sei personaggi in cerca d'autore";
680 grammi de "La Storia del mondo", di John Van Duyn Southworth, che nessuno conosce ma c’ha un nome che mette soggezione;
413 grammi appena, "La Storia della filosofia greca", scritta in linguaggio povero, per il ristretto vocabolario del volgo, del popolo, che comincia ad imparare a leggere muovendo i primi passi con l'abbecedario, l'abc del novizio, e non me ne voglia i caro ed amato maestro, Luciano De Crescenzo;
e, tanto per stare tra i dilettanti del sapere, mettiamoci pure 546 grammi di "Una giornata nell'antica Roma", del buon Alberto Angela.
Negli anni sessanta, il compianto maestro Manzi insegnò a leggere e a scrivere a milioni di italiani, ancora analfabeti, ammaestrando dal tubo catodico della neonata televisione, con la trasmissione "Non è mai troppo tardi";
De Crescenzo e gli Angela, padre e figlio, sono benemeriti divulgatori, e quindi tollerati ma snobbati dai "Fighetti tartufati", che prediligono il dire le stesse cose, ma con termini elaborati, criptati, con incomprensibili formule divinatorie, per iniziati, che rendono complicato il semplice per poi dimostrare quanto, per loro, il complicato è semplice.
Tanto per dare un esempio, pendiamo un tartufato di fighetto a caso: Massimo D'Alema;
uomo dall'ego smisurato, sarcastico, impetuoso e prepotente nel predicare vangelo suo che, in forma e costrutto di Messia e Maestro, con dogma da "In peto veritas", per tanto d'aria che porta nel suo copertone, da fiato al trombone:
"Il centrosinistra è minoranza, ma siamo il primo partito nelle aree urbane, tra gli italiani che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese".
Agghiacciante: stessa considerazione e rispetto che si può avere nell'infilzare un insetto da mettere sotto vetro, da mostrare alla ragazza..."Vuoi salire da me a vedere la mia raccolta di farfalle ?", e in un sol colpo si fotte l'uno e l'altra.
Già avevano inventato "il migliore", quel Togliatti complice degli assassini delle purghe, gran mentitore, bugiardo, falso, cinico, opportunista, banderuola di Stalin, a cui tenne gioco e copertura di chiappe, per salvare le proprie, tornando a noi con la balla del sol dell'avvenire e della promessa del potere al popolo...nei Gulag o nelle fosse !
Da tale "formica regina", ecco la prole, sangue nobile di razza eletta: i migliori.
Della cultura hanno fatto "esproprio proletario", scippando e rapinando, come i brigatisti rossi con le banche, rubando e avocando a sé il valore di un sapere comune, banditesco autofinanziamento, per il fighettume dei compagni di merende.
Caro Massimo, di te me ne faccio un baffo, anzi, un baffino;
dirò di più: dei tuoi peli faccio segnalibro per le mie letture, che la mia biblioteca non comprende i tomi del vostro sapere, stampati nei sotterranei del Cremlino e i fascicoli li avete avuti con i bollini premio, dopo aver completato la tessera di partito !
La vostra è cultura al pomodoro, una salsa rossa stemperata in insalata russa, con una maionese impazzita per l'aver montato a neve il sangue di tanti innocenti.
Eccoli salire in cattedra, che i loro libretti rossi li hanno colorati intingendo, come un biscotto, nelle piaghe, nelle ferite e scarnificando MILIONI di morti, che nessuno ne ha fatti come l'evangelo comunista.
Migliori, sì...ma nell'arte della macellazione, "[…] quelli che leggono libri, e giornali, insomma la parte più acculturata del paese".
I fighetti tartufati della rivoluzione, esperti in demolire, quanto incapaci poi ne costruire, che le fondamenta del loro operato erano scheletri, impalcature di ossa di morti.
I libri mi sono "compagni" da sempre, e il giornale è come la michetta quotidiana, ma non per questo mi sento migliore di nessuno:
se proprio, più informato, aggiornato, fortunato per aver avuto mezzi o essere nato nel contesto migliore;
e se è caduto il muro di Berlino, la genia assassina di Lenin e Stalin, e sono spariti i nostalgici dagli scranni di Camera e Senato, vivaddio:
sia reso grazie ai tanti, ai più, che non hanno bevuto benzina dalle bottiglie e fumato gli stoppini;
gli altri, insofferenti alla democrazia, presuntuosi, rosi e rossi di rabbia, affastellati in brigate, sciamano nelle piazze, a dimostrare il proprio sapere nell'iperbole dell'insulto, povero, misero e miserabile;
hanno letto tanto loro, ma nessuno li ha avvisati che erano le scritte scure da scorrere e studiare e, leggere tra le righe, non era cantilenare il nulla;
poveri pseudo-intellettuali, che si scambiano medaglie l'un con l'altro, prodotti in catena di montaggio, polli in batteria, pappagalli dello slogan.
Fighetti tartufati pieni di sé, convinti che "In peto veritas", nel peto la verità !
Straccivendoli, da sei politico.


Io, secondo me...21 Luglio 2008

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