No, non ce l'ho con il piccoletto: lui fa la sua porca parte, occupandogli spazi che gli lasciano, espandendo ed occupando e saturando come il metano, nell'attesa che l'imbecille che lo ha liberato poi accenda un fiammifero !
e poi, siamo sinceri: chi, al suo posto, non farebbe lo stesso, che se un cretino ti da corda, viene naturale fare il nodo e preparare il cappio, per impiccarlo ?
Il nanerottolo, come tante mezze seghe, già di suo tende ad alzarsi sulla punta dei piedi, cercando con il rumore di attirare l'attenzione che, per spessore ed altezza, un'avara - o previdente - natura non gli ha concesso.
Come per quelli della bottiglia di spumante, una volta che si scrolla il gasato nel vetro, questo si agita e il tappo salta.
La televisione britannica - Channel Four - c'ha messo la zeppa sotto le scarpette, dando spessore e pompando diverse atmosfere in quel palloncino, che s'è subito gonfiato;
il Mahmoud Ahmadinejad ha subito preso in mano il manico della situazione: il microfono, che imbonitori del catodo, gli hanno praticamente infilato in bocca, e ha sparato cazzate a raffica, usando quel fallo elettronico come fosse un Kalasnikov;
A cavallo, tra il Natale e la fine dell'anno, hanno dato le chiavi della cristalleria ad un elefante, a dare spolvero alle preziosità esposte.
L'inizio delle ostilità non si fa attendere e iniziano le mitragliate...
"Rat-ta-tat-tat-ta...bla-bla-bla-bla..."
- «Tornasse lui, cari voi, c'avrebbe una delle mie divise di Pasdaran; guerrigliero e anticapitalista, contro gli "Iuessei" e voi, occidentali degenerati, arroganti e senza remore. Ah, sì: ci fosse il buon Gesù, per voi sarebbero cavoli amari ! Sarebbe pronto a guidare il mondo verso l'amore, la fratellanza e la giustizia...magari con la mia bombetta atomica, missili a lunga gittata e tanti coglioni, pronti a farsi saltare in aria e colpire, davanti a scuole, nei mercati, sugli autobus, nei cinema e ovunque vi sia raccolta di carne scelta, da macinare».
E già...domani sarai con me in Paradiso, disse ad uno dei ladroni, che certo era meno meritevole di un martire;
e magari si trovano pure porte comunicanti, a sconfinare nelle camere dove ci stanno le vergini, a sostituire le bambole gonfiabili e la manina, con cui questi eroi delle stragi si sollazzano in questo, di mondo.
Il delirio del nanetto prosegue a ruota libera, sborda dagli argini, deraglia e raglia, sbava e bauscia, sputa e scatarra, che il suo Gesù-Swazzeneger si opporrebbe ai guerrafondai, agli arroganti e ai...terroristi !
Ben fatto, Channel Four, che invece di portare fuori la bestia a sporcare, s'è fatto fare la cacca in casa !
Intanto, in casa sua, il Mahmoud porta i convertiti cristiani in palmo di mano, li valorizza, anzi, li innalza:
su, su, sempre più in alto...agganciati per il collo al gancio di una gru !
Mano tesa, ad uno che tiene i forni caldi, pronto a dar la fiammata appena e all'occasione, quando e qualora l'ebreo possa capitagli tra le mani che, come quelli di Hezbollah - compagni di merende - non nasconde di voler cancellare: non a campione, ma per intero !
Ma guarda tè da che pulpito viene la predica;
e non posso neppure dire che l'Ahmadinejad di cose non ne capisce un'acca, che quella se l'è quasi costruita, non so di quanti megatoni.
Lasciamo un cazziatone per un altro, il palcoscenico per la tribuna, ma stesso volersi sbrodolare addosso.
- «Non siete pronti: se non sapete accogliere lo straniero, il diverso, non potete accogliere il Bambin Gesù: Perciò, Gesù non nasce».
Ecco che Monsignore Attilio Bianchi, parroco di Santa Lucia, in quel di Bergamo, fa abortire pure la Madonna !
L'Italia, il più gran colabrodo dell'intero Mediterraneo e dell'Europa intera, dove sono sbarcati tutti e tutti sono arrivati - annuncio di terra promessa - e dove a nessuno s'è sparato addosso o si è turato accesso, eccola, paese ingrato, a prendersi pure la scoppola da un indossatore di tonaca, che ci da del cornuto, dopo essere stati continuamente mazziati !
"Vecchio scarpone, quanto tempo è passato / quanti ricordi fai rivivere tu [...] in mezzo al fango con la pioggia o con il sol / forse sapresti se volesse il destino / camminare ancor".
Da qualche parte ce li ho ancora, i vecchi pianali delle mie scarpinate;
robusti, pesanti, di cuoio tenace, di cotica spessa, tacco e punta rinforzata: quanto basterebbe a portare l'Attilio a toccare il cielo con un dito !
Questo mi toglie Gesù Bambino dal Presepe; il pari suo, in una chiesa di Genova - così come in una scuola di Venezia - mi ci mette moschea, minareto e il muro, come quello che divide Israele dalla Palestina, con tanto di soldatini: il "Moscopresepe" con la "Minacapanna", i "Pastorbollh" e - perché no ? - tanto che ci siamo, possiamo continuare, con un Qassam a far la Cometa e candelotti di dinamite, tritolo e plastico invece di oro, incenso e mirra !
La "cima alla genovese", il don Prospero Bonzani, giustifica e indica la commistione, l'ottenere il can bastardo, come mezzo per "intraprendere il difficile dialogo con il mondo islamico";
e che: lo fai portando via i sogni e il mondo ai bambini ?
- «Me fe girà i ball, malnatt balabiott e ciaparatt !»
A queste ritirate, più che ritiri spirituali, si aggiungono realtà, come a Ravenna, dove tre quarti degli asili hanno preferito la "rivoluzione del gesso", scegliendo di non fare...le belle statuine.
Il Mahmoud prende Gesù e lo brandisce; L'Attilio, il Prospero e gli scolastici lo nascondono o lo gettano.
Non so chi di questi è peggio, interpretandoli per ruolo, divisa e campo.
Ha ragione Anjem Choudary, presidente degli avvocati musulmani in Inghilterra:
- «Il Natale è una via verso l'inferno !»
Se lo dicesse solo lui, l'avvocato...del diavolo, capirei;
ma non quando le corna ce le mettono le nostre, di sottane !
Natale è passato, così il Presepe, ma restano le categorie di Don Mariano, il Padrino de "Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia, dove parla di suo e dice:
- «L'umanità [...] la divido in cinque categorie:
gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i pigliainculo e i quaquaraquà.
Pochissimi i primi e pochi i secondi;
gli ominicchi [...] sono scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi, i pigliainculo sono un esercito mentre i quaquaraquà dovrebbero vivere con le anatre nelle pozzanghere...»
Don Mariano docet.
Io, secondo me...29.12.2008
lunedì 29 dicembre 2008
lunedì 22 dicembre 2008
Credendo vides
Sarà la stagione, che per molti rende piacevole restare tra calde coperte, mentre fuori biancheggia il nevischio, la pioggia schiaffeggia le tapparelle o il gelo fa scricchiolare ossa, rami e ghiaccioli;
il sonno è come l'abbraccio della mamma, la carezza della bambagia o l'accoglienza, nella soffice paglia del nido.
La pace dei sensi è l'essere sollevato da ogni dolore o dispiacere, da problemi o fastidi, dal doversi confrontare con cose e persone, in difficili ed avverse prove prodotte dalla nuova società, talmente connessa nei suoi gangli nervosi da subire sempre più l'effetto farfalla - il butterfly effect - quel fenomeno che saggi studiosi furono a rivelare:
"Piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema: il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo ".
Un avvenimento. Un comportamento, la scelta tra un'azione invece che l'altra, può far crescere, in maniera esponenziale, nel bene come nel male, l'effetto spesso banalizzato o considerato insignificante del proprio infimo nascere.
Da un refolo d'aria la furia dei venti, da una goccia il diluvio, da un sassolino la frana.
Tutto questo anche se noi si continua a dormire...o magari, proprio per quello !
La giusta chiave di lettura di questo può salvarci la pelle domani; lo stesso, al contrario, ce la giochiamo.
Peggio è quando il messaggio ci giunge qual è, nella sua nuda crudità, ma si decide di girarsi dall'altra parte, credendo che bastino le mura di casa a tenere lontano tutte le disgrazie e le calamità.
O, ancora più cinico, quando si cerca il "tirare a campare", egoisticamente sperando che il cerino acceso rimanga a bruciare le mani della prossima generazione, lasciandoci godere questo spicchio di vita, che una benevola provvidenza ci ha donato, lasciando altri a morire di fame o essere schiacciati da guerre o vittime da formicaio, al grido di "Una singola morte è una tragedia, un milione di morti è una statistica" e "Tanto io che ci posso fare ?".
butterfly effect...effetto farfalla: l'ozio dei sensi e della ragione costò due guerre mondiali, perché non si ebbe il coraggio di uccidere il mostro in culla.
Lo stesso sta accadendo con il terrorismo e non riaffermare e contrapporre al disfacimento morale i principi irrinunciabili della vita: "Verità e Libertà"; "Fede e Ragione", "Valori e Regole" come, nel nostro specifico, il non voler essere...Protagonisti per l'Europa Cristiana, culla della nostra civiltà e fondamentale della nostra identità, non in contrapposizione, ma a difesa di un essere specifico ed equivalenza, se non di forme, almeno nella sostanza, a sublimare basi universali e irrinunciabili;
sacralità della vita, libertà e rispetto: la prima per aspirare alla seconda ed ottenere la terza.
Ognuno nel pieno della propria specificità, nel proprio vestito, mentale e fisico, ma a far perno - senza se e senza ma - su un vitale minimo comun denominatore.
Senza, si è nulla e nessuno, una pianta senza radici, bella magari per un giorno, ma subito a sfiorire.
Non secondo al pericolo che viene da fuori, peggio è dal di dentro, dove un becero idealismo di un credo rottamato, scavator di tombe e sepolcri, ha consumato le basi della famiglia e della scuola, succhiandone il succo come una bibita con la cannuccia.
Dalle basi alle fondamenta, il passaggio è stato breve: il messaggio corrosivo della catena di sant'Antonio applicato al sistema ha propagato il contagio inducendo i destinatari a produrne copie da spedire, perpetuando e amplificandone i nefasti effetti...butterfly effect: dal sassolino alla valanga, dal crollo dei mercati all'evaporazione dei propri risparmi, da questo alla creazione dei nuovi poveri al rischio che tutto imploda, in un'inarrestabile corsa nell'abisso.
- «Lasciamo che i morti seppelliscano i propri morti !»
Magdi Cristiano Allam ha costruito una vita con la trasparenza del cristallo, con l'esempio della fede in valori mai negoziabili, in piena visione e condivisione di un prossimo fondato su gente di buona volontà, disposti a mettersi in discussione, guardando in faccia e offrendo la propria, ma non la guancia.
"Verità e Libertà"; "Fede e Ragione", "Valori e Regole":
l'irrinunciabile, per il nuovo "Protagonisti per l'Europa Cristiana".
Cristiano ce lo propone, non promettendo lustro ed onori, ma un cammino che, all'inizio, costerà "Sangue, sudore e lacrime", almeno fino a che l'organismo sarà cresciuto, a poter difendersi da solo dall'assalto dei predatori.
Ora quest'esserino è ancora indifeso, possibile d'essere soffocato nel suo nascere:
prossimamente in tutto il paese sarà preparato il "corredino", banchetti dove gli italiani saranno a decidere se firmare per permettere che lui venga al mondo, a lasciargli possibilità di dimostrare valore.
Ai vivi, alle persone di buona volontà, a chi non smette mai di lottare, a tutti rivolgo invito:
accorrete numerosi, abbiate fiducia perché "Credendo vides"...ovvero: per vedere bisogna credere.
Farfalle, battete le vostre ali.
Alle cicale, invece dico: restate tra calde coperte, mentre fuori biancheggia il nevischio, la pioggia schiaffeggia le tapparelle o il gelo fa scricchiolare ossa, rami e ghiaccioli, nella falsa sicurezza che bastino le pareti delle vostre tane a proteggervi.
Io, secondo me...22.12.2008 - http://www.beppefontana.blogspot.com/
il sonno è come l'abbraccio della mamma, la carezza della bambagia o l'accoglienza, nella soffice paglia del nido.
La pace dei sensi è l'essere sollevato da ogni dolore o dispiacere, da problemi o fastidi, dal doversi confrontare con cose e persone, in difficili ed avverse prove prodotte dalla nuova società, talmente connessa nei suoi gangli nervosi da subire sempre più l'effetto farfalla - il butterfly effect - quel fenomeno che saggi studiosi furono a rivelare:
"Piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema: il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo ".
Un avvenimento. Un comportamento, la scelta tra un'azione invece che l'altra, può far crescere, in maniera esponenziale, nel bene come nel male, l'effetto spesso banalizzato o considerato insignificante del proprio infimo nascere.
Da un refolo d'aria la furia dei venti, da una goccia il diluvio, da un sassolino la frana.
Tutto questo anche se noi si continua a dormire...o magari, proprio per quello !
La giusta chiave di lettura di questo può salvarci la pelle domani; lo stesso, al contrario, ce la giochiamo.
Peggio è quando il messaggio ci giunge qual è, nella sua nuda crudità, ma si decide di girarsi dall'altra parte, credendo che bastino le mura di casa a tenere lontano tutte le disgrazie e le calamità.
O, ancora più cinico, quando si cerca il "tirare a campare", egoisticamente sperando che il cerino acceso rimanga a bruciare le mani della prossima generazione, lasciandoci godere questo spicchio di vita, che una benevola provvidenza ci ha donato, lasciando altri a morire di fame o essere schiacciati da guerre o vittime da formicaio, al grido di "Una singola morte è una tragedia, un milione di morti è una statistica" e "Tanto io che ci posso fare ?".
butterfly effect...effetto farfalla: l'ozio dei sensi e della ragione costò due guerre mondiali, perché non si ebbe il coraggio di uccidere il mostro in culla.
Lo stesso sta accadendo con il terrorismo e non riaffermare e contrapporre al disfacimento morale i principi irrinunciabili della vita: "Verità e Libertà"; "Fede e Ragione", "Valori e Regole" come, nel nostro specifico, il non voler essere...Protagonisti per l'Europa Cristiana, culla della nostra civiltà e fondamentale della nostra identità, non in contrapposizione, ma a difesa di un essere specifico ed equivalenza, se non di forme, almeno nella sostanza, a sublimare basi universali e irrinunciabili;
sacralità della vita, libertà e rispetto: la prima per aspirare alla seconda ed ottenere la terza.
Ognuno nel pieno della propria specificità, nel proprio vestito, mentale e fisico, ma a far perno - senza se e senza ma - su un vitale minimo comun denominatore.
Senza, si è nulla e nessuno, una pianta senza radici, bella magari per un giorno, ma subito a sfiorire.
Non secondo al pericolo che viene da fuori, peggio è dal di dentro, dove un becero idealismo di un credo rottamato, scavator di tombe e sepolcri, ha consumato le basi della famiglia e della scuola, succhiandone il succo come una bibita con la cannuccia.
Dalle basi alle fondamenta, il passaggio è stato breve: il messaggio corrosivo della catena di sant'Antonio applicato al sistema ha propagato il contagio inducendo i destinatari a produrne copie da spedire, perpetuando e amplificandone i nefasti effetti...butterfly effect: dal sassolino alla valanga, dal crollo dei mercati all'evaporazione dei propri risparmi, da questo alla creazione dei nuovi poveri al rischio che tutto imploda, in un'inarrestabile corsa nell'abisso.
- «Lasciamo che i morti seppelliscano i propri morti !»
Magdi Cristiano Allam ha costruito una vita con la trasparenza del cristallo, con l'esempio della fede in valori mai negoziabili, in piena visione e condivisione di un prossimo fondato su gente di buona volontà, disposti a mettersi in discussione, guardando in faccia e offrendo la propria, ma non la guancia.
"Verità e Libertà"; "Fede e Ragione", "Valori e Regole":
l'irrinunciabile, per il nuovo "Protagonisti per l'Europa Cristiana".
Cristiano ce lo propone, non promettendo lustro ed onori, ma un cammino che, all'inizio, costerà "Sangue, sudore e lacrime", almeno fino a che l'organismo sarà cresciuto, a poter difendersi da solo dall'assalto dei predatori.
Ora quest'esserino è ancora indifeso, possibile d'essere soffocato nel suo nascere:
prossimamente in tutto il paese sarà preparato il "corredino", banchetti dove gli italiani saranno a decidere se firmare per permettere che lui venga al mondo, a lasciargli possibilità di dimostrare valore.
Ai vivi, alle persone di buona volontà, a chi non smette mai di lottare, a tutti rivolgo invito:
accorrete numerosi, abbiate fiducia perché "Credendo vides"...ovvero: per vedere bisogna credere.
Farfalle, battete le vostre ali.
Alle cicale, invece dico: restate tra calde coperte, mentre fuori biancheggia il nevischio, la pioggia schiaffeggia le tapparelle o il gelo fa scricchiolare ossa, rami e ghiaccioli, nella falsa sicurezza che bastino le pareti delle vostre tane a proteggervi.
Io, secondo me...22.12.2008 - http://www.beppefontana.blogspot.com/
venerdì 19 dicembre 2008
Giri di giostra
Oggi voglio invitare l'errante, che dovesse incappare nel mio scrivere, a fare con me alcuni giri di giostra, sperando di fare come i guitti che un tempo si esibivano sulle piazze e passare, al fin della fiera, con il cappello o la scodellina a raccattare qualche cosa per il companatico.
Io mi accontenterò di chiedere aiuto e il passaparola, a far nascere una creatura !
Questo, al termine: non barate, non andate a leggere il finale.
Ma, iniziamo: accomodiamoci sul seggiolino, che vi farò girare;
se ci riesco, pure le balle, che l'arrabbiatura almeno sarà segno che ancora abbiamo da spendere per noi.
Le pulci seguono il cane:
come per la migrazione dei popoli, è legge di natura che ognuno s'attacchi alla dispensa.
Ogni pasto si trascina appresso, quando va ancora bene, dei parassiti, che almeno s'accontentano di rubare solo una parte del nostro, per lavoro ed energie;
diversamente, i predatori: vogliono spolpare, perché è vicino all'osso che il prosciutto è più dolce.
Da ogni dove sono arrivati a noi, sulla porta di casa, dal cielo, dalla terra e - i più disgraziati - dal mare:
sono i migranti e, in special modo, per l'argomento che vò a trattare, musulmani, che dall'Islam accogliamo e ospitiamo.
Ad anticipare la replica degli inventori dell'acqua calda, sono a dire che non mi preoccupa la maggior parte di quelli, che qui ci sta bene perché in fuga dal peggio e sarebbe assurdo lamentarsi e sputare nel piatto dove si mangia quando, da dove arrivati, lo sputo l'avevano in faccia.
- La maggior parte è brava gente, lavora e pensa ai fatti propri, e poi, ne abbiamo bisogno»,
è il dire Cardinal porporato all'ultimo dei pappagalli di Lapalisse da cui "lapalissiano", ad indicare affermazione di cosa ovvia, derivazione dell'ironica canzoncina:
«Ahimè, La Palice è morto / è morto davanti a Pavia / ahimè, se non fosse morto / farebbe ancora invidia».
Bene, non mi curo e parlo del cane, ma delle pulci; non delle pecore ma dei lupi:
al branco e in groppa ai disperati, al pelo e agli stinchi, si sono aggrappati queste e quelli.
In quale stalla menare la carne e fattrice di vitello e latte, se non - dove possibile - le Moschee ?
Sempre per i cultori dell'acqua calda per la vasca di Lapalisse: non tutte, ma quante bastano ad indottrinare all'uso del moschetto che della parola.
Troppo chiedere che diventino tutte, se non di cristallo, cristalline ?
Troppo chiedere che si predichi in italiano, che è il minimo pretendere di conoscere e usare per capire o capirsi a vicenda ?
Forse che si chieda siamo noi a dover imparare l'arabo ?
Troppo chiedere che gli imam siano trasparenti e rispettosi, e non a berciare che noi siamo brutti e sporchi, scimmie, cani maiali, infedeli e tanto più, quasi si fosse contenitori di raccolta differenziata, comunque rifiuti ?
Troppo rispedirli al paesello, quando continuano nel triturarci gli zebedei con l'unguento dell'odio e la soda caustica ?
Se mi gratto simili piattole dalle sacche dello scroto sono razzista, xenofobo, fomentatore per l'estinzione del Panda ?
Se m'incazzo al lancio del Crocefisso dalle finestre, dalla cancellazione del Presepe, dalle vesti del Natale e mi vergogno delle parole delle canzoncine che l'accompagnano e non suono le campane per non urtare la suscettibilità di simili personaggi, sono un becero tracciatore di confini da ghetto o nostalgico dei campi di concentramento ?
Mi dispiace, ma simile teppaglia la uso come batacchio della campana, asino per il Presepe e piedistallo per la Croce.
Ah, piccolo inciso: nel ghetto ci stiamo noi;
ci siamo rinchiusi da soli spogliandoci d'ogni referenza e riferimento, a non essere più né carne né pesce, ad aver venduto progenitura per un piatto di lenticchie e dilapidato l'eredità dei nostri antichi padri.
- «Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo ?», erano le grandi domande dell'umanità;
oggi, ruderi di un...tempio che fu, grandezza, storia e maestà, eredità dissolta da involuti trogloditi che, alla domanda hanno dato soluzione; da, che e dove...risposta: nulla.
Altro giro di giostra.
Siamo in ginocchio: lo siamo per il relativismo e l'anarchia con cui abbiamo rincorso il piacere, l'applicare "meglio un giorno da leoni che cent'anni da pecora" o "pochi, maledetti ma subito !", il "meglio un uovo oggi che la gallina domani" e l'azzardo, d'accettare il rischio nella speranza che il cerino, alla consumazione, rimanga e bruci in mano ad altri.
Per le cicale è arrivato l'inverno, e siamo a piangere perché: "Bambole, non c'è una lira !".
E già, i valori stampati sulla carta ci hanno portato a...rotoli, tanti piani di morbidezza per detergere un sistema cinico ed egoista, dogma e dottrina di sacerdoti con la faccia come il culo !
Valori, come le puntate del Poker, dove però qualcuno ha deciso di vedere, scoprendo il bluff, per noi che si pensava di rischiare solo i fagioli usati per coprire la casella della Tombola.
Ecco perso tutto: radici, personalità, dignità, rispetto, autorità, pulizia morale.
E come si può avere ancora bronzo per la faccia persa, ad evitare che ce la insaponino con il catarro e la passino con lo strofinaccio.
La famiglia va a pezzi, così la scuola, sbriciolate e minate dalle polveri di un credo sinistroide specializzato alla demolizione e alla ricerca del potere, in distillato puro, ma incapace, per scuola, cultura e moralità, a costruire.
Beh, in quanto devastatori, hanno fatto un buon lavoro, del loro peggio.
L'aver purgato l'intestino non ci ha impedito d'esser stati ridotti a larve di noi stessi.
Siamo deboli, febbricitanti, inermi, indifesi.
Depressi.
Resa.
Rassegnazione.
Come durante la ritirata di Russia, storia di nostri coraggiosi ragazzi mandati al macello per dar modo al fascio d'essere bauscia e menare vanto: era così bello, suadente, invitante e liberatorio il concedersi al sonno del generale inverno, che era sì l'anticamera della morte, ma volete mettere quanto dolce.
Si diventava ghiacci, in piedi, seduti o accovacciati, che se poi ti toccavano, pezzi di te si staccavano, come per le delicate statuette di porcellana: racchiusi nella neve, come a Pompei dalle ceneri vulcaniche o per gli antichi sauri, cementati e mineralizzati nei sedimenti, vecchi di milioni d'anni;
questi sono gli elementi, gli "stampini", come quelli usati dai bambini sulle spiagge, "formine" e gusci che la natura utilizza per fare calco delle nostre carcasse, come le immagini in terracotta degli antichi dei, che si credeva legate ad ogni vivente ed usate dalle divinità per giocare e giocarsi quei pezzi, come fossero parti di un'eterna partita a scacchi ove, dal capriccio o per incapacità dei giocatori, noi si poteva finire mangiati, fuori gioco.
Stecchiti.
Abbiamo bisogno di una cura ricostituente, di battere nuova moneta, non più di carta, ma d'oro, con inciso nella carne il, anzi, i valori:
"Verità e Libertà"; "Fede e Ragione", "Valori e Regole".
Ultimo giro di giostra.
Magdi Cristiano Allam: un uomo, una testimonianza, la sua vita da anni sotto i nostri occhi, un'anima di vetro trasparente.
Può piacere o non piacere, ma tra il suo dire e il fare non ci sta di mezzo il mare.
L'esempio di una crescita, come uomo, come pensiero, come maturità, come coerenza.
Ha detto: «Io credo», a Dio - che può essere personale - ma anche in quei valori che sono l'universale e vero collante d'ogni società evoluta.
- «Musica già sentita, moneta già spesa, ormai svalutata» ribatteranno sicuramente alcuni dei "ritirati di Russia".
Giusto. Ma non consumati per l'abuso !
La parola magica risiede in un primo atto di fede, nel non vergognarsi di spendere ancora quella parola:
- «Io, noi crediamo !»
La resa è per i morti.
Mi rivolgo ai vivi.
Aiutateci, aiutatemi, a permettere che questo neonato partito, con un padre amoroso, possa venire alla luce, crescere e dimostrare il proprio valore, o scomparire, se non poi all'altezza.
Si chiederà prossimamente una firma, non per averne tessere - che, chi la vorrà è benvenuto - ma quel sigillo sarà a sancire che, sì: c'è una base, lo si vuole, si vuole che il piccolo possa lanciare il primo vagito.
Chi vuole, chi può, io prego: date, dateci un'opportunità; divulgate e fate conoscere, e se non sarò e saremo ad onorare la vostra benevolenza, sarò il primo ad offrire il muso e il posteriore ai calci.
Ai "nemici" voglio dire: lo siamo e, magari lo resteremo pure avanti e forse divaricheremo, ma ci sono tanti percorsi per arrivare allo stesso mare.
Se non buoni amici, almeno resteremo buoni nemici, e chissà che non ci si avvicini con il rispetto, se non con le idee.
A voi, d'altra sponda, fede o credo, sono a domandare una firma, secondo la "regola" di Voltaire:
«Non sono affatto d'accordo con ciò che dite, ma mi batterò fino alla morte perché nessuno vi impedisca di dirlo».
Grazie, amici e nemici, per ogni goccia che potete aggiungere alla nostra borraccia.
Beppe, il Fontana.
Io, secondo me...19.12.2008 - http://www.beppefontana.blogspot.com/
Io mi accontenterò di chiedere aiuto e il passaparola, a far nascere una creatura !
Questo, al termine: non barate, non andate a leggere il finale.
Ma, iniziamo: accomodiamoci sul seggiolino, che vi farò girare;
se ci riesco, pure le balle, che l'arrabbiatura almeno sarà segno che ancora abbiamo da spendere per noi.
Le pulci seguono il cane:
come per la migrazione dei popoli, è legge di natura che ognuno s'attacchi alla dispensa.
Ogni pasto si trascina appresso, quando va ancora bene, dei parassiti, che almeno s'accontentano di rubare solo una parte del nostro, per lavoro ed energie;
diversamente, i predatori: vogliono spolpare, perché è vicino all'osso che il prosciutto è più dolce.
Da ogni dove sono arrivati a noi, sulla porta di casa, dal cielo, dalla terra e - i più disgraziati - dal mare:
sono i migranti e, in special modo, per l'argomento che vò a trattare, musulmani, che dall'Islam accogliamo e ospitiamo.
Ad anticipare la replica degli inventori dell'acqua calda, sono a dire che non mi preoccupa la maggior parte di quelli, che qui ci sta bene perché in fuga dal peggio e sarebbe assurdo lamentarsi e sputare nel piatto dove si mangia quando, da dove arrivati, lo sputo l'avevano in faccia.
- La maggior parte è brava gente, lavora e pensa ai fatti propri, e poi, ne abbiamo bisogno»,
è il dire Cardinal porporato all'ultimo dei pappagalli di Lapalisse da cui "lapalissiano", ad indicare affermazione di cosa ovvia, derivazione dell'ironica canzoncina:
«Ahimè, La Palice è morto / è morto davanti a Pavia / ahimè, se non fosse morto / farebbe ancora invidia».
Bene, non mi curo e parlo del cane, ma delle pulci; non delle pecore ma dei lupi:
al branco e in groppa ai disperati, al pelo e agli stinchi, si sono aggrappati queste e quelli.
In quale stalla menare la carne e fattrice di vitello e latte, se non - dove possibile - le Moschee ?
Sempre per i cultori dell'acqua calda per la vasca di Lapalisse: non tutte, ma quante bastano ad indottrinare all'uso del moschetto che della parola.
Troppo chiedere che diventino tutte, se non di cristallo, cristalline ?
Troppo chiedere che si predichi in italiano, che è il minimo pretendere di conoscere e usare per capire o capirsi a vicenda ?
Forse che si chieda siamo noi a dover imparare l'arabo ?
Troppo chiedere che gli imam siano trasparenti e rispettosi, e non a berciare che noi siamo brutti e sporchi, scimmie, cani maiali, infedeli e tanto più, quasi si fosse contenitori di raccolta differenziata, comunque rifiuti ?
Troppo rispedirli al paesello, quando continuano nel triturarci gli zebedei con l'unguento dell'odio e la soda caustica ?
Se mi gratto simili piattole dalle sacche dello scroto sono razzista, xenofobo, fomentatore per l'estinzione del Panda ?
Se m'incazzo al lancio del Crocefisso dalle finestre, dalla cancellazione del Presepe, dalle vesti del Natale e mi vergogno delle parole delle canzoncine che l'accompagnano e non suono le campane per non urtare la suscettibilità di simili personaggi, sono un becero tracciatore di confini da ghetto o nostalgico dei campi di concentramento ?
Mi dispiace, ma simile teppaglia la uso come batacchio della campana, asino per il Presepe e piedistallo per la Croce.
Ah, piccolo inciso: nel ghetto ci stiamo noi;
ci siamo rinchiusi da soli spogliandoci d'ogni referenza e riferimento, a non essere più né carne né pesce, ad aver venduto progenitura per un piatto di lenticchie e dilapidato l'eredità dei nostri antichi padri.
- «Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo ?», erano le grandi domande dell'umanità;
oggi, ruderi di un...tempio che fu, grandezza, storia e maestà, eredità dissolta da involuti trogloditi che, alla domanda hanno dato soluzione; da, che e dove...risposta: nulla.
Altro giro di giostra.
Siamo in ginocchio: lo siamo per il relativismo e l'anarchia con cui abbiamo rincorso il piacere, l'applicare "meglio un giorno da leoni che cent'anni da pecora" o "pochi, maledetti ma subito !", il "meglio un uovo oggi che la gallina domani" e l'azzardo, d'accettare il rischio nella speranza che il cerino, alla consumazione, rimanga e bruci in mano ad altri.
Per le cicale è arrivato l'inverno, e siamo a piangere perché: "Bambole, non c'è una lira !".
E già, i valori stampati sulla carta ci hanno portato a...rotoli, tanti piani di morbidezza per detergere un sistema cinico ed egoista, dogma e dottrina di sacerdoti con la faccia come il culo !
Valori, come le puntate del Poker, dove però qualcuno ha deciso di vedere, scoprendo il bluff, per noi che si pensava di rischiare solo i fagioli usati per coprire la casella della Tombola.
Ecco perso tutto: radici, personalità, dignità, rispetto, autorità, pulizia morale.
E come si può avere ancora bronzo per la faccia persa, ad evitare che ce la insaponino con il catarro e la passino con lo strofinaccio.
La famiglia va a pezzi, così la scuola, sbriciolate e minate dalle polveri di un credo sinistroide specializzato alla demolizione e alla ricerca del potere, in distillato puro, ma incapace, per scuola, cultura e moralità, a costruire.
Beh, in quanto devastatori, hanno fatto un buon lavoro, del loro peggio.
L'aver purgato l'intestino non ci ha impedito d'esser stati ridotti a larve di noi stessi.
Siamo deboli, febbricitanti, inermi, indifesi.
Depressi.
Resa.
Rassegnazione.
Come durante la ritirata di Russia, storia di nostri coraggiosi ragazzi mandati al macello per dar modo al fascio d'essere bauscia e menare vanto: era così bello, suadente, invitante e liberatorio il concedersi al sonno del generale inverno, che era sì l'anticamera della morte, ma volete mettere quanto dolce.
Si diventava ghiacci, in piedi, seduti o accovacciati, che se poi ti toccavano, pezzi di te si staccavano, come per le delicate statuette di porcellana: racchiusi nella neve, come a Pompei dalle ceneri vulcaniche o per gli antichi sauri, cementati e mineralizzati nei sedimenti, vecchi di milioni d'anni;
questi sono gli elementi, gli "stampini", come quelli usati dai bambini sulle spiagge, "formine" e gusci che la natura utilizza per fare calco delle nostre carcasse, come le immagini in terracotta degli antichi dei, che si credeva legate ad ogni vivente ed usate dalle divinità per giocare e giocarsi quei pezzi, come fossero parti di un'eterna partita a scacchi ove, dal capriccio o per incapacità dei giocatori, noi si poteva finire mangiati, fuori gioco.
Stecchiti.
Abbiamo bisogno di una cura ricostituente, di battere nuova moneta, non più di carta, ma d'oro, con inciso nella carne il, anzi, i valori:
"Verità e Libertà"; "Fede e Ragione", "Valori e Regole".
Ultimo giro di giostra.
Magdi Cristiano Allam: un uomo, una testimonianza, la sua vita da anni sotto i nostri occhi, un'anima di vetro trasparente.
Può piacere o non piacere, ma tra il suo dire e il fare non ci sta di mezzo il mare.
L'esempio di una crescita, come uomo, come pensiero, come maturità, come coerenza.
Ha detto: «Io credo», a Dio - che può essere personale - ma anche in quei valori che sono l'universale e vero collante d'ogni società evoluta.
- «Musica già sentita, moneta già spesa, ormai svalutata» ribatteranno sicuramente alcuni dei "ritirati di Russia".
Giusto. Ma non consumati per l'abuso !
La parola magica risiede in un primo atto di fede, nel non vergognarsi di spendere ancora quella parola:
- «Io, noi crediamo !»
La resa è per i morti.
Mi rivolgo ai vivi.
Aiutateci, aiutatemi, a permettere che questo neonato partito, con un padre amoroso, possa venire alla luce, crescere e dimostrare il proprio valore, o scomparire, se non poi all'altezza.
Si chiederà prossimamente una firma, non per averne tessere - che, chi la vorrà è benvenuto - ma quel sigillo sarà a sancire che, sì: c'è una base, lo si vuole, si vuole che il piccolo possa lanciare il primo vagito.
Chi vuole, chi può, io prego: date, dateci un'opportunità; divulgate e fate conoscere, e se non sarò e saremo ad onorare la vostra benevolenza, sarò il primo ad offrire il muso e il posteriore ai calci.
Ai "nemici" voglio dire: lo siamo e, magari lo resteremo pure avanti e forse divaricheremo, ma ci sono tanti percorsi per arrivare allo stesso mare.
Se non buoni amici, almeno resteremo buoni nemici, e chissà che non ci si avvicini con il rispetto, se non con le idee.
A voi, d'altra sponda, fede o credo, sono a domandare una firma, secondo la "regola" di Voltaire:
«Non sono affatto d'accordo con ciò che dite, ma mi batterò fino alla morte perché nessuno vi impedisca di dirlo».
Grazie, amici e nemici, per ogni goccia che potete aggiungere alla nostra borraccia.
Beppe, il Fontana.
Io, secondo me...19.12.2008 - http://www.beppefontana.blogspot.com/
martedì 16 dicembre 2008
Esterno in giallo
Le catene d'oggi, diversamente da quelle degli antichi schiavi, non sono più a maglia di ferro, ma di rutilio;
comunque servono ad asservire nuovi forzati, in forza di una nuova legge del feudo, che vuole altri padroni gestire la cotenna dei disgraziati come meglio credono, ed essendo pure atei, non hanno da rendere conto neppure ad una coscienza e ancora meno a Dio, che lo sono essi stessi, agli occhi dei loro servi !
Se mai lo schifo e il disprezzo possono mai arrivare ad un limite, io non l'ho ancora trovato, che il vento dell'ipocrisia spinge ogni paletto ad allontanarsi sempre di più: perfino nell'oscurità più assoluta, quell'Apocalisse del nostro Evo antico, fissava un termine, il famoso "Mille e non più mille" !
Nella nostra storia, non esiste, se non per le misere ed effimere esistenze, che ancora oggi, come secoli fa, portano la pelle nera.
Ancora è l'Africa che piange e, nello specifico, per il mio parlare, il Congo.
Ma se Cartagine piange, Roma non ride, che gran parte del continente nero porta cicatrici o le avrà, compatibilmente - e incredibilmente - per colpa delle proprie ricchezze !
Il colonialismo di vecchia data insegnò cosa vuole dire la sofferenza per chi siede sulla ricchezza ma non ha modo di trasformarla: destino vuole che la perderà, perché i ladri sapranno come sfruttarla in vece loro.
Che si chiami Congo o Sudan, che sia petrolio, legname, minerali o l'avorio della Namibia, l'esattore delle nuove cambiali, firmate sulla pelle degli schiavi indigeni, si chiama Cina, e la nuova religione "cinesizzazione", come quella in Tibet.
Proseguendo a parlare dell'ex Zaire, possiamo "timbrare", con questo stampino, ogni tattica e strategia provenga dal nuovo imperialismo giallo;
impressionante come tanto silenzio faccia da sfondo e quanto siano latitanti quelli che una volta - e magari ancora hanno, come scheletro nell'armadio - quel bel "libretto rosso", color sangue, "vangelo" di uno dei cavalieri dell'Apocalisse, che fu Mao Zedong.
Le vecchie memorie di scuola mi dicono che niobio e tantalio sono le accoppiate, per il prezioso rutilio: il primo serve a produrre materiali superconduttori, il secondo, per tutte le componenti elettroniche;
la Cina ha scoperto il capitalismo e loro, come i maiali descritti ne "La fattoria degli animali", romanzo dello scrittore inglese George Orwell, ancora sono a dimostrare quanto si ripeta l'oppressione che, scacciato un padrone, se ne fa avanti un altro;
la lotta di classe finisce appena arrivati a ridosso del trogolo.
"Nel mezzo del camin, di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura",
recitava il sommo poeta: era l'anticamera dell'inferno.
Oggi questo pertugio è una voragine di 25 metri, a pochi chilometri da Likasi, città a sud del Congo;
è qui dove una sofferente umanità è intinta nel sugo della pentola del diavolo, nella bolgia degli inferi, per strappare dalla terra il prezioso cobalto e il rame, da portare in offerta agli dei di Pechino.
Nelle gallerie fetide non esiste regola o legge, se non quella di scavare e spalare, fregandosene di quelli che sono sepolti nei budelli precari, dove cunicoli pericolanti e infetti da escrementi e carogne d'animali portano dissenteria e colera e coperta per soffocare nel sonno eterno.
Ogni secchio dei preziosi minerali vale ben di più d'ogni vita che, nell'abbondanza, perde e svaluta se stessa, per la facilità d'essere prontamente sostituita.
Ogni caduto porta alibi al cinismo del proprio assassino: tu mi dai questo e io costruisco ferrovie, dighe, ospedali e strade, dicono i comunisti di una volta.
Peccato che, molto di tutto ciò, serve da supporto e sovrastruttura per muovere, curare, accudire e servire i nuovi signori, tecnici e consiglieri,controllori della "cintura del rame", a ritornare quei soldi a chi li ha spesi.
E poi, hanno trovato più economica moneta di quella cartacea: le armi.
Come in Sudan, l'imperialismo giallo foraggia con queste fornendo a quell'esercito il bastone per tenere buoni i "disturbatori" del pasto del drago.
La "cintura del Rame" è un ottimo cappio per i boia, che una volta volevano "Tutto il potere al popolo" !
Io, secondo me...16.12.2008
comunque servono ad asservire nuovi forzati, in forza di una nuova legge del feudo, che vuole altri padroni gestire la cotenna dei disgraziati come meglio credono, ed essendo pure atei, non hanno da rendere conto neppure ad una coscienza e ancora meno a Dio, che lo sono essi stessi, agli occhi dei loro servi !
Se mai lo schifo e il disprezzo possono mai arrivare ad un limite, io non l'ho ancora trovato, che il vento dell'ipocrisia spinge ogni paletto ad allontanarsi sempre di più: perfino nell'oscurità più assoluta, quell'Apocalisse del nostro Evo antico, fissava un termine, il famoso "Mille e non più mille" !
Nella nostra storia, non esiste, se non per le misere ed effimere esistenze, che ancora oggi, come secoli fa, portano la pelle nera.
Ancora è l'Africa che piange e, nello specifico, per il mio parlare, il Congo.
Ma se Cartagine piange, Roma non ride, che gran parte del continente nero porta cicatrici o le avrà, compatibilmente - e incredibilmente - per colpa delle proprie ricchezze !
Il colonialismo di vecchia data insegnò cosa vuole dire la sofferenza per chi siede sulla ricchezza ma non ha modo di trasformarla: destino vuole che la perderà, perché i ladri sapranno come sfruttarla in vece loro.
Che si chiami Congo o Sudan, che sia petrolio, legname, minerali o l'avorio della Namibia, l'esattore delle nuove cambiali, firmate sulla pelle degli schiavi indigeni, si chiama Cina, e la nuova religione "cinesizzazione", come quella in Tibet.
Proseguendo a parlare dell'ex Zaire, possiamo "timbrare", con questo stampino, ogni tattica e strategia provenga dal nuovo imperialismo giallo;
impressionante come tanto silenzio faccia da sfondo e quanto siano latitanti quelli che una volta - e magari ancora hanno, come scheletro nell'armadio - quel bel "libretto rosso", color sangue, "vangelo" di uno dei cavalieri dell'Apocalisse, che fu Mao Zedong.
Le vecchie memorie di scuola mi dicono che niobio e tantalio sono le accoppiate, per il prezioso rutilio: il primo serve a produrre materiali superconduttori, il secondo, per tutte le componenti elettroniche;
la Cina ha scoperto il capitalismo e loro, come i maiali descritti ne "La fattoria degli animali", romanzo dello scrittore inglese George Orwell, ancora sono a dimostrare quanto si ripeta l'oppressione che, scacciato un padrone, se ne fa avanti un altro;
la lotta di classe finisce appena arrivati a ridosso del trogolo.
"Nel mezzo del camin, di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura",
recitava il sommo poeta: era l'anticamera dell'inferno.
Oggi questo pertugio è una voragine di 25 metri, a pochi chilometri da Likasi, città a sud del Congo;
è qui dove una sofferente umanità è intinta nel sugo della pentola del diavolo, nella bolgia degli inferi, per strappare dalla terra il prezioso cobalto e il rame, da portare in offerta agli dei di Pechino.
Nelle gallerie fetide non esiste regola o legge, se non quella di scavare e spalare, fregandosene di quelli che sono sepolti nei budelli precari, dove cunicoli pericolanti e infetti da escrementi e carogne d'animali portano dissenteria e colera e coperta per soffocare nel sonno eterno.
Ogni secchio dei preziosi minerali vale ben di più d'ogni vita che, nell'abbondanza, perde e svaluta se stessa, per la facilità d'essere prontamente sostituita.
Ogni caduto porta alibi al cinismo del proprio assassino: tu mi dai questo e io costruisco ferrovie, dighe, ospedali e strade, dicono i comunisti di una volta.
Peccato che, molto di tutto ciò, serve da supporto e sovrastruttura per muovere, curare, accudire e servire i nuovi signori, tecnici e consiglieri,controllori della "cintura del rame", a ritornare quei soldi a chi li ha spesi.
E poi, hanno trovato più economica moneta di quella cartacea: le armi.
Come in Sudan, l'imperialismo giallo foraggia con queste fornendo a quell'esercito il bastone per tenere buoni i "disturbatori" del pasto del drago.
La "cintura del Rame" è un ottimo cappio per i boia, che una volta volevano "Tutto il potere al popolo" !
Io, secondo me...16.12.2008
lunedì 15 dicembre 2008
La pelle del Natale
Autorevoli studiosi affermano che, quando si mangia, conviene fare quello e null'altro, men che meno leggere;
io, come tanti immagino, faccio come con la mamma, quando raccomanda di indossare la maglia della salute, mettere la sciarpetta e il cappellino d'inverno e cosi via: ne approvo saggezza e, immancabilmente, seguo la via del bastian contrario.
Cornetto e caffelatte da una parte, giornale allo sfoglio nell'altra, con relativo sbriciolamento e macchie dei primi e occupazione della maggior parte della tavolata con la lenzuolata del secondo.
Gli occhi del camaleonte ruotano e rotolano nell'inchiostro mentre, dall'altro lato, l'istinto animale cerca di coordinare i movimenti che portano qualcosa alla bocca, e talvolta la centrano per somma di tentativi, più che al primo colpo: l'attenzione è sempre più rivolta ad un articolo che sembra proprio fatto per farti restare tutto nel gargarozzo, a dare ragione sia gli studiosi che alla mamma:
"[...] bulbi fluorescenti, fettucce argentate, fiocchi, nappe, lampadine luccicanti, nastri di sgargianti luminarie, che abbracciano il contorno delle finestre o il perimetro dei balconi, in bella mostra nella nostra casa, sull'albero di Natale, a rendere allegre atmosfere: ebbene, molto di questo porta il marchio «Made in China», e sono il prodotto d'umiliazioni, sofferenza e schiavitù".
No, non è solo sfruttamento: quello di donne e bambini, giovani e anziani che lavorano chiusi in ambienti infami, a ritmi serrati e incalzati da guardiani esigenti e impietosi, costretti a soddisfare "il tempo è denaro" del padrone per avere di ritorno briciole di uno e dell'altro: almeno hanno un resto e un ricavo, seppur da miseria;
e, del poco che rimane loro, possono farne uso per tornare, prima o poi, a casa, dalla famiglia.
No, stiamo parlando di prigionia, di servitù, anche se la parola che racchiude la mostruosità ha un che di simpatico, quasi fosse il nome di un orsetto o un simpatico topolino: Laogai, abbreviazione di "Laodong Gaizao", dolcificante dialettico che si traduce come "Riforma attraverso il lavoro".
Questa è una creazione del gran timoniere, quell'assassino che fu Mao Zedong: una particolare forma di lavoro forzato presente dal 1950;
La "riforma" è una forma di rieducazione che comprende: l'uso di bastoni in grado di somministrare scariche elettriche, percosse con manganelli o pugni, uso di manette e catene alle caviglie in modo da causare intenso dolore, sospensione per le braccia, privazione di cibo o sonno o isolamento per periodi prolungati.
Ma non basta, che anche in quel caso vige l'economia del maiale, di cui una volta non si buttava nulla:
i prigionieri sono costretti a lavorare in condizioni malsane o pericolose, come nelle miniere di sostanze tossiche e ai condannati a morte vengono espiantati gli organi, quasi mai senza il loro permesso, per alimentare l'orrido mercato di cui beneficiano i cinesi più agiati oppure per essere venduti all'estero, senza contare che il collagene preso dalla loro pelle è utilizzato per produrre cosmetici;
la pulizia, prima di tutto che, come qualcuno disse del lavoro, rende liberi;
Ecco, questo, più che le palle, fornisce la pelle del nostro Natale.
Come non voglio sapere che pelliccia è quella che sta nei giubbotti e vestimenti che arrivano dal paese, più che dei Ming, del Menga, dove i cani sono spellati ancora vivi per lasciare al meglio il pelo, non oso pensare che mistura è quella che loro definiscono pelle, appunto: cotenna di cosa, o meglio, di chi ?
Forse degli orsetti Laogai ?
Come per i Gulag russi, anche i gemelli cinesi uniscono l'utile al dilettevole:
togliere dalla circolazione quelli che la pensano diversamente, che non accettano la legge del formicaio, insetti a cui la maggior parte del popolo è associato; una regina, tanti soldati e l'eccesso d'operai, che se ne può schiacciare a volontà, per tanto abbondante eccesso e quindi svalutati, pezzi di ricambio, "attrezzi usa e getta"
Come quel che fabbricano, costano e valgono poco.
E noi ne sappiamo qualcosa: in tempo di vacche magre, bisogna fare economia, tirare la cinghia...magari di pelle, rigorosamente "Made in China" !
Proprio bello l'albero quest'anno: volete mettere che figurone, con le sue sfavillante...pelle di Natale !
Si: la colazione mi è andata proprio di traverso.
Io, secondo me...15.12.2008
io, come tanti immagino, faccio come con la mamma, quando raccomanda di indossare la maglia della salute, mettere la sciarpetta e il cappellino d'inverno e cosi via: ne approvo saggezza e, immancabilmente, seguo la via del bastian contrario.
Cornetto e caffelatte da una parte, giornale allo sfoglio nell'altra, con relativo sbriciolamento e macchie dei primi e occupazione della maggior parte della tavolata con la lenzuolata del secondo.
Gli occhi del camaleonte ruotano e rotolano nell'inchiostro mentre, dall'altro lato, l'istinto animale cerca di coordinare i movimenti che portano qualcosa alla bocca, e talvolta la centrano per somma di tentativi, più che al primo colpo: l'attenzione è sempre più rivolta ad un articolo che sembra proprio fatto per farti restare tutto nel gargarozzo, a dare ragione sia gli studiosi che alla mamma:
"[...] bulbi fluorescenti, fettucce argentate, fiocchi, nappe, lampadine luccicanti, nastri di sgargianti luminarie, che abbracciano il contorno delle finestre o il perimetro dei balconi, in bella mostra nella nostra casa, sull'albero di Natale, a rendere allegre atmosfere: ebbene, molto di questo porta il marchio «Made in China», e sono il prodotto d'umiliazioni, sofferenza e schiavitù".
No, non è solo sfruttamento: quello di donne e bambini, giovani e anziani che lavorano chiusi in ambienti infami, a ritmi serrati e incalzati da guardiani esigenti e impietosi, costretti a soddisfare "il tempo è denaro" del padrone per avere di ritorno briciole di uno e dell'altro: almeno hanno un resto e un ricavo, seppur da miseria;
e, del poco che rimane loro, possono farne uso per tornare, prima o poi, a casa, dalla famiglia.
No, stiamo parlando di prigionia, di servitù, anche se la parola che racchiude la mostruosità ha un che di simpatico, quasi fosse il nome di un orsetto o un simpatico topolino: Laogai, abbreviazione di "Laodong Gaizao", dolcificante dialettico che si traduce come "Riforma attraverso il lavoro".
Questa è una creazione del gran timoniere, quell'assassino che fu Mao Zedong: una particolare forma di lavoro forzato presente dal 1950;
La "riforma" è una forma di rieducazione che comprende: l'uso di bastoni in grado di somministrare scariche elettriche, percosse con manganelli o pugni, uso di manette e catene alle caviglie in modo da causare intenso dolore, sospensione per le braccia, privazione di cibo o sonno o isolamento per periodi prolungati.
Ma non basta, che anche in quel caso vige l'economia del maiale, di cui una volta non si buttava nulla:
i prigionieri sono costretti a lavorare in condizioni malsane o pericolose, come nelle miniere di sostanze tossiche e ai condannati a morte vengono espiantati gli organi, quasi mai senza il loro permesso, per alimentare l'orrido mercato di cui beneficiano i cinesi più agiati oppure per essere venduti all'estero, senza contare che il collagene preso dalla loro pelle è utilizzato per produrre cosmetici;
la pulizia, prima di tutto che, come qualcuno disse del lavoro, rende liberi;
Ecco, questo, più che le palle, fornisce la pelle del nostro Natale.
Come non voglio sapere che pelliccia è quella che sta nei giubbotti e vestimenti che arrivano dal paese, più che dei Ming, del Menga, dove i cani sono spellati ancora vivi per lasciare al meglio il pelo, non oso pensare che mistura è quella che loro definiscono pelle, appunto: cotenna di cosa, o meglio, di chi ?
Forse degli orsetti Laogai ?
Come per i Gulag russi, anche i gemelli cinesi uniscono l'utile al dilettevole:
togliere dalla circolazione quelli che la pensano diversamente, che non accettano la legge del formicaio, insetti a cui la maggior parte del popolo è associato; una regina, tanti soldati e l'eccesso d'operai, che se ne può schiacciare a volontà, per tanto abbondante eccesso e quindi svalutati, pezzi di ricambio, "attrezzi usa e getta"
Come quel che fabbricano, costano e valgono poco.
E noi ne sappiamo qualcosa: in tempo di vacche magre, bisogna fare economia, tirare la cinghia...magari di pelle, rigorosamente "Made in China" !
Proprio bello l'albero quest'anno: volete mettere che figurone, con le sue sfavillante...pelle di Natale !
Si: la colazione mi è andata proprio di traverso.
Io, secondo me...15.12.2008
venerdì 12 dicembre 2008
Foglie morte
Li stiamo perdendo.
Ora - oggi - più che mai la vera emergenza è, non la deriva economica, ma ancora di più e peggio, quella dei valori, delle radici, della memoria, dell'orgoglio d'essere, della persa autorità, dell'incapacità di dare esempi costruttivi e non distruttivi, nel non sentirsi più addosso un'identità, che ci porta a trasmettere un vuoto, come quelle bottiglie prosciugate, di cui si rende una trasparenza, il vetro, un involucro senza più nulla dentro.
Tutto quello che ci definiva, il noi stessi, ce lo siamo bevuti, in una sbornia colossale, mista di buonismo e lasco lasciar vivere, che nascondeva solo una cruda e nuda realtà: rassegnazione e impotenza.
Li stiamo perdendo; i nostri ragazzi, li stiamo perdendo, e ci cadono attorno, come foglie morte di tanti alberi senza più sostegno, dai piedi d'argilla.
La famiglia, il primo baluardo, il primo latte, poi la scuola, la seconda barricata, stanno cadendo, come travolti dall'assalto di possenti armate: quelle dell'incapacità ormai di governare e governarci, della perdita di una volontà che è fondamentale, portante, come la spina dorsale del nostro corpo o i pilastri delle nostre case.
I nostri figli li abbiamo "parcheggiati", lasciati allo sbando, davanti ad un televisore o allo scatolozzo elettronico: aggeggi che sbuffano fumi oppiacei, volute stordenti e suoni di sirene ammalianti tra fumate da sballo e realtà virtuali.
Come Eolo, il re dei venti, abbiamo abbandonato, ai nostri ragazzi, quei mezzi tecnologici come contenitori di venti, favorevoli e non, mancando d'attenzione, di modo che quelli aprissero l'otre liberando tempeste ed uragani.
Uno per tutti: la noia, devastante quanto mai.
"Vandali in azione a Torino: Baby gang devasta stazione: «Ci annoiavamo»".
Sette ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni, quattro maschi e tre femmine - tutti ubriachi di birra e limoncello - per festeggiare Halloween, hanno preso a calci la cabina di un ascensore della stazione ferroviaria di Avigliana, avendone già danneggiato prima la sala d'attesa.
- « Non so spiegarmi perché; forse perché non avevamo nulla da fare; ero arrabbiato; l'abbiamo fatto per noia, per divertirci un pò, tutti insieme ma, in fondo, cosa abbiamo fatto mai di così grave ?» dice, a sua e loro discolpa, uno di quelli.
Tra i 13 e i 17 anni...UBRIACHI...ANNOIATI..."cosa abbiamo fatto mai di così grave ?".
Abbandonati a se stessi, ecco stordirsi con alcolici, sbattuti in un mare di depressa noia, incoscienti e incapaci di rendersi conto che quel che fanno non è recuperabile, come le tante vite messe a disposizione dai loro giochini:
"game over", e alla fine s'arriva a bruciare il barbone di turno o ad accoltellare i compagni più deboli.
"Nei giorni seguenti l'«assalto» alla stazione, hanno raccontato, con gran fierezza, l'accaduto agli altri compagni di scuola, vantandosene".
Ecco, il vanto: la falsa sicurezza, il vendersi per uomini fatti, il fascino del "bello e selvaggio", l'essere "contro" ma, alla fine, il grido disperato, una richiesta d'aiuto, seppure violenta, ad essere visti, come formichine che non vogliono essere calpestate dalla disattenzione dei grandi.
La cosa peggiore, la disfatta di Caporetto, l'hanno avuta alcuni genitori, certamente consci del proprio fallimento, ma troppo pieni di sè per fare ammenda, che addirittura hanno cercato di perseverare nella propria decadenza di educatori, quando pronti a bollare quella disfatta come "ragazzate", sfoghi innocenti di giusta energia repressa, goliardate di compagnoni e simili amenità.
Dall'irresponsabilità alla viltà, dove dovrebbe albergare senno e saggezza di criniere grigie.
Li stiamo perdendo, e che Dio ci perdoni di tanta inettitudine: eccoci, come dicevano i nostri vecchi, ad uccidere il vitello in pancia alla mucca.
Voglio farmi del male, fino in fondo: scendere pian piano alcuni dei gradini dell'inferno.
"Bullismo: Treviso, 16enne arrestato per minacce ed estorsione: aveva minacciato di morte un compagno di classe per estorcergli 20 euro".
Ancora: "Fermati a Roma cinque giovani, tra i 17 e i 18 anni per aver aggredito tre coetanei minacciandoli con un coltello. Il gruppetto si era già fatto notare per i propri atteggiamenti: alzavano la voce, esigevano sigarette dai più piccoli e apostrofavano ragazzi e ragazze che passeggiavano".
E, a voler girare la lama nella piaga:
"Aggressioni a Bari, tre minori - un 17enne e due 15enni - in Comunità: per mesi, con minacce e aggressioni fisiche, hanno costretto un tredicenne a consegnare loro piccole somme di denaro per acquistare sigarette e giocare con i videogame".
E qui mi fermo, che ormai sono l'una notizia fotocopia delle altre:
"Scoperta una baby-gang nel bergamasco: sono finiti in manette tre minori, accusati di atti di bullismo dopo aver malmenato un coetaneo per rubargli un motorino".
Assistiamo quotidianamente a scannamenti e linciaggi mediatici, dove se non urli, sgomiti e pesti non ti nota nessuno;
che si parli di politica o di sport, nulla vale più se non vedi il sangue salire agli occhi, l'adrenalina al cuore, i fumi alla mente e i pugni sopra e sotto la cintura.
Ti "addestrano" come un animale, a comportarti da tale, che non è più di moda il boy scout che aiuta la vecchia ad attraversare sulle strisce, ma a buttarla sotto l'automobile !
Questo è il modo, insinuano, se vuoi acquisire "visibilità", se vuoi "emergere".
In mezzo a questo suicidio sociale, a questo abbandono d'ogni freno e dignità, ben venga il nuovo "Protagonisti per l'Europa Cristiana" del nostro Magdi Cristiano Allam, a cercare di recuperare o salvare il salvabile, in una società che sta andando incontro al disastro in piena ubriachezza.
Come i nostri ragazzi.
Non per piaggeria, non per "leccaculaggine": con Cristiano ho rapporti di vecchia data, in tempi non sospetti, quando ancora era uno sconosciuto, non quello di oggi;
in lui ho creduto prima e, a maggior ragione oggi, e non perché mi aspetti di ricevere luce riflessa, che io sono per natura alla ricerca dell'ombra, a guardare più che essere guardato.
Credo ancora in qualcosa, ho ancora sogni nel cassetto, e spero che uno di questi si trasformi in realtà, assieme a Cristiano e a tutti gli splendidi amici che, grazie a lui, ho avuto - e avrò - modo di conoscere.
E se tanti scelgono di andare avanti al grido di: "Tanto non serve a nulla: sono tutti uguali", buon suicidio a tutti.
Stiamo perdendo.
Io, secondo me...12.12.2008
Ora - oggi - più che mai la vera emergenza è, non la deriva economica, ma ancora di più e peggio, quella dei valori, delle radici, della memoria, dell'orgoglio d'essere, della persa autorità, dell'incapacità di dare esempi costruttivi e non distruttivi, nel non sentirsi più addosso un'identità, che ci porta a trasmettere un vuoto, come quelle bottiglie prosciugate, di cui si rende una trasparenza, il vetro, un involucro senza più nulla dentro.
Tutto quello che ci definiva, il noi stessi, ce lo siamo bevuti, in una sbornia colossale, mista di buonismo e lasco lasciar vivere, che nascondeva solo una cruda e nuda realtà: rassegnazione e impotenza.
Li stiamo perdendo; i nostri ragazzi, li stiamo perdendo, e ci cadono attorno, come foglie morte di tanti alberi senza più sostegno, dai piedi d'argilla.
La famiglia, il primo baluardo, il primo latte, poi la scuola, la seconda barricata, stanno cadendo, come travolti dall'assalto di possenti armate: quelle dell'incapacità ormai di governare e governarci, della perdita di una volontà che è fondamentale, portante, come la spina dorsale del nostro corpo o i pilastri delle nostre case.
I nostri figli li abbiamo "parcheggiati", lasciati allo sbando, davanti ad un televisore o allo scatolozzo elettronico: aggeggi che sbuffano fumi oppiacei, volute stordenti e suoni di sirene ammalianti tra fumate da sballo e realtà virtuali.
Come Eolo, il re dei venti, abbiamo abbandonato, ai nostri ragazzi, quei mezzi tecnologici come contenitori di venti, favorevoli e non, mancando d'attenzione, di modo che quelli aprissero l'otre liberando tempeste ed uragani.
Uno per tutti: la noia, devastante quanto mai.
"Vandali in azione a Torino: Baby gang devasta stazione: «Ci annoiavamo»".
Sette ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni, quattro maschi e tre femmine - tutti ubriachi di birra e limoncello - per festeggiare Halloween, hanno preso a calci la cabina di un ascensore della stazione ferroviaria di Avigliana, avendone già danneggiato prima la sala d'attesa.
- « Non so spiegarmi perché; forse perché non avevamo nulla da fare; ero arrabbiato; l'abbiamo fatto per noia, per divertirci un pò, tutti insieme ma, in fondo, cosa abbiamo fatto mai di così grave ?» dice, a sua e loro discolpa, uno di quelli.
Tra i 13 e i 17 anni...UBRIACHI...ANNOIATI..."cosa abbiamo fatto mai di così grave ?".
Abbandonati a se stessi, ecco stordirsi con alcolici, sbattuti in un mare di depressa noia, incoscienti e incapaci di rendersi conto che quel che fanno non è recuperabile, come le tante vite messe a disposizione dai loro giochini:
"game over", e alla fine s'arriva a bruciare il barbone di turno o ad accoltellare i compagni più deboli.
"Nei giorni seguenti l'«assalto» alla stazione, hanno raccontato, con gran fierezza, l'accaduto agli altri compagni di scuola, vantandosene".
Ecco, il vanto: la falsa sicurezza, il vendersi per uomini fatti, il fascino del "bello e selvaggio", l'essere "contro" ma, alla fine, il grido disperato, una richiesta d'aiuto, seppure violenta, ad essere visti, come formichine che non vogliono essere calpestate dalla disattenzione dei grandi.
La cosa peggiore, la disfatta di Caporetto, l'hanno avuta alcuni genitori, certamente consci del proprio fallimento, ma troppo pieni di sè per fare ammenda, che addirittura hanno cercato di perseverare nella propria decadenza di educatori, quando pronti a bollare quella disfatta come "ragazzate", sfoghi innocenti di giusta energia repressa, goliardate di compagnoni e simili amenità.
Dall'irresponsabilità alla viltà, dove dovrebbe albergare senno e saggezza di criniere grigie.
Li stiamo perdendo, e che Dio ci perdoni di tanta inettitudine: eccoci, come dicevano i nostri vecchi, ad uccidere il vitello in pancia alla mucca.
Voglio farmi del male, fino in fondo: scendere pian piano alcuni dei gradini dell'inferno.
"Bullismo: Treviso, 16enne arrestato per minacce ed estorsione: aveva minacciato di morte un compagno di classe per estorcergli 20 euro".
Ancora: "Fermati a Roma cinque giovani, tra i 17 e i 18 anni per aver aggredito tre coetanei minacciandoli con un coltello. Il gruppetto si era già fatto notare per i propri atteggiamenti: alzavano la voce, esigevano sigarette dai più piccoli e apostrofavano ragazzi e ragazze che passeggiavano".
E, a voler girare la lama nella piaga:
"Aggressioni a Bari, tre minori - un 17enne e due 15enni - in Comunità: per mesi, con minacce e aggressioni fisiche, hanno costretto un tredicenne a consegnare loro piccole somme di denaro per acquistare sigarette e giocare con i videogame".
E qui mi fermo, che ormai sono l'una notizia fotocopia delle altre:
"Scoperta una baby-gang nel bergamasco: sono finiti in manette tre minori, accusati di atti di bullismo dopo aver malmenato un coetaneo per rubargli un motorino".
Assistiamo quotidianamente a scannamenti e linciaggi mediatici, dove se non urli, sgomiti e pesti non ti nota nessuno;
che si parli di politica o di sport, nulla vale più se non vedi il sangue salire agli occhi, l'adrenalina al cuore, i fumi alla mente e i pugni sopra e sotto la cintura.
Ti "addestrano" come un animale, a comportarti da tale, che non è più di moda il boy scout che aiuta la vecchia ad attraversare sulle strisce, ma a buttarla sotto l'automobile !
Questo è il modo, insinuano, se vuoi acquisire "visibilità", se vuoi "emergere".
In mezzo a questo suicidio sociale, a questo abbandono d'ogni freno e dignità, ben venga il nuovo "Protagonisti per l'Europa Cristiana" del nostro Magdi Cristiano Allam, a cercare di recuperare o salvare il salvabile, in una società che sta andando incontro al disastro in piena ubriachezza.
Come i nostri ragazzi.
Non per piaggeria, non per "leccaculaggine": con Cristiano ho rapporti di vecchia data, in tempi non sospetti, quando ancora era uno sconosciuto, non quello di oggi;
in lui ho creduto prima e, a maggior ragione oggi, e non perché mi aspetti di ricevere luce riflessa, che io sono per natura alla ricerca dell'ombra, a guardare più che essere guardato.
Credo ancora in qualcosa, ho ancora sogni nel cassetto, e spero che uno di questi si trasformi in realtà, assieme a Cristiano e a tutti gli splendidi amici che, grazie a lui, ho avuto - e avrò - modo di conoscere.
E se tanti scelgono di andare avanti al grido di: "Tanto non serve a nulla: sono tutti uguali", buon suicidio a tutti.
Stiamo perdendo.
Io, secondo me...12.12.2008
giovedì 11 dicembre 2008
Deus in terris
- «Se lo conosci lo eviti, se non lo conosci è meglio».
Vero.
Quanta verità in una stringa di poche letterine, ben allineate come soldatini;
peccato che, talvolta, anche conoscendo il pericolo, è quello che prende una rotta di collisione e ti punta.
Sono qui a fare il Don Chisciotte, a combattere - lo so, purtroppo, che non ho spessore e forza per fare null'altro - contro i mulini a vento, che certi giochi furono e sono fatti, e nulla potrà cambiare l'ordine delle cose, men che meno una voce come la mia, che cadrà in un deserto desolato;
ma lo voglio, per ricordare un uomo e l'ingiustizia che lo colpì, e a nessuno è concesso di restarne fuori, di esserne immune, fino a quando certi personaggi, incapaci o rapaci, restano in giro;
e lo devo, santiddio !
Sì, lo devo: alla mia coscienza, al mio concetto del vivere, al rispetto per me stesso e al prossimo, all'ingiustizia, che c'è e ci sarà sempre, alla mia faccia, ma se devo sopportare, mai da rassegnato: lo farò da uomo, in piedi, rispondendo allo sputo con poca saliva che ho.
Brutta cosa non avere mai imparato a pensare ai cazzi miei, a prendere precauzioni seguendo logica e filosofia del "vivi e lascia vivere".
Era il lontano 1983 quando delle toghe raccogliticce e dilettantesche, per metodi, modi e capacità, suonarono le trombe mediatiche, al grido di:
- «Eccolo, il nome: sull'agenda di un camorrista ci sta il numero di telefono di Enzo Tortora !»
Ecco che quel galantuomo è subito preso, non prima d'aver comunicato l'arresto ai mezzi d'informazione, di modo che telecamere e cronisti siano a testimoniare l'evento, di un uomo svergognato e menato come il bue al macello, con le manette ai polsi bene in vista, a dimostrare la muscolarità di una nuova legge: quella di toghe sporche, ambiziose e con la voglia d'apparire, d'essere illuminate dalle luci, che quello scuro pareva loro come il dimostrare il grigiore che si portavano appresso, come comparse in gramaglie, al seguito del solito funerale;
finalmente l'arcobaleno, la fantasmagoria del pastello, l'attenzione del mondo, l'inizio di sentirsi forti;
quaggiù, come in cielo, ecco: Deus in terris !
Per sostenere tutto quel castello di carte, che permetteva alle nuove divinità di stare sospesi ad altezze da vertigine, sopra i comuni mortali, eccoli " adattare" forme che ne accreditarono i deliri, il mantenere quel potere e la luce che li faceva brillare, traendoli dall'ombra perenne da dove venivano;
i tessitori, gli sceneggiatori e chi scrisse le trame, i magistrati di allora, depositari dell'inchiesta, furono: Felice Di Persia, Lucio Di Pietro e Giorgio Fontana.
"Attrezzi" da scasso furono i pentiti Giovanni Pandico e Pasquale Barra, che iniziarono il giochino, accusando Tortora, poi arrestato il 17 giugno 1983 in una vasta operazione anticamorra.
In seguito si aggiunse ai delatori Gianni Melluso.
Melluso, che più aveva da guadagnare che perdere, si divertì un mondo poi, come un bambino annoiato del balocco, lasciò, ammettendo d'aver costruito un "teorema" contro quel povero disgraziato e che ai magistrati fece comodo credergli;
Prima condannato a 10 anni, Tortora fu poi assolto con formula piena.
Enzo non si riprese più e morì, nel 1988, per un cancro ai polmoni che cominciò a consumarlo in carcere !
Prima di spezzare lancia in favore di "toghe sporche", cercando di spalmare il classico lenitivo - "errare humanum est", commettere errori è umano - faccio parlare per l'avvocato del povero Enzo, Raffaele Della Valle:
- «[...] ci fanno vedere quell'agenda, e scopriamo che il numero di telefono non è quello di Tortora. Dalla Sip veniamo a sapere che è di un certo Tortona, commerciante di generi alimentari [...] non avevano neanche fatto un controllo che poteva fare chiunque !»
Dilettanti, dilettanti allo sbaraglio...anzi, no: allo sbaraglio fu la vita di Tortora !
L'animaccia e la coscienza sporca non bastò ad incenerire la carriera di simili nullità accusatorie e principianti dell'investigazione che, anzi, ne ricevettero gratifiche: è cattiva abitudine, nel nostro paese, spostare le patate bollenti in contesti meno caldi, promuovendoli, in barba ai danni e all'incapacità dimostrata.
Ci si potrebbe anche accontentare, che l'oblio può alleviare in parte il bruciore d'antiche cicatrici, ma...
"...perseverare autem diabolicum", perseverare - nell'errore - è diabolico.
Si riaprono i sepolcri e una mummia, prontamente sbendata, è ricondotta alla luce: Lucio Di Pietro.
Eccolo, davanti alla prima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura, convocato al Palazzo dei Marescialli, in quel di Roma, per le audizioni sul "caso De Magistris":
De Magistris è quel magistrato cui hanno cercato di strappare e fare in piccoli pezzi una sua inchiesta - "Why Not" sul finanziamento illecito ai partiti, truffa e abuso d'ufficio - che rischiava di frantumare la presunzione e la pretesa di un ventilato primato etico che una certa classe politica, sbandierando superiorità morale e culturale, ora si scopre in altezza solo perchè poggiata su una montagna di letame.
Ma questa è altra storia.
Bene, anzi: male !
Scopriamo che il Lucio è "nientepopodimenoche" procuratore generale di Salerno !
E allora, andiamo a rivangare nella melma e nel pattume, a capire come può essere, da uno dei protagonisti, simbolo di una inchiesta che si rivelò uno dei più gravi e infamanti errori giudiziari della storia italiana, frutto di sciatteria e gravi omissioni;
Con alle spalle uno "stupro" di tal fatta, il nostro eroe salì le scale dell'Olimpo:
nel 1992 è eletto coordinatore della superprocura di Napoli;
l'11 gennaio dell'anno successivo, diventa sostituto procuratore della Direzione Investigativa Antimafia;
nell'agosto 2005 diventa procuratore nazionale Antimafia aggiunto, invece del procuratore di Palermo, Piero Grasso, per meriti di...anzianità, per finire, come detto prima, alla procura di Salerno.
Niente male, che pure oggi è a sostenere di non avere mai fatto un passo senza prima accertare tutto il possibile.
- «[...] il numero di telefono non era quello di Tortora ma di un certo Tortona [...] non avevano neanche fatto un controllo».
- «Se lo conosci lo eviti»;
e già: i rapporti, con simili figuri, dovrebbero essere rigorosamente...protetti !
In memoria di una persona onesta, del caro Enzo Tortora,
e di tutti quelli come lui, non caduti sotto i colpi della mafia, ma di un'altra lupara: quella dell'ingiustizia che, questa sì, è uguale per tutti !
Io, secondo me...11.12.2008
Vero.
Quanta verità in una stringa di poche letterine, ben allineate come soldatini;
peccato che, talvolta, anche conoscendo il pericolo, è quello che prende una rotta di collisione e ti punta.
Sono qui a fare il Don Chisciotte, a combattere - lo so, purtroppo, che non ho spessore e forza per fare null'altro - contro i mulini a vento, che certi giochi furono e sono fatti, e nulla potrà cambiare l'ordine delle cose, men che meno una voce come la mia, che cadrà in un deserto desolato;
ma lo voglio, per ricordare un uomo e l'ingiustizia che lo colpì, e a nessuno è concesso di restarne fuori, di esserne immune, fino a quando certi personaggi, incapaci o rapaci, restano in giro;
e lo devo, santiddio !
Sì, lo devo: alla mia coscienza, al mio concetto del vivere, al rispetto per me stesso e al prossimo, all'ingiustizia, che c'è e ci sarà sempre, alla mia faccia, ma se devo sopportare, mai da rassegnato: lo farò da uomo, in piedi, rispondendo allo sputo con poca saliva che ho.
Brutta cosa non avere mai imparato a pensare ai cazzi miei, a prendere precauzioni seguendo logica e filosofia del "vivi e lascia vivere".
Era il lontano 1983 quando delle toghe raccogliticce e dilettantesche, per metodi, modi e capacità, suonarono le trombe mediatiche, al grido di:
- «Eccolo, il nome: sull'agenda di un camorrista ci sta il numero di telefono di Enzo Tortora !»
Ecco che quel galantuomo è subito preso, non prima d'aver comunicato l'arresto ai mezzi d'informazione, di modo che telecamere e cronisti siano a testimoniare l'evento, di un uomo svergognato e menato come il bue al macello, con le manette ai polsi bene in vista, a dimostrare la muscolarità di una nuova legge: quella di toghe sporche, ambiziose e con la voglia d'apparire, d'essere illuminate dalle luci, che quello scuro pareva loro come il dimostrare il grigiore che si portavano appresso, come comparse in gramaglie, al seguito del solito funerale;
finalmente l'arcobaleno, la fantasmagoria del pastello, l'attenzione del mondo, l'inizio di sentirsi forti;
quaggiù, come in cielo, ecco: Deus in terris !
Per sostenere tutto quel castello di carte, che permetteva alle nuove divinità di stare sospesi ad altezze da vertigine, sopra i comuni mortali, eccoli " adattare" forme che ne accreditarono i deliri, il mantenere quel potere e la luce che li faceva brillare, traendoli dall'ombra perenne da dove venivano;
i tessitori, gli sceneggiatori e chi scrisse le trame, i magistrati di allora, depositari dell'inchiesta, furono: Felice Di Persia, Lucio Di Pietro e Giorgio Fontana.
"Attrezzi" da scasso furono i pentiti Giovanni Pandico e Pasquale Barra, che iniziarono il giochino, accusando Tortora, poi arrestato il 17 giugno 1983 in una vasta operazione anticamorra.
In seguito si aggiunse ai delatori Gianni Melluso.
Melluso, che più aveva da guadagnare che perdere, si divertì un mondo poi, come un bambino annoiato del balocco, lasciò, ammettendo d'aver costruito un "teorema" contro quel povero disgraziato e che ai magistrati fece comodo credergli;
Prima condannato a 10 anni, Tortora fu poi assolto con formula piena.
Enzo non si riprese più e morì, nel 1988, per un cancro ai polmoni che cominciò a consumarlo in carcere !
Prima di spezzare lancia in favore di "toghe sporche", cercando di spalmare il classico lenitivo - "errare humanum est", commettere errori è umano - faccio parlare per l'avvocato del povero Enzo, Raffaele Della Valle:
- «[...] ci fanno vedere quell'agenda, e scopriamo che il numero di telefono non è quello di Tortora. Dalla Sip veniamo a sapere che è di un certo Tortona, commerciante di generi alimentari [...] non avevano neanche fatto un controllo che poteva fare chiunque !»
Dilettanti, dilettanti allo sbaraglio...anzi, no: allo sbaraglio fu la vita di Tortora !
L'animaccia e la coscienza sporca non bastò ad incenerire la carriera di simili nullità accusatorie e principianti dell'investigazione che, anzi, ne ricevettero gratifiche: è cattiva abitudine, nel nostro paese, spostare le patate bollenti in contesti meno caldi, promuovendoli, in barba ai danni e all'incapacità dimostrata.
Ci si potrebbe anche accontentare, che l'oblio può alleviare in parte il bruciore d'antiche cicatrici, ma...
"...perseverare autem diabolicum", perseverare - nell'errore - è diabolico.
Si riaprono i sepolcri e una mummia, prontamente sbendata, è ricondotta alla luce: Lucio Di Pietro.
Eccolo, davanti alla prima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura, convocato al Palazzo dei Marescialli, in quel di Roma, per le audizioni sul "caso De Magistris":
De Magistris è quel magistrato cui hanno cercato di strappare e fare in piccoli pezzi una sua inchiesta - "Why Not" sul finanziamento illecito ai partiti, truffa e abuso d'ufficio - che rischiava di frantumare la presunzione e la pretesa di un ventilato primato etico che una certa classe politica, sbandierando superiorità morale e culturale, ora si scopre in altezza solo perchè poggiata su una montagna di letame.
Ma questa è altra storia.
Bene, anzi: male !
Scopriamo che il Lucio è "nientepopodimenoche" procuratore generale di Salerno !
E allora, andiamo a rivangare nella melma e nel pattume, a capire come può essere, da uno dei protagonisti, simbolo di una inchiesta che si rivelò uno dei più gravi e infamanti errori giudiziari della storia italiana, frutto di sciatteria e gravi omissioni;
Con alle spalle uno "stupro" di tal fatta, il nostro eroe salì le scale dell'Olimpo:
nel 1992 è eletto coordinatore della superprocura di Napoli;
l'11 gennaio dell'anno successivo, diventa sostituto procuratore della Direzione Investigativa Antimafia;
nell'agosto 2005 diventa procuratore nazionale Antimafia aggiunto, invece del procuratore di Palermo, Piero Grasso, per meriti di...anzianità, per finire, come detto prima, alla procura di Salerno.
Niente male, che pure oggi è a sostenere di non avere mai fatto un passo senza prima accertare tutto il possibile.
- «[...] il numero di telefono non era quello di Tortora ma di un certo Tortona [...] non avevano neanche fatto un controllo».
- «Se lo conosci lo eviti»;
e già: i rapporti, con simili figuri, dovrebbero essere rigorosamente...protetti !
In memoria di una persona onesta, del caro Enzo Tortora,
e di tutti quelli come lui, non caduti sotto i colpi della mafia, ma di un'altra lupara: quella dell'ingiustizia che, questa sì, è uguale per tutti !
Io, secondo me...11.12.2008
lunedì 8 dicembre 2008
IMAMmalucchi sCARDINALI
- «Abbiamo bisogno di luoghi di preghiera in tutti i quartieri. Ne hanno bisogno ancora più urgente le persone che appartengono a religioni diverse da quella cristiana, "in modo PARTICOLARE all'Islam"».
Da uomo a uomo, da incazzato, rispondo:
- «Senti, Dionigi, nonché Tettamanzi, di professione Cardinale - per disgrazia ricevuta - nella mia amata Milano: con la crisi delle vocazioni e le Chiese che si riempiono solo d'estate, perché dentro c'è fresco, presta attenzione "PARTICOLARE" al tuo di gregge, che già è allo sbando di suo; quelli come te mi fanno uscire dai gangheri, che neppure riescono ad amalgamare la propria di pasta, e non resistono a ficcare il naso in quella d'altri».
Quel "particolare all'Islam" mi disturba e mi fa infuriare come una bestia: cosa hanno, cosa c'è di "particolare" ?
Li stiamo accoppando ? Li prendiamo a calci in culo ? Ci facciamo la saponaria con la loro pelle ? Li usiamo come i negri nelle piantagioni ? Li raccogliamo nei campi di concentramento ? Li facciamo dorare nei forni crematori ?
Cura e presta attenzione alla tua di gente, caro Dionigi: hanno la veste sacerdotale, ma c'hanno il culo sulla griglia, non su un soffice cuscino di raso, e nel resto del mondo sono assassinati, rapiti, brutalizzati, bruciati vivi nelle loro chiese, cacciati come animali nelle riserve, colpevolizzati e caricati d'ogni colpa, comodi capri espiatori da giustiziare, che il solo fare proseliti è considerato reato, da condanna a morte; pensa a loro..."in modo PARTICOLARE" che, ne da noi, ne altrove, ho visto un reciproco pari tuo, ma d'altra parrocchia, a prenderne le difese.
- «[...] per un vero dialogo è pur necessario che almeno uno inizi, cerchi l'incontro, stabilisca una relazione».
Almeno in casa mia, lasciami l'illusione, la presunzione, se vuoi, di essere padrone, di avere precedenza nell'ottenere rispetto, che la mia ospitalità sia riconosciuta per il dono che è, non per il dovere dello schiavo, a servire il futuro padrone, per leggi e divinità a cui frega un cazzo di chi inizia la relazione, basta che se ne riconosca il ruolo: loro sopra e gli altri subalterni, asini da legare alla macina.
Un cancro si insinua subdolamente, quasi con dolcezza, trova il suo nido, lo adatta e lo forma, cresce e ne fa uscire le sue metastasi e poi, quando ormai tardi, si manifesta in tutta la sua forza devastante
L'onda lunga, che non è arrivata solo a noi, è reale, frutto di menti lucide e determinate, a portare - "in modo PARTICOLARE" - destabilizzazione, non a creare una relazione, che non si ritengono alla pari, condizione imprescindibile, per un confronto.
Quando mai un lupo si è considerato pecora ?
«[...] singoli gesti e atteggiamenti, per quanto gravi e da deprecare, non siano occasione per guardare con sospetto ed accusare tutti gli appartenenti ad una religione !»
Senti, "sCARDINALE" Tettamanzi, ci sei o ci fai: ci consideri così cretini e dopo quella santa, scopri l'acqua calda ?
Solo dieci su cento dei musulmani in Italia è praticante e, delle moschee già operanti, tante sono e sono state utilizzate per sputacchiarci contro, arruolare volontari al martirio ( che sono quelli che si fanno esplodere nei mercati, davanti alle scuole, negli alberghi, nelle discoteche o dove vi sia abbastanza carne da abbrustolire ), scatarrare e scagazzare contro il nostro credo, leggi, civiltà, gente e vivere sociale.
Sono convinto che i "musulmani non praticanti" non s'affacciano in simili covi di serpi perché hanno da tempo capito che aria vi tira e se ne stanno prudentemente alla larga, pregando in pace.
Di "IMAMmalucchi", vale a dire Imam imbecilli, si guardano bene d'accompagnarsi, come pure a questi terroristi frega nulla di loro, che quelli che entrano e trovano bastano per i loro scopi: uno solo bene imbottito di esplosivo basta a fare una strage, magari in Piazza o nel Duomo di Milano, in metropolitana, in un grosso mercato o dovunque si raccolga carne innocente.
Caro Dionigi: meglio che lo Stato sia severo, a salvare la pelle, che lei potrà poi pensare all'anima, ma quando espiantata per cause naturali, non estirpata da una carica di tritolo o succhiata da una gola tagliata !
Le ricordo che le moschee sono, per lo più, ancora saldamente controllate dalla marmaglia dell'Unione delle Comunità Islamiche in Italia: quelli, per capirci, che comprarono una pagina di giornale per paragonare gli israeliani ai nazisti e che rifiutarono di firmare la carta dei valori, e scusi se è poco.
Prima di concedere, bisogna avere certezza di non aprire polveriere e caserme.
Forse da tempo lei non ottiene risposta, ma le assicuro: Dio ci sente bene, dovunque arrivi voce, che quella sale a lui, non un mattone.
- «In occasione della visita natalizia delle case, i sacerdoti e i laici offrano agli islamici, quale segno di disponibilità al dialogo, una lettera di saluto».
C'ha ragione, "sCARDINALE" Tettamanzi: io ci scriverò Salam;
loro risponderanno:«Salame sei tu !»
Io, secondo me...08.12.2008
Da uomo a uomo, da incazzato, rispondo:
- «Senti, Dionigi, nonché Tettamanzi, di professione Cardinale - per disgrazia ricevuta - nella mia amata Milano: con la crisi delle vocazioni e le Chiese che si riempiono solo d'estate, perché dentro c'è fresco, presta attenzione "PARTICOLARE" al tuo di gregge, che già è allo sbando di suo; quelli come te mi fanno uscire dai gangheri, che neppure riescono ad amalgamare la propria di pasta, e non resistono a ficcare il naso in quella d'altri».
Quel "particolare all'Islam" mi disturba e mi fa infuriare come una bestia: cosa hanno, cosa c'è di "particolare" ?
Li stiamo accoppando ? Li prendiamo a calci in culo ? Ci facciamo la saponaria con la loro pelle ? Li usiamo come i negri nelle piantagioni ? Li raccogliamo nei campi di concentramento ? Li facciamo dorare nei forni crematori ?
Cura e presta attenzione alla tua di gente, caro Dionigi: hanno la veste sacerdotale, ma c'hanno il culo sulla griglia, non su un soffice cuscino di raso, e nel resto del mondo sono assassinati, rapiti, brutalizzati, bruciati vivi nelle loro chiese, cacciati come animali nelle riserve, colpevolizzati e caricati d'ogni colpa, comodi capri espiatori da giustiziare, che il solo fare proseliti è considerato reato, da condanna a morte; pensa a loro..."in modo PARTICOLARE" che, ne da noi, ne altrove, ho visto un reciproco pari tuo, ma d'altra parrocchia, a prenderne le difese.
- «[...] per un vero dialogo è pur necessario che almeno uno inizi, cerchi l'incontro, stabilisca una relazione».
Almeno in casa mia, lasciami l'illusione, la presunzione, se vuoi, di essere padrone, di avere precedenza nell'ottenere rispetto, che la mia ospitalità sia riconosciuta per il dono che è, non per il dovere dello schiavo, a servire il futuro padrone, per leggi e divinità a cui frega un cazzo di chi inizia la relazione, basta che se ne riconosca il ruolo: loro sopra e gli altri subalterni, asini da legare alla macina.
Un cancro si insinua subdolamente, quasi con dolcezza, trova il suo nido, lo adatta e lo forma, cresce e ne fa uscire le sue metastasi e poi, quando ormai tardi, si manifesta in tutta la sua forza devastante
L'onda lunga, che non è arrivata solo a noi, è reale, frutto di menti lucide e determinate, a portare - "in modo PARTICOLARE" - destabilizzazione, non a creare una relazione, che non si ritengono alla pari, condizione imprescindibile, per un confronto.
Quando mai un lupo si è considerato pecora ?
«[...] singoli gesti e atteggiamenti, per quanto gravi e da deprecare, non siano occasione per guardare con sospetto ed accusare tutti gli appartenenti ad una religione !»
Senti, "sCARDINALE" Tettamanzi, ci sei o ci fai: ci consideri così cretini e dopo quella santa, scopri l'acqua calda ?
Solo dieci su cento dei musulmani in Italia è praticante e, delle moschee già operanti, tante sono e sono state utilizzate per sputacchiarci contro, arruolare volontari al martirio ( che sono quelli che si fanno esplodere nei mercati, davanti alle scuole, negli alberghi, nelle discoteche o dove vi sia abbastanza carne da abbrustolire ), scatarrare e scagazzare contro il nostro credo, leggi, civiltà, gente e vivere sociale.
Sono convinto che i "musulmani non praticanti" non s'affacciano in simili covi di serpi perché hanno da tempo capito che aria vi tira e se ne stanno prudentemente alla larga, pregando in pace.
Di "IMAMmalucchi", vale a dire Imam imbecilli, si guardano bene d'accompagnarsi, come pure a questi terroristi frega nulla di loro, che quelli che entrano e trovano bastano per i loro scopi: uno solo bene imbottito di esplosivo basta a fare una strage, magari in Piazza o nel Duomo di Milano, in metropolitana, in un grosso mercato o dovunque si raccolga carne innocente.
Caro Dionigi: meglio che lo Stato sia severo, a salvare la pelle, che lei potrà poi pensare all'anima, ma quando espiantata per cause naturali, non estirpata da una carica di tritolo o succhiata da una gola tagliata !
Le ricordo che le moschee sono, per lo più, ancora saldamente controllate dalla marmaglia dell'Unione delle Comunità Islamiche in Italia: quelli, per capirci, che comprarono una pagina di giornale per paragonare gli israeliani ai nazisti e che rifiutarono di firmare la carta dei valori, e scusi se è poco.
Prima di concedere, bisogna avere certezza di non aprire polveriere e caserme.
Forse da tempo lei non ottiene risposta, ma le assicuro: Dio ci sente bene, dovunque arrivi voce, che quella sale a lui, non un mattone.
- «In occasione della visita natalizia delle case, i sacerdoti e i laici offrano agli islamici, quale segno di disponibilità al dialogo, una lettera di saluto».
C'ha ragione, "sCARDINALE" Tettamanzi: io ci scriverò Salam;
loro risponderanno:«Salame sei tu !»
Io, secondo me...08.12.2008
giovedì 4 dicembre 2008
Bamballah
- «Se vuoi andare a combattere per fare guadagnare il paradiso anche a noi, vai pure, ma prima comprami casa»;
questa la condizione posta al "Bamballah" perché possa diventare "Bomballah", da bamba a bomba...ma, sia ben chiaro, sempre e solo in nome di allah, quel dio riconosciuto e appellato come "compassionevole" e "misericordioso".
Da parte mia, faccio uguale, per il chiamato dai Rachid Ilhami e dai Gafir Abdelkader: lo tratto con indulgenza, compassione e misericordia, scusando e in parte scagionando il povero diavolo - Ops ! Volevo dire: Divin Signore - il cui nome diventa raglio, nella bocca di simili somari.
Compra casa...geniale la mogliettina, che di colpo si libera di un coglione e si assicura un tetto sopra la testa.
- «Ma s'ciopa, facia da bigul !»
Oh, mamma, m'è scappata: apostrofare il figuro augurandogli di scoppiare, nel bel dialetto milanese, è come invitarlo a nozze: ben quello si apprestava a fare !
Rachid e Gafir assomigliano alla coppia Gianni e Pinotto o Stanlio e Ollio - per la faccia da scemo e dote d'imbranato - ma progettavano attentati, nella metropoli meneghina, contro obiettivi civili e militari e, non ultimo, anche al "Domm de Milan", al Duomo, con in cima la statua della "bela Madunina", quella madonnina "tuta dora e picinina", piccola e dorata, simboli per eccellenza dell'industriosa città;
Durante le intercettazioni i bischeri, ignari di essere spiati, facevano i bauscia, i bulli, ritenendosi e rivendicando appartenenza ad Al Qaeda.
- «Prendiamo un camion, riempiamolo d'esplosivo e...no, troppo complicato; meglio le bombole di gas e Bum !»
Così dicendo, Rachid, uno dei due bambacioni, sicuramente guardava con tenerezza e orgoglio il figliolo maggiore, a cui aveva regalato l'immaginetta dello zio...zio Obama, e l'altro bimbo, il minore, che ne aveva addirittura preso il nome;
visto la ridotta stazza, un minorato e provvisorio vezzeggiativo: Osamino.
Come ogni amorevole genitore, ammoniva e addestrava la prole:
- «Imparate a memoria il Corano e l'uso della spada...prendete esempio dallo zio Osama; dai, che v'insegno ad usare il Kalashnikov...pam ! pam ! Solo così l'Islam può risolvere le cose».
Vabbè, come si dice: ogni scarrafone è bello a mamma soja !
C'è da dire che i due gemellati erano persone serie, che solo dopo l'orario di lavoro frequentavano il corso serale:
al centro culturale "Pace", di Macherio, solo alla chiusura tiravano fuori armeria ideologica e dotazione da mattatoio.
Attorno a quest'episodio si sono scatenati fior di "tuttologi" ed "esperti di strategie militari" oltre a portieri, comari e portinaie, a sciorinare logica, scienza ed arte bellica da Risiko.
- «Ma no, non creiamo una tempesta in un bicchiere: stavano solo giocando ai soldatini; simulavano, scimmiottavano solo quello che, alla fine, erano balocchi virtuali, impudica ma impotente mimica d'orgasmo guerresco».
E già: erano suggestionati dalle apparizioni dei leader storici, come Osama o Al Zawahiri e s'infiammavano davanti ad eventi come quello di Mumbai.
Che volete: come a far gioco di mano nel vedere una cassetta pornografica; nulla di più che seghe...mentali.
No, cari strateghi da tavolino: siamo alla canna - o alle bombole - del gas:
micro-cellule a conduzione famigliare, con amici, parenti e figli da coltivare ed allevare, vivaio da crescere, a far da infestante, gramigna di terra.
Rachid e Gafir, per nostra fortuna, sono stupidi, che si sono incartati in soluzioni complicate;
basterebbe andare con una pistola in una grande Piazza, in un piccolo o gran mercato, una fiera, e cominciare a sparare all'impazzata: quanti resterebbero stesi sul selciato ?
Pazienza, che il prossimo "bricoleur", sommo cultore del "Fai-da-te", sarà più creativo;
e noi si passeremo dal Risiko ad altro gioco: quello dell'Oca !
Io, secondo me...04.12.2008
questa la condizione posta al "Bamballah" perché possa diventare "Bomballah", da bamba a bomba...ma, sia ben chiaro, sempre e solo in nome di allah, quel dio riconosciuto e appellato come "compassionevole" e "misericordioso".
Da parte mia, faccio uguale, per il chiamato dai Rachid Ilhami e dai Gafir Abdelkader: lo tratto con indulgenza, compassione e misericordia, scusando e in parte scagionando il povero diavolo - Ops ! Volevo dire: Divin Signore - il cui nome diventa raglio, nella bocca di simili somari.
Compra casa...geniale la mogliettina, che di colpo si libera di un coglione e si assicura un tetto sopra la testa.
- «Ma s'ciopa, facia da bigul !»
Oh, mamma, m'è scappata: apostrofare il figuro augurandogli di scoppiare, nel bel dialetto milanese, è come invitarlo a nozze: ben quello si apprestava a fare !
Rachid e Gafir assomigliano alla coppia Gianni e Pinotto o Stanlio e Ollio - per la faccia da scemo e dote d'imbranato - ma progettavano attentati, nella metropoli meneghina, contro obiettivi civili e militari e, non ultimo, anche al "Domm de Milan", al Duomo, con in cima la statua della "bela Madunina", quella madonnina "tuta dora e picinina", piccola e dorata, simboli per eccellenza dell'industriosa città;
Durante le intercettazioni i bischeri, ignari di essere spiati, facevano i bauscia, i bulli, ritenendosi e rivendicando appartenenza ad Al Qaeda.
- «Prendiamo un camion, riempiamolo d'esplosivo e...no, troppo complicato; meglio le bombole di gas e Bum !»
Così dicendo, Rachid, uno dei due bambacioni, sicuramente guardava con tenerezza e orgoglio il figliolo maggiore, a cui aveva regalato l'immaginetta dello zio...zio Obama, e l'altro bimbo, il minore, che ne aveva addirittura preso il nome;
visto la ridotta stazza, un minorato e provvisorio vezzeggiativo: Osamino.
Come ogni amorevole genitore, ammoniva e addestrava la prole:
- «Imparate a memoria il Corano e l'uso della spada...prendete esempio dallo zio Osama; dai, che v'insegno ad usare il Kalashnikov...pam ! pam ! Solo così l'Islam può risolvere le cose».
Vabbè, come si dice: ogni scarrafone è bello a mamma soja !
C'è da dire che i due gemellati erano persone serie, che solo dopo l'orario di lavoro frequentavano il corso serale:
al centro culturale "Pace", di Macherio, solo alla chiusura tiravano fuori armeria ideologica e dotazione da mattatoio.
Attorno a quest'episodio si sono scatenati fior di "tuttologi" ed "esperti di strategie militari" oltre a portieri, comari e portinaie, a sciorinare logica, scienza ed arte bellica da Risiko.
- «Ma no, non creiamo una tempesta in un bicchiere: stavano solo giocando ai soldatini; simulavano, scimmiottavano solo quello che, alla fine, erano balocchi virtuali, impudica ma impotente mimica d'orgasmo guerresco».
E già: erano suggestionati dalle apparizioni dei leader storici, come Osama o Al Zawahiri e s'infiammavano davanti ad eventi come quello di Mumbai.
Che volete: come a far gioco di mano nel vedere una cassetta pornografica; nulla di più che seghe...mentali.
No, cari strateghi da tavolino: siamo alla canna - o alle bombole - del gas:
micro-cellule a conduzione famigliare, con amici, parenti e figli da coltivare ed allevare, vivaio da crescere, a far da infestante, gramigna di terra.
Rachid e Gafir, per nostra fortuna, sono stupidi, che si sono incartati in soluzioni complicate;
basterebbe andare con una pistola in una grande Piazza, in un piccolo o gran mercato, una fiera, e cominciare a sparare all'impazzata: quanti resterebbero stesi sul selciato ?
Pazienza, che il prossimo "bricoleur", sommo cultore del "Fai-da-te", sarà più creativo;
e noi si passeremo dal Risiko ad altro gioco: quello dell'Oca !
Io, secondo me...04.12.2008
mercoledì 3 dicembre 2008
Protagonisti Scristiani
L'Alessandro fa come i bambini con un nuovo giocattolo;
lo smonta, lo disarticola, lo smembra, lo scompone, lo frammenta, lo polverizza e poi, seduto tra le macerie, ne guarda i pezzi, esclamando:
- «Ma...checazz'è ?»
Alessandro è Alessandro Litta Modignani, radicale fino al midollo, e il nuovo giocattolo che gli è capitato tra le mani è la new entry, il partito fondato e voluto da Magdi Cristiano Allam: “Protagonisti per l'Europa Cristiana”.
Come Erode, l'Alex sposa e appoggia quella perla di saggezza, che recita: meglio prevenire che curare;
prudente è soffocare il pargolo nella culla, fino a che è possibile, che se cresce poi ti scava la tomba.
- «...disegno illiberale e pericoloso», dice del neonato appena scodellato.
Quel partito...Cristiano è sovversivo, perché serve a fare « pressing ciellino su Berlusconi».
Magdi Allam paragonato al grimaldello usato dalla Banda Bassotti, a scardinare le cerniere del deposito di Paperon de Paperoni.
Svezzato e abitante di un mondo marcio, frequentando fondi e bassifondi della politica, dove struscio di pelo sullo stomaco è normale, tra compagni di merende e non, usa confrontare l'esterno con il suo interno, e pesa di conseguenza e per confronto;
- «L'appoggio al progetto annunciato da parte di monsignor Fisichella è un messaggio chiaro, un tentativo di riscatto della corrente di Comunione e Liberazione, dopo la sconfitta al momento della formazione del Governo».
Ha scambiato la battaglia di Canne con quella dei radicali che frequenta, che a canne ci vanno, anzi, a Cannabis.
Monsignor Fisichella, eminenza porpora, e pure grigia - un assemblato, con pezzi riciclati di Richelieu e Mazzarino - lubrifica e olia gli ingranaggi dei Protagonisti per l'Europa Cristiana al solo scopo di usarne i rotismi per far rotolare la valanga ciellina: l'Alessandro del Magno proprio non c'ha neppure l'unghia incarnita;
sarebbe meglio non abusare delle...radicali coltivazioni, stornellando la canzone di Massimo Ranieri:
"Erba di casa mia / fumavo in fretta e poi sballavo via / quanta emozione, la testa nel pallone...".
L'Ale prosegue:
- «La lettura del manifesto [...] rappresenta un autentico concentrato del pensiero cattolico-integralista e illiberale, cioè di quella cultura che punta a sostituire lo Stato moderno, laico e di diritto, con uno Stato etico di tipo confessionale».
Completamente fumato, il nostro inquisitore deve avere sbagliato manifesto, leggendo il sinistro Manifesto o, peggio, una velina passatagli da Ayman al-Zawahiri !
Caro Litta, da quando il non pensarla come te significa essere "integralista e illiberale" ?
Siamo in uno stato democratico, e il sostituire questo con quello, quando accade, è solo prodotto di libere scelte e votazioni, e se è cancellato il tuo per il mio, o viceversa, sarà solo su vero conteggio di teste del popolo, non di baionette, a meno che il tuo equilibrio poggia su piani inclinati ed estreme - destre o sinistre - pendenze.
- « Nel testo si sprecano le maiuscole, neanche fosse scritto in tedesco: Fede, Verità, Valori, Civiltà, poi ancora Testimoni, Costruttori, Protagonisti e via delirando».
Diletto "Mod" Litta Alex: forse che non meritano maiuscole quei valori ?
Il fatto che troppi asini hanno usato il minuscolo, non significa che i ragli devono silenziare le parole e il significato delle stesse;
per te quei contenitori possono essere paccottiglia, ma altri sono a cercare di riscoprirne il succo, e se sei ridotto al torsolo, senza più polpa ne sogni nel cassetto, ho pena per te, ma il mondo non deve peggiorare perché i peggiori e i falliti non si sentano tali.
Fatti da parte, oppure accetta che, né tu né i tuoi, siete al centro del mondo.
- «[...] è giusto chiedersi: questa minaccia diretta alla libertà degli individui è reale, oppure è soltanto il velleitarismo di un esaltato ?»
E che, il Padreterno t'ha passato un pizzino, ti ha acceso la candela sulla testa, di modo che solo tu hai e fai luce ?
Esaltato ?
E quelli che lo seguono che sono, esaltatini ?
Mai pensato di non essere il solo a credere in qualcosa, in buona e sana fede ?
Minaccia della libertà...ma dove, ma quale, visto che a nessuno di noi è impedito di praticarla ?!
- «[...] Esistono possibilità concrete che Allam riesca a costruire il suo partito, trovando spazio, alleanze e consensi? La risposta spontanea - no - sarà il solito buco nell'acqua ed è persino inutile parlarne e fargli pubblicità...»
Ma...allora...tutto il fiato che hai pompato dal trombone, che ce l'hai messo a fare ?
Se sei certo del finale, smettila di blaterare e aspetta che la pera cada da sola, senza la fatica di scuotere l'albero.
- « [...] qualsiasi progetto politico-religioso, che prescinda dalle intenzioni delle gerarchie ecclesiastiche, è destinato a non fare molta strada [...] nel marzo scorso il Vaticano scelse di spettacolarizzare al massimo la conversione di Allam al cristianesimo, facendolo battezzare a Roma dal Papa in persona, nel giorno di Pasqua [...] difficile pensare che queste due operazioni politiche [...] non fossero già collegate e preparate da tempo».
Dal Codice Da Vinci al codice di Litta, con innesto e scoppiazzo - cambiando solo gli attori - da i "Protocolli dei Savi Anziani di Sion".
- «Il fondamentalismo religioso è per sua natura fazioso, non ammette mediazioni di sorta: se la fede non è negoziabile, neppure il programma di un partito fideista può esserlo».
No, non è la fede che è indiscutibile, ma dei valori, quali la sacralità della vita, la libertà, su cui non si deve ammettere mercimonio.
Da noi si può sbeffeggiare il Papa, la Madonna, Gesù e i Santi, e imprecare contro Dio, che si rischia solo uno sguardo di rimprovero, mai di lasciarci pelle o libertà di fare, caro Mody.
- «Nessuno può dire con certezza se il disegno illiberale di Magdi Cristiano Allam abbia effettivamente speranze di successo, oppure se il personaggio andrà ad infoltire la schiera dei crociati falliti»;
Ahi, ahi ! Cominci ad avere dubbi che tutto sia un fuoco di paglia, del fumo senza arrosto, eh ?
Tutta la sicumera del buco nell'acqua s'è già squagliata ?
E poi, usare la parola "crociati", sa di stantio, di muffo, che la usano solo i Talebani e quelli che sono rimasti indietro con il pensiero, come latte rancido di vacca vecchia.
Prosegue il Litta:
- «Intanto il personaggio annuncia i suoi primi obiettivi programmatici: no all'aborto, al divorzio, all'eutanasia e ai matrimoni gay. Un progetto troppo pericoloso perché lo si possa semplicemente snobbare, come pure meriterebbe».
Oh, mamma, Alex "Mod" Litta: forse che la tua fede, abbinato al velleitarismo esaltato, non ammette e comprende negoziati verso chi la pensa diverso ?
Ussignur: vuoi vedere che stiamo assistendo ad una guerra intestina ?
Oltre a spalare e polverizzare merda, prova a cambiare punto d'osservazione e inserire nel tuo ragionare il dubbio o la possibilità di avere di fronte una persona sana, un gentiluomo, uno che magari potrebbe finire a far figura di Don Chisciotte, ma che crede in ciò che fa e predica, ed agisce di conseguenza.
O forse, che si chiamino "Valori" o "valori", maiuscole o no, ormai sei talmente abituato ad usare il cinismo come scolorina da abitare solo nel grigiore ?
Apri il tuo cassetto, che forse ci trovi ancora, nel fondo, un sogno da vivere e tentare di realizzare:
Magdi Cristiano Allam ce l'ha;
solo i morti non sognano più.
E a te, Caro Cristiano, l'augurio che, sulla tua strada, non trovi dei mulini, ma i giganti, quelli veri: uomini e donne eccezionali, non "quaraquaquà".
Io, secondo me...03.12.2008
lo smonta, lo disarticola, lo smembra, lo scompone, lo frammenta, lo polverizza e poi, seduto tra le macerie, ne guarda i pezzi, esclamando:
- «Ma...checazz'è ?»
Alessandro è Alessandro Litta Modignani, radicale fino al midollo, e il nuovo giocattolo che gli è capitato tra le mani è la new entry, il partito fondato e voluto da Magdi Cristiano Allam: “Protagonisti per l'Europa Cristiana”.
Come Erode, l'Alex sposa e appoggia quella perla di saggezza, che recita: meglio prevenire che curare;
prudente è soffocare il pargolo nella culla, fino a che è possibile, che se cresce poi ti scava la tomba.
- «...disegno illiberale e pericoloso», dice del neonato appena scodellato.
Quel partito...Cristiano è sovversivo, perché serve a fare « pressing ciellino su Berlusconi».
Magdi Allam paragonato al grimaldello usato dalla Banda Bassotti, a scardinare le cerniere del deposito di Paperon de Paperoni.
Svezzato e abitante di un mondo marcio, frequentando fondi e bassifondi della politica, dove struscio di pelo sullo stomaco è normale, tra compagni di merende e non, usa confrontare l'esterno con il suo interno, e pesa di conseguenza e per confronto;
- «L'appoggio al progetto annunciato da parte di monsignor Fisichella è un messaggio chiaro, un tentativo di riscatto della corrente di Comunione e Liberazione, dopo la sconfitta al momento della formazione del Governo».
Ha scambiato la battaglia di Canne con quella dei radicali che frequenta, che a canne ci vanno, anzi, a Cannabis.
Monsignor Fisichella, eminenza porpora, e pure grigia - un assemblato, con pezzi riciclati di Richelieu e Mazzarino - lubrifica e olia gli ingranaggi dei Protagonisti per l'Europa Cristiana al solo scopo di usarne i rotismi per far rotolare la valanga ciellina: l'Alessandro del Magno proprio non c'ha neppure l'unghia incarnita;
sarebbe meglio non abusare delle...radicali coltivazioni, stornellando la canzone di Massimo Ranieri:
"Erba di casa mia / fumavo in fretta e poi sballavo via / quanta emozione, la testa nel pallone...".
L'Ale prosegue:
- «La lettura del manifesto [...] rappresenta un autentico concentrato del pensiero cattolico-integralista e illiberale, cioè di quella cultura che punta a sostituire lo Stato moderno, laico e di diritto, con uno Stato etico di tipo confessionale».
Completamente fumato, il nostro inquisitore deve avere sbagliato manifesto, leggendo il sinistro Manifesto o, peggio, una velina passatagli da Ayman al-Zawahiri !
Caro Litta, da quando il non pensarla come te significa essere "integralista e illiberale" ?
Siamo in uno stato democratico, e il sostituire questo con quello, quando accade, è solo prodotto di libere scelte e votazioni, e se è cancellato il tuo per il mio, o viceversa, sarà solo su vero conteggio di teste del popolo, non di baionette, a meno che il tuo equilibrio poggia su piani inclinati ed estreme - destre o sinistre - pendenze.
- « Nel testo si sprecano le maiuscole, neanche fosse scritto in tedesco: Fede, Verità, Valori, Civiltà, poi ancora Testimoni, Costruttori, Protagonisti e via delirando».
Diletto "Mod" Litta Alex: forse che non meritano maiuscole quei valori ?
Il fatto che troppi asini hanno usato il minuscolo, non significa che i ragli devono silenziare le parole e il significato delle stesse;
per te quei contenitori possono essere paccottiglia, ma altri sono a cercare di riscoprirne il succo, e se sei ridotto al torsolo, senza più polpa ne sogni nel cassetto, ho pena per te, ma il mondo non deve peggiorare perché i peggiori e i falliti non si sentano tali.
Fatti da parte, oppure accetta che, né tu né i tuoi, siete al centro del mondo.
- «[...] è giusto chiedersi: questa minaccia diretta alla libertà degli individui è reale, oppure è soltanto il velleitarismo di un esaltato ?»
E che, il Padreterno t'ha passato un pizzino, ti ha acceso la candela sulla testa, di modo che solo tu hai e fai luce ?
Esaltato ?
E quelli che lo seguono che sono, esaltatini ?
Mai pensato di non essere il solo a credere in qualcosa, in buona e sana fede ?
Minaccia della libertà...ma dove, ma quale, visto che a nessuno di noi è impedito di praticarla ?!
- «[...] Esistono possibilità concrete che Allam riesca a costruire il suo partito, trovando spazio, alleanze e consensi? La risposta spontanea - no - sarà il solito buco nell'acqua ed è persino inutile parlarne e fargli pubblicità...»
Ma...allora...tutto il fiato che hai pompato dal trombone, che ce l'hai messo a fare ?
Se sei certo del finale, smettila di blaterare e aspetta che la pera cada da sola, senza la fatica di scuotere l'albero.
- « [...] qualsiasi progetto politico-religioso, che prescinda dalle intenzioni delle gerarchie ecclesiastiche, è destinato a non fare molta strada [...] nel marzo scorso il Vaticano scelse di spettacolarizzare al massimo la conversione di Allam al cristianesimo, facendolo battezzare a Roma dal Papa in persona, nel giorno di Pasqua [...] difficile pensare che queste due operazioni politiche [...] non fossero già collegate e preparate da tempo».
Dal Codice Da Vinci al codice di Litta, con innesto e scoppiazzo - cambiando solo gli attori - da i "Protocolli dei Savi Anziani di Sion".
- «Il fondamentalismo religioso è per sua natura fazioso, non ammette mediazioni di sorta: se la fede non è negoziabile, neppure il programma di un partito fideista può esserlo».
No, non è la fede che è indiscutibile, ma dei valori, quali la sacralità della vita, la libertà, su cui non si deve ammettere mercimonio.
Da noi si può sbeffeggiare il Papa, la Madonna, Gesù e i Santi, e imprecare contro Dio, che si rischia solo uno sguardo di rimprovero, mai di lasciarci pelle o libertà di fare, caro Mody.
- «Nessuno può dire con certezza se il disegno illiberale di Magdi Cristiano Allam abbia effettivamente speranze di successo, oppure se il personaggio andrà ad infoltire la schiera dei crociati falliti»;
Ahi, ahi ! Cominci ad avere dubbi che tutto sia un fuoco di paglia, del fumo senza arrosto, eh ?
Tutta la sicumera del buco nell'acqua s'è già squagliata ?
E poi, usare la parola "crociati", sa di stantio, di muffo, che la usano solo i Talebani e quelli che sono rimasti indietro con il pensiero, come latte rancido di vacca vecchia.
Prosegue il Litta:
- «Intanto il personaggio annuncia i suoi primi obiettivi programmatici: no all'aborto, al divorzio, all'eutanasia e ai matrimoni gay. Un progetto troppo pericoloso perché lo si possa semplicemente snobbare, come pure meriterebbe».
Oh, mamma, Alex "Mod" Litta: forse che la tua fede, abbinato al velleitarismo esaltato, non ammette e comprende negoziati verso chi la pensa diverso ?
Ussignur: vuoi vedere che stiamo assistendo ad una guerra intestina ?
Oltre a spalare e polverizzare merda, prova a cambiare punto d'osservazione e inserire nel tuo ragionare il dubbio o la possibilità di avere di fronte una persona sana, un gentiluomo, uno che magari potrebbe finire a far figura di Don Chisciotte, ma che crede in ciò che fa e predica, ed agisce di conseguenza.
O forse, che si chiamino "Valori" o "valori", maiuscole o no, ormai sei talmente abituato ad usare il cinismo come scolorina da abitare solo nel grigiore ?
Apri il tuo cassetto, che forse ci trovi ancora, nel fondo, un sogno da vivere e tentare di realizzare:
Magdi Cristiano Allam ce l'ha;
solo i morti non sognano più.
E a te, Caro Cristiano, l'augurio che, sulla tua strada, non trovi dei mulini, ma i giganti, quelli veri: uomini e donne eccezionali, non "quaraquaquà".
Io, secondo me...03.12.2008
lunedì 1 dicembre 2008
L'annunciazione di Cristiano
"È nato nu criaturo..."
beh, la mia non è proprio un'entrata degna dell'Annunciazione a Maria, ma neppure io mi chiamo Gabriele, e non sono un angelo;
come in tempo di guerra, mancando il caffè, bisogna accontentarsi del surrogato, che per questa volta sarà Giuseppe, il modesto Fontana, a dire in giro - ad "Urbi et Orbi" - che è nato il divin pargolo, il neonato partito "Protagonisti per l'Europa Cristiana", frutto dei lombi del nostro Magdi Cristiano Allam che, con quel tanto di puntiglioso e precisino, aggiunge postilla, sul registro del nascituro:
come fosse un timbro postale, sulla circonferenza, nella parte alta, figura il nome mentre, sulla parte bassa dell'anello, in posizione centrale, "Fede e Ragione"; a sinistra, "Verità e Libertà"; a destra, "Valori e Regole".
Al centro del bersaglio, la bandiera italiana contornata e cerchiata da dodici stellette,
il tutto su sfondo blu.
"È nato nu criaturo è nato niro..."
no, non è proprio quello il colore, che il putto ha il colore cianotico, come detto, ma esteticamente è bruttino: come tutti i nascituri, appena sfornati sembrano mostriciattoli, salvo poi dare il meglio nella crescita.
La partenza non è delle migliori, che l'incipit, l'inizio, il biglietto da visita, non coinvolge, non attrae e neppure ammalia: non è canto di sirena.
Troppe cose stipate in poco spazio, e troppo a saturare, a togliere agilità e quindi leggibilità, e troppo detto dove sarebbe stata sufficiente una scintilla per incuriosire, che basta una lucciola nel buio, a raccogliere attenzione.
Mi perdonerà - in pieno spirito...Cristiano - il "genitore" Magdi Allam, e forse meno lo farà chi ne ha disegnato le fattezze, ma nella sala parto politica, dove si contano ancora innumerevoli partiti e partitini, questo non spicca;
volenti o nolenti, abbiamo a che fare con una società stimolata dalle immagini, allettata - nell'immediato - dal contenitore più che dal contenuto, attenta più allo sgargiante che allo sbiadito, aderente al vecchio saggio, che dice: "Anche l'occhio vuole la sua parte".
Quelle stellette poi...fanno troppo Organizzazione, ma in stile Nazioni Unite.
E la bandiera italiana al centro: troppo abusata da altri, che l'hanno "timbrata" spesso - in scala e dimensione varia - in bollini di partiti vecchi, estinti o nuovi, così come l'aver nominato troppo spesso - e quindi inflazionato - doti eccezionali, come appunto fede e ragione, verità e libertà, valori e regole;
caro Cristiano, il simbolo è "pesante", che non vorrei che il potenziale elettore se la svigni, con la paura di fare la fine del povero e mitico Atlante, costretto a sostenere il peso del mondo intero sulle sue spalle.
Sono impegni gravosi, sentiti più come voti monastici o di cavalieri templari, che manca solo la castità per seguire la "tracciabilità" del marchio e trovarsi compiti da san Simeone Stilita, che visse penitente sopra una colonna per ben quarantacinque anni.
Il tutto e il troppo, ammucchiato in un bollino, spaventa.
Come un nudo di donna, l'aver da subito fatto vedere la nudità, quando non eccezione ma regola, ne sminuisce l'appetito, come stancherebbe mangiare qualsiasi leccornia, se tutti i giorni.
Non mi si voglia male, ma mi pare un'incudine, piuttosto che una piacevole e solletica piuma.
Non vorrei che chi ti conosce ti resti attaccato, come un francobollo alla busta, ma altri si scollino.
Ancora i più non sono coscienti che siamo alla cannetta del gas, prossimi al "Sangue, sudore e lacrime": siamo appena pronti a ricevere i sali minerali, non gli antibiotici e, come a quello che la sua non è cattiva digestione, ma l'anticamera dell'infarto, glielo devi comunicare poco alla volta, che altrimenti le coronarie gli scoppiano subito.
Caro Cristiano, non certo alla cinese, ma la gente deve essere "rieducata", guidata a ritrovare il vecchio apprendimento, i valori e la propria identità smarrita;
come dopo una paralisi, la ripresa deve essere graduale, a riscoprire movimenti semplici e naturali, bloccati da una malattia.
Non sarà facile riprendere a camminare; figuriamoci il correre !
Al momento in cui scrivo, la notizia non ha raggiunto le trombe dell'annunciazione, ma la trombetta della sordina;
Attenzione, Cristiano, di non fare come quello che, dovendo scendere dalla barca per la terraferma, abbandona la prima facendo leva sulla seconda, ad allontanare l'una e l'altra e finendo con la tipica "spaccata" dei ballerini, ma facendo tonfo e buco nell'acqua, che tu, a differenza di me, non c'hai la testa di sughero, e affondi alla svelta.
Sapendo di lasciarti con una mano sull'attrezzeria davanti e l'altra a far le corna dietro, in forma di scongiuro contro un Beppe a mezzo, tra Cassandra e lo iettatore, ti abbraccio, prima di andare alla voga e far correre la barca, al ritmo del tamburo di Allam.
Caro Cristiano, a seguire le tue stelle, ad arrivare alla culla del nascituro, spero accorrano tanti Re Magi, i Sapienti, che a scaldare 'a criatura da solo non basto, anche se posso coprire sia la parte del bue come dell'asinello !
Io, secondo me...01.12.2008
beh, la mia non è proprio un'entrata degna dell'Annunciazione a Maria, ma neppure io mi chiamo Gabriele, e non sono un angelo;
come in tempo di guerra, mancando il caffè, bisogna accontentarsi del surrogato, che per questa volta sarà Giuseppe, il modesto Fontana, a dire in giro - ad "Urbi et Orbi" - che è nato il divin pargolo, il neonato partito "Protagonisti per l'Europa Cristiana", frutto dei lombi del nostro Magdi Cristiano Allam che, con quel tanto di puntiglioso e precisino, aggiunge postilla, sul registro del nascituro:
come fosse un timbro postale, sulla circonferenza, nella parte alta, figura il nome mentre, sulla parte bassa dell'anello, in posizione centrale, "Fede e Ragione"; a sinistra, "Verità e Libertà"; a destra, "Valori e Regole".
Al centro del bersaglio, la bandiera italiana contornata e cerchiata da dodici stellette,
il tutto su sfondo blu.
"È nato nu criaturo è nato niro..."
no, non è proprio quello il colore, che il putto ha il colore cianotico, come detto, ma esteticamente è bruttino: come tutti i nascituri, appena sfornati sembrano mostriciattoli, salvo poi dare il meglio nella crescita.
La partenza non è delle migliori, che l'incipit, l'inizio, il biglietto da visita, non coinvolge, non attrae e neppure ammalia: non è canto di sirena.
Troppe cose stipate in poco spazio, e troppo a saturare, a togliere agilità e quindi leggibilità, e troppo detto dove sarebbe stata sufficiente una scintilla per incuriosire, che basta una lucciola nel buio, a raccogliere attenzione.
Mi perdonerà - in pieno spirito...Cristiano - il "genitore" Magdi Allam, e forse meno lo farà chi ne ha disegnato le fattezze, ma nella sala parto politica, dove si contano ancora innumerevoli partiti e partitini, questo non spicca;
volenti o nolenti, abbiamo a che fare con una società stimolata dalle immagini, allettata - nell'immediato - dal contenitore più che dal contenuto, attenta più allo sgargiante che allo sbiadito, aderente al vecchio saggio, che dice: "Anche l'occhio vuole la sua parte".
Quelle stellette poi...fanno troppo Organizzazione, ma in stile Nazioni Unite.
E la bandiera italiana al centro: troppo abusata da altri, che l'hanno "timbrata" spesso - in scala e dimensione varia - in bollini di partiti vecchi, estinti o nuovi, così come l'aver nominato troppo spesso - e quindi inflazionato - doti eccezionali, come appunto fede e ragione, verità e libertà, valori e regole;
caro Cristiano, il simbolo è "pesante", che non vorrei che il potenziale elettore se la svigni, con la paura di fare la fine del povero e mitico Atlante, costretto a sostenere il peso del mondo intero sulle sue spalle.
Sono impegni gravosi, sentiti più come voti monastici o di cavalieri templari, che manca solo la castità per seguire la "tracciabilità" del marchio e trovarsi compiti da san Simeone Stilita, che visse penitente sopra una colonna per ben quarantacinque anni.
Il tutto e il troppo, ammucchiato in un bollino, spaventa.
Come un nudo di donna, l'aver da subito fatto vedere la nudità, quando non eccezione ma regola, ne sminuisce l'appetito, come stancherebbe mangiare qualsiasi leccornia, se tutti i giorni.
Non mi si voglia male, ma mi pare un'incudine, piuttosto che una piacevole e solletica piuma.
Non vorrei che chi ti conosce ti resti attaccato, come un francobollo alla busta, ma altri si scollino.
Ancora i più non sono coscienti che siamo alla cannetta del gas, prossimi al "Sangue, sudore e lacrime": siamo appena pronti a ricevere i sali minerali, non gli antibiotici e, come a quello che la sua non è cattiva digestione, ma l'anticamera dell'infarto, glielo devi comunicare poco alla volta, che altrimenti le coronarie gli scoppiano subito.
Caro Cristiano, non certo alla cinese, ma la gente deve essere "rieducata", guidata a ritrovare il vecchio apprendimento, i valori e la propria identità smarrita;
come dopo una paralisi, la ripresa deve essere graduale, a riscoprire movimenti semplici e naturali, bloccati da una malattia.
Non sarà facile riprendere a camminare; figuriamoci il correre !
Al momento in cui scrivo, la notizia non ha raggiunto le trombe dell'annunciazione, ma la trombetta della sordina;
Attenzione, Cristiano, di non fare come quello che, dovendo scendere dalla barca per la terraferma, abbandona la prima facendo leva sulla seconda, ad allontanare l'una e l'altra e finendo con la tipica "spaccata" dei ballerini, ma facendo tonfo e buco nell'acqua, che tu, a differenza di me, non c'hai la testa di sughero, e affondi alla svelta.
Sapendo di lasciarti con una mano sull'attrezzeria davanti e l'altra a far le corna dietro, in forma di scongiuro contro un Beppe a mezzo, tra Cassandra e lo iettatore, ti abbraccio, prima di andare alla voga e far correre la barca, al ritmo del tamburo di Allam.
Caro Cristiano, a seguire le tue stelle, ad arrivare alla culla del nascituro, spero accorrano tanti Re Magi, i Sapienti, che a scaldare 'a criatura da solo non basto, anche se posso coprire sia la parte del bue come dell'asinello !
Io, secondo me...01.12.2008
Tuutto questo vale una scommessa !
SE...
vuoi attraversare il mare, tra il dire e il fare;
se la rassegnazione non ti appartiene e vuoi essere attore e non..scomparsa;
se non vuoi mollare ma, anzi, spendere del tuo;
se hai talenti e non li vuoi seppellire;
se sai d'essere una monetina, che con altri puoi formare un tesoro,
ecco il forziere da riempire con i tuoi valori !
mercoledì 26 novembre 2008
L'ano della bestia
Si celebra l'ano della bestia;
no, non ho sbagliato a scrivere, che questo è proprio l'ano e non l'anno della bestia, che neppure nel calendario cinese è contemplato un simile animale: il Samir Kuntar.
Se mai la razza umana raggiunse simili bassezze, uno spurgo così non sempre - per fortuna - è scodellato da ventre deviato di donna, che la fetenzìa sicuramente sbagliò strada già dalla nascita;
o forse, una natura lungimirante, capì da subito quale era il pertugio naturale da cui espellere simile merdaccia.
E se qualcuno pensa di me quanto sia volgare il mio dire, mi permetta di ricordare con chi si ha a che fare.
Samir Kuntar è quell'assassino, liberato dalle carceri di Israele in cambio delle salme di due suoi figli, scambiato con i poveri resti di Eldad Regev ed Ehud Goldwasser, rapiti due anni fa da Hezbollah durante un'incursione sul territorio israeliano.
Rientrato nella tana, ricevette un'accoglienza trionfale, riempito di medaglie, onorificenze e fotografie del suo idolo Hassan Nasrallah, il capo di Hezbollah, e pure le sue mutande usate, sicuramente piene d'amor feticista.
Quando si dice che la faccia è come il culo...
- «Sono pronto a partecipare a qualunque missione [...] fino quando l'entità sionista sarà scomparsa».
Si badi bene: si dice "scomparsa", non "scacciata"; la differenza che c'è tra la vita e la morte, tra il perdere solo della terra o la propria cotenna.
Samir fu da subito la tipica botticella, il budello ideale da riempire d'odio, e il culmine lo raggiunse presto, a soli 16 anni.
Nahariya, nord di Israele, aprile del 1979:
"[...] sbarcarono con un gommone nel cuore della notte, sulla spiaggia e subito uccisero l'ufficiale di guardia Eliyahu Sachar, crivellandolo di colpi, dei quali ben trenta si vantò d'averli scaricati lo stesso Kuntar".
"Melius abundare quam deficere"...e seppure analfabeta, il nostro eroe ha istintivamente messo in pratica una perla di saggezza, rendendo manifestato la vera natura di un sadismo innato, ben presente nel corredo cromosomico di famiglia, fugando ogni dubbio in proposito nel prosieguo dell'azione.
Dalla cronaca di allora:
"[...] fecero irruzione nella casa e presero Haran e sua figlia Einat, di tre anni; Kuntar sparò alla testa dell'uomo e, afferrando la bimba per le gambe, a testa in giù, le fracassò il cranio, sbattendolo ripetutamente su di una roccia".
All'arrivo all'aeroporto di Beirut, nel luglio 2008, Samir Kuntar è stato accolto come eroe nazionale dal Presidente libanese Michel Suleiman, dal Primo Ministro Fuad Siniora, dal portavoce del Parlamento libanese Nabib Berri, da diversi altri membri del Parlamento, nonché dai rappresentanti d'entrambe le comunità religiose, cristiana e islamica.
Alla resa dei conti, quando colpirai, Israele, ricordati di tutte queste "metastasi", e vai di mattarello: la pietà è una perla, che offerta ai porci perde di valore, che quelli non lo riconoscono.
Ancora, sempre dai notiziari:
"Il 19 luglio 2008 Al Jazeera mise in onda un programma dal Libano [...] Ghassan Bin Jiddo, capo degli studi, a Beirut, affermò che Samir Kuntar è un eroe pan-arabo e che avrebbe organizzato una festa anche per il suo compleanno".
Caro Israele, preparagli pure tu i fuochi, a festeggiare l'ano della bestia e, come in Veneto:
- «Copà el porseo..accoppa il maiale !!»
Io, secondo me...26.11.2008
no, non ho sbagliato a scrivere, che questo è proprio l'ano e non l'anno della bestia, che neppure nel calendario cinese è contemplato un simile animale: il Samir Kuntar.
Se mai la razza umana raggiunse simili bassezze, uno spurgo così non sempre - per fortuna - è scodellato da ventre deviato di donna, che la fetenzìa sicuramente sbagliò strada già dalla nascita;
o forse, una natura lungimirante, capì da subito quale era il pertugio naturale da cui espellere simile merdaccia.
E se qualcuno pensa di me quanto sia volgare il mio dire, mi permetta di ricordare con chi si ha a che fare.
Samir Kuntar è quell'assassino, liberato dalle carceri di Israele in cambio delle salme di due suoi figli, scambiato con i poveri resti di Eldad Regev ed Ehud Goldwasser, rapiti due anni fa da Hezbollah durante un'incursione sul territorio israeliano.
Rientrato nella tana, ricevette un'accoglienza trionfale, riempito di medaglie, onorificenze e fotografie del suo idolo Hassan Nasrallah, il capo di Hezbollah, e pure le sue mutande usate, sicuramente piene d'amor feticista.
Quando si dice che la faccia è come il culo...
- «Sono pronto a partecipare a qualunque missione [...] fino quando l'entità sionista sarà scomparsa».
Si badi bene: si dice "scomparsa", non "scacciata"; la differenza che c'è tra la vita e la morte, tra il perdere solo della terra o la propria cotenna.
Samir fu da subito la tipica botticella, il budello ideale da riempire d'odio, e il culmine lo raggiunse presto, a soli 16 anni.
Nahariya, nord di Israele, aprile del 1979:
"[...] sbarcarono con un gommone nel cuore della notte, sulla spiaggia e subito uccisero l'ufficiale di guardia Eliyahu Sachar, crivellandolo di colpi, dei quali ben trenta si vantò d'averli scaricati lo stesso Kuntar".
"Melius abundare quam deficere"...e seppure analfabeta, il nostro eroe ha istintivamente messo in pratica una perla di saggezza, rendendo manifestato la vera natura di un sadismo innato, ben presente nel corredo cromosomico di famiglia, fugando ogni dubbio in proposito nel prosieguo dell'azione.
Dalla cronaca di allora:
"[...] fecero irruzione nella casa e presero Haran e sua figlia Einat, di tre anni; Kuntar sparò alla testa dell'uomo e, afferrando la bimba per le gambe, a testa in giù, le fracassò il cranio, sbattendolo ripetutamente su di una roccia".
All'arrivo all'aeroporto di Beirut, nel luglio 2008, Samir Kuntar è stato accolto come eroe nazionale dal Presidente libanese Michel Suleiman, dal Primo Ministro Fuad Siniora, dal portavoce del Parlamento libanese Nabib Berri, da diversi altri membri del Parlamento, nonché dai rappresentanti d'entrambe le comunità religiose, cristiana e islamica.
Alla resa dei conti, quando colpirai, Israele, ricordati di tutte queste "metastasi", e vai di mattarello: la pietà è una perla, che offerta ai porci perde di valore, che quelli non lo riconoscono.
Ancora, sempre dai notiziari:
"Il 19 luglio 2008 Al Jazeera mise in onda un programma dal Libano [...] Ghassan Bin Jiddo, capo degli studi, a Beirut, affermò che Samir Kuntar è un eroe pan-arabo e che avrebbe organizzato una festa anche per il suo compleanno".
Caro Israele, preparagli pure tu i fuochi, a festeggiare l'ano della bestia e, come in Veneto:
- «Copà el porseo..accoppa il maiale !!»
Io, secondo me...26.11.2008
martedì 25 novembre 2008
Bruscolini e bruschette
"Eravamo quattro amici al bar
che volevano cambiare il mondo
[...]
tra un bicchier di coca ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi farò"
Mi torna in mente il motivetto della bellissima canzone di Gino Paoli, amici, appunto, che nel bar della propria infanzia costruiscono i loro sogni, poi scompaginati e dispersi con loro, nel flusso degli accadimenti e nelle cose della vita.
Altro bar, altri quattro amici, altra canzone e altra musica;
"[...] tra un bicchier di vino ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi però";
- «E già...però...che ci frega di cambiare il mondo: perché non diamo fuoco al barbone ?»
Un barista, un perito chimico, uno studente e un elettricista:
quattro pirletti della "Rimini bene", malati di mal di noia, hanno cercato di ammazzare, oltre al tempo - cosa ormai banale, alla "così fan tutti" - anche un vagabondo, infiammabile per natura e che si presta alla carbonella, come una costina sulla graticola.
Mondi da ogni preoccupazione, che non mancano di companatico né di lavoro, eccoli a vagare, smarriti, nel mondo del "E mo, che faccio ?", drammatico limbo di chi non ha di che combattere e deve solo tirare a campare, in un mondo dove altri, più sfortunati, spesso sono ridotti all'osso, per avarizia di mezzi e mancanza di pane.
Quando attorno c'è chi sopravvive un giorno di più per grazia divina, questi sono al dramma del "cosa combino, fino a tirare l'ora d'andare a dormire ?":
la sfortuna d'esseri che muoiono, riconoscendo quanta fortuna occorre per restare in questo mondo, a confronto con degli imbecilli che meriterebbero - loro sì - di passare in un altro, aldilà, oltre.
Erano andati dritti alla stazione di servizio per riempire la tanica con cinque euro di combustibile:
cinque euro...il costo della pelle di un essere umano !
La bausciata, il vanto con gli amici:
- «Ho buttato la benzina tutto intorno. Dormiva. È cascato dritto e poi si è rialzato subito, si rotolava per terra con le fiamme addosso».
Leggo: "[...] non hanno precedenti, non fanno vita di strada, non rubano nel portafoglio dei genitori per comprarsi la coca. Nessuna ideologia politica, nessuna idea, nessuna apparente intolleranza razziale".
Ecco il nocciolo della questione: quei tanti "nessuna"; troppi vuoti da riempire. Di benzina.
"[...] tra un bicchier di whisky ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi sarò";
- «E già...sarò...sarò a vedere, quando deraglia !»
Almeno duecento erano i passeggeri, sul quel treno delle Ferrovie Nord, in servizio tra Asso e Milano, uscito dalle rotaie, a Como, lo scorso Ottobre;
due coglioncelli di quindici anni, avevano collocato sui binari, nella galleria fra Ponte Lambro e Caslino d'Erba, dei coperchi di cemento e delle griglie di ferro; e non era la prima volta.
Volevano l'ebbrezza, la scarica d'adrenalina, a "provare l'effetto che fa", come a stare sull'ottovolante.
- «L'abbiamo fatto come passatempo, per divertirci», hanno detto.
Vita di persone, da sacrificare all'altare del dio della noia.
Io, secondo me...25.11.2008
che volevano cambiare il mondo
[...]
tra un bicchier di coca ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi farò"
Mi torna in mente il motivetto della bellissima canzone di Gino Paoli, amici, appunto, che nel bar della propria infanzia costruiscono i loro sogni, poi scompaginati e dispersi con loro, nel flusso degli accadimenti e nelle cose della vita.
Altro bar, altri quattro amici, altra canzone e altra musica;
"[...] tra un bicchier di vino ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi però";
- «E già...però...che ci frega di cambiare il mondo: perché non diamo fuoco al barbone ?»
Un barista, un perito chimico, uno studente e un elettricista:
quattro pirletti della "Rimini bene", malati di mal di noia, hanno cercato di ammazzare, oltre al tempo - cosa ormai banale, alla "così fan tutti" - anche un vagabondo, infiammabile per natura e che si presta alla carbonella, come una costina sulla graticola.
Mondi da ogni preoccupazione, che non mancano di companatico né di lavoro, eccoli a vagare, smarriti, nel mondo del "E mo, che faccio ?", drammatico limbo di chi non ha di che combattere e deve solo tirare a campare, in un mondo dove altri, più sfortunati, spesso sono ridotti all'osso, per avarizia di mezzi e mancanza di pane.
Quando attorno c'è chi sopravvive un giorno di più per grazia divina, questi sono al dramma del "cosa combino, fino a tirare l'ora d'andare a dormire ?":
la sfortuna d'esseri che muoiono, riconoscendo quanta fortuna occorre per restare in questo mondo, a confronto con degli imbecilli che meriterebbero - loro sì - di passare in un altro, aldilà, oltre.
Erano andati dritti alla stazione di servizio per riempire la tanica con cinque euro di combustibile:
cinque euro...il costo della pelle di un essere umano !
La bausciata, il vanto con gli amici:
- «Ho buttato la benzina tutto intorno. Dormiva. È cascato dritto e poi si è rialzato subito, si rotolava per terra con le fiamme addosso».
Leggo: "[...] non hanno precedenti, non fanno vita di strada, non rubano nel portafoglio dei genitori per comprarsi la coca. Nessuna ideologia politica, nessuna idea, nessuna apparente intolleranza razziale".
Ecco il nocciolo della questione: quei tanti "nessuna"; troppi vuoti da riempire. Di benzina.
"[...] tra un bicchier di whisky ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi sarò";
- «E già...sarò...sarò a vedere, quando deraglia !»
Almeno duecento erano i passeggeri, sul quel treno delle Ferrovie Nord, in servizio tra Asso e Milano, uscito dalle rotaie, a Como, lo scorso Ottobre;
due coglioncelli di quindici anni, avevano collocato sui binari, nella galleria fra Ponte Lambro e Caslino d'Erba, dei coperchi di cemento e delle griglie di ferro; e non era la prima volta.
Volevano l'ebbrezza, la scarica d'adrenalina, a "provare l'effetto che fa", come a stare sull'ottovolante.
- «L'abbiamo fatto come passatempo, per divertirci», hanno detto.
Vita di persone, da sacrificare all'altare del dio della noia.
Io, secondo me...25.11.2008
lunedì 24 novembre 2008
Il cerchio...e le botte
Un colpo al cerchio e uno alla botte: non è il tentativo di cercare una mediazione, un punto d'incontro, ma di rompere l'uno e dare le altre.
In tutto il mondo i cristiani stanno arretrando - e dove no, morendo - sotto i colpi di bastone, di fucile, di machete o bruciati nelle loro chiese e case;
improvvisamente diventano capri espiatori d'ogni nefandezza, assumendo il fango e la merda di chi sguazza di e per sua causa: ma qualcuno di comodo ci deve essere, da dare in pasto ai leoni, ad allontanare responsabilità proprie di locali e indigeni despoti, tiranni e teocrazie fanatizzate, nel pieno menefreghismo della sacralità dell'altrui vita e che essere donna è metà di un mondo che si completa con l'altro mezzo, non una cosa interrotta e mai finita;
la cancellazione di alcuni degli assunti più irrinunciabili e universali poggia sul filo della lama e un'elaborata ricostruzione di un dio padrone e del suo macellaio, dove pochi mangiano carne e il resto ne sono i fornitori.
C'è una regia, che si muove a più livelli, dove il locale trova anello di raccordo con un disegno mondiale, demenziale ma percepito come fattibile, non tanto perché si è più forti, ma sono gli altri ad essere deboli.
L'Occidente - l'Europa in particolare - pare un gigante rincitrullito, un pugile suonato, che incassa colpi da fuori e da dentro;
anzi, è proprio dal suo interno che nascono i mali e le febbri perniciose, che ne debilitano struttura e forza.
Eccoci ad usare un repertorio trito e ritrito, fatto di punti e cuciture bizantine, ricami e orpelli invece che indossare la corazza con borchie ed anelli;
ci mettiamo a pancia all'aria, come i cani, presentando il collo all'avversario, fidando che rispetti un rituale dove tanto basta a fermare le zanne, prima che forino la giugulare, ma le regole sono cambiate e, dall'altra parte, non si capisce perché risparmiare un avversario che domani potrebbe rinsavire e capire che non è nato per essere pecora.
Non siamo più capaci di riconoscere e marcare il territorio, a tracciarne nettamente i confini, il minimo indispensabile alla mia, alla nostra, di vita ed esistenza.
L'avversario c'ha infilato la cannuccia e succhia, a prosciugare un bicchiere già mezzo vuoto: ingrassa con il nostro, di lardo, e noi stiamo per fare la fine del maiale, di cui si usa tutto e non si butta niente.
Come delle tarme, si sono infilati nel nostro, di tessuto;
pazientemente hanno aspettato nell'ombra, a non compromettere la schiusa delle uova, e poi, ad usare la tecnica del salmone: il numero giustifica i mezzi, a passare dal vorrei al voglio, dalla vulnerabilità della mosca bianca allo sciame delle cavallette.
Dove non direttamente, eccoli a cavalcare con babbei, bamba, babbioni e buonisti a tutti i costi e immancabili "compagni" di merende, gemellati nel credo del terrore, come insegnato dai sacri testi di novant'anni fa, scritti dai profeti Lenin e Stalin, "hadit", suggerimenti e consigli poi passati a "garzoni di bottega", come Mao Tse-tung e Pol Pot e bestiario simile.
Dove si può, olio di ricino e clistere: dove ancora impossibile prendere alle spalle, lavorare ai fianchi.
- «Non sono tutti così; buoni e cattivi ci sono dappertutto. Basta allarmismi, che anche la Chiesa, ai tempi...»,
e via amenità di questo tipo, a triturare l'ovvio e ad usare la famosa media del pollo - uno a testa, anche se c'è chi ne mangerà due e chi nessuno - e non valutare i pesi, che basta uno con il bastone per menare la mandria al pascolo.
Delle pecore non mi preoccupo: del pastore, sì !
Ed ecco che a questi si contrappone l'autorevolezza di Chamberlain combinata con il coraggio di Don Abbondio:
- «Signori, ecco tarallucci e vino: parliamone».
Un Papa, sbeffeggiato e ridicolizzato da satire che, fatte dall'altra parte farebbero perdere letteralmente la testa, eccolo a raccogliere una bella tavolata, all'insegna del "Volemose bene";
addirittura eccolo a gomito con alcuni spiriti "illuminati", sapienti di cose "islamusulmane", traduttori del discorso di Ratisbona dove, questi eccelsi interpreti, trasformarono mela in pera, un "quello disse" in "lui dice", che quasi sembrava imminente una guerra mondiale per colpa - o volontà - del raglio di simili somari - che chiamarono a raccolta i simili - ed ora ai lati del Pontefice, ma non per Natale e non per il Presepe, unica concessione alla presenza di buoi e ciuchi.
Ecco Gesù riconosciuto sottoprodotto, surrogato dell'amato profeta Maometto, così come la Bibbia passa a fare da spalla al sacro Corano, sigillo della profezia, "l'ultimo" - che sarà letto come "il vero" - dei libri inviati da Dio per guidare e salvare l'umanità;
ecco chi "chi sta sopra e cosa", con un Papa cameriere, a portare lista di pietanze che non prepara, ma serve.
Come per Ratisbona, è la traduzione che farà la differenza, e non basta preparare uno scritto con due versioni, che sarà la capacità di trasformare i propri guitti in attori, a fare la differenza;
e il prossimo incontro lo giocheremo s fuori casa, e faremo la fine della pasta di Alberto Sordi, nel film "Un Americano a Roma":
Maccarone, m'hai provocato ? E mo me te magno !"
Aggiungiamo al piatto il contorno: il rappresentante dell'apostolo Pietro, è pure attorniato da non uno ma tanti Giuda, che mangiano nel suo piatto e intanto ammirano quanto più sono grassi i polli del vicino;
Cardinali e porporati sono ad invidiare i bei tempi, quando al passaggio la gente si scappellava, era timorata di Dio e dei suoi rappresentanti in terra;
ora non più, che sono scostumati e irriguardosi, ma guarda come diverso dall'altra parte, che i loro, di sapienti, sono portati in palmo di mano.
Fosse solo tra gli incensi, ancora sarebbe accettabile l'assestare martellate sui propri attributi, sperando arrivino allo spessore dell'invidiato vicino, ma no, che anche l'"Intellighenzia", i cosi detti intellettuali, sono ad offrire il proprio masochismo alla verga del sadico.
- «Sbagliato operare contro i teorici della spiritualità islamica, come Khomeini o Ahmadinejad [...] discriminazioni religiose, moneta corrente del pensiero unico Occidentale [...] miscredenti che parlano di valori e non tollerano di vedere altri, i musulmani, che sono capaci di fermarsi e di pregare mentre noi non ci riusciamo più [...] invece di starnazzare attorno alle moschee, non sarebbe meglio chiudere le discoteche ?»
Chi santifica Khomeini, che mandò a sminare il terreno migliaia di bambini, durante la guerra con l'Irak, e indora Ahmadinejad, disposto a perdere MILIONI dei suoi, pur di cancellare l'intero popolo di Israele, è Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e giornalista siciliano, che s'immalinconisce al cospetto di questi "giganti" del pensiero cui nulla abbiamo da confrontare.
Addirittura ecco l'avvoltoio, l'ayatollah, il Ruhullah Musavi, sconfina nella magia e nella stregoneria, che vide in anticipo la caduta dell'Unione Sovietica.
Ciumbia, meglio del Donascimiento di Vanna Marchi, l'imbonitrice televisiva che vendeva pozioni miracolose, talismani, guariva da malefici, malocchio, fatture e macumbe, alleggerendo pure pance e portafogli con alghe dimagranti.
- «Bisogna scavare all'indietro, recuperare i valori, la tradizione, come materia viva; e Petrarca, Galilei, Leonardo...»
E Khomeini.
E Ahmadinejad.
E allora, caro Pietrangelo Al Buttafuoc, perché non appoggiare il ritorno della disciplina, dello studio e del lavoro nelle scuole, lo scacciarne la "genitorialità politicizzata", gendarmi che rompono i coglioni ai professori, che guai a toccare i loro poveri e innocenti "bambini", che poi usano sin dalle elementari, da mandare avanti nei cortei, come Hamas con i suoi ?
E riappropriarsi di pari autorità nella famiglia, dove sia chiaro che sono i genitori a tenere la manetta del manovratore, e non ostaggio di piccole pesti, bulletti anzitempo ?
E quando a scuola, se danneggiano, spadroneggiano, pretendono e vogliono, ne siano cacciati, a permettere ai meritevoli di proseguire, senza zavorra, lasciata a terra, ad imparare che chi sbaglia paga ?
E a dividere il grano dal loglio, a far sì che i grattapancia e i grattaculo non si sentano migliori perché più furbi, in rapporto a chi onestamente lavora e non perde tempo ?
Al Buttafuoc parla di tradizioni:
come quelle non riconosciute da quella Costituzione Europea, così già evirata in nascita, quando rinuncia alla sua stessa identità e provenienza, che è come pretendere che viva un fiore senza più radici.
O i Crocefissi, il Presepe, le campane, il Natale e ogni simile, che non hanno mai invaso la nostra parte laica o critica, ma testimone di una continuità, tra i nostri vecchi e i figli, loro eredi, per terra e storia.
Che chi entra in casa mia per spogliarmi, se ne ritorni al paese, che qui non ce lo voglio;
e chi resta, sia benvenuto perché arrivato da dove stava peggio, resta ospite, non proprietario,
e se tanto vuol essere poi cittadino, impari lingua e storia, gli usi e i costumi, che non si ama ciò che non si vuole comprendere ma, essendo egli nella mia dimora, non sono io a dover imparare prima di lui.
E quando dimostrato di non essermi nemico, sarà un piacere dirgli:
- «Benvenuto nella mia dimora, nel mio cuore...amico mio: ORA sediamoci, ti ascolto».
Caro Al Buttafuoc, lascia stare il prato del vicino e cura il tuo;
C'hai scritto un libro, sputando nel piatto, ma ti rispondo con una frase che hai già sentito:
- «Non chiedere quello che il tuo editore può fare per te, ma quello che tu puoi fare per il tuo Paese».
E smettila di pisciarti e pisciarci addosso !
Io, secondo me...24.11.2008
In tutto il mondo i cristiani stanno arretrando - e dove no, morendo - sotto i colpi di bastone, di fucile, di machete o bruciati nelle loro chiese e case;
improvvisamente diventano capri espiatori d'ogni nefandezza, assumendo il fango e la merda di chi sguazza di e per sua causa: ma qualcuno di comodo ci deve essere, da dare in pasto ai leoni, ad allontanare responsabilità proprie di locali e indigeni despoti, tiranni e teocrazie fanatizzate, nel pieno menefreghismo della sacralità dell'altrui vita e che essere donna è metà di un mondo che si completa con l'altro mezzo, non una cosa interrotta e mai finita;
la cancellazione di alcuni degli assunti più irrinunciabili e universali poggia sul filo della lama e un'elaborata ricostruzione di un dio padrone e del suo macellaio, dove pochi mangiano carne e il resto ne sono i fornitori.
C'è una regia, che si muove a più livelli, dove il locale trova anello di raccordo con un disegno mondiale, demenziale ma percepito come fattibile, non tanto perché si è più forti, ma sono gli altri ad essere deboli.
L'Occidente - l'Europa in particolare - pare un gigante rincitrullito, un pugile suonato, che incassa colpi da fuori e da dentro;
anzi, è proprio dal suo interno che nascono i mali e le febbri perniciose, che ne debilitano struttura e forza.
Eccoci ad usare un repertorio trito e ritrito, fatto di punti e cuciture bizantine, ricami e orpelli invece che indossare la corazza con borchie ed anelli;
ci mettiamo a pancia all'aria, come i cani, presentando il collo all'avversario, fidando che rispetti un rituale dove tanto basta a fermare le zanne, prima che forino la giugulare, ma le regole sono cambiate e, dall'altra parte, non si capisce perché risparmiare un avversario che domani potrebbe rinsavire e capire che non è nato per essere pecora.
Non siamo più capaci di riconoscere e marcare il territorio, a tracciarne nettamente i confini, il minimo indispensabile alla mia, alla nostra, di vita ed esistenza.
L'avversario c'ha infilato la cannuccia e succhia, a prosciugare un bicchiere già mezzo vuoto: ingrassa con il nostro, di lardo, e noi stiamo per fare la fine del maiale, di cui si usa tutto e non si butta niente.
Come delle tarme, si sono infilati nel nostro, di tessuto;
pazientemente hanno aspettato nell'ombra, a non compromettere la schiusa delle uova, e poi, ad usare la tecnica del salmone: il numero giustifica i mezzi, a passare dal vorrei al voglio, dalla vulnerabilità della mosca bianca allo sciame delle cavallette.
Dove non direttamente, eccoli a cavalcare con babbei, bamba, babbioni e buonisti a tutti i costi e immancabili "compagni" di merende, gemellati nel credo del terrore, come insegnato dai sacri testi di novant'anni fa, scritti dai profeti Lenin e Stalin, "hadit", suggerimenti e consigli poi passati a "garzoni di bottega", come Mao Tse-tung e Pol Pot e bestiario simile.
Dove si può, olio di ricino e clistere: dove ancora impossibile prendere alle spalle, lavorare ai fianchi.
- «Non sono tutti così; buoni e cattivi ci sono dappertutto. Basta allarmismi, che anche la Chiesa, ai tempi...»,
e via amenità di questo tipo, a triturare l'ovvio e ad usare la famosa media del pollo - uno a testa, anche se c'è chi ne mangerà due e chi nessuno - e non valutare i pesi, che basta uno con il bastone per menare la mandria al pascolo.
Delle pecore non mi preoccupo: del pastore, sì !
Ed ecco che a questi si contrappone l'autorevolezza di Chamberlain combinata con il coraggio di Don Abbondio:
- «Signori, ecco tarallucci e vino: parliamone».
Un Papa, sbeffeggiato e ridicolizzato da satire che, fatte dall'altra parte farebbero perdere letteralmente la testa, eccolo a raccogliere una bella tavolata, all'insegna del "Volemose bene";
addirittura eccolo a gomito con alcuni spiriti "illuminati", sapienti di cose "islamusulmane", traduttori del discorso di Ratisbona dove, questi eccelsi interpreti, trasformarono mela in pera, un "quello disse" in "lui dice", che quasi sembrava imminente una guerra mondiale per colpa - o volontà - del raglio di simili somari - che chiamarono a raccolta i simili - ed ora ai lati del Pontefice, ma non per Natale e non per il Presepe, unica concessione alla presenza di buoi e ciuchi.
Ecco Gesù riconosciuto sottoprodotto, surrogato dell'amato profeta Maometto, così come la Bibbia passa a fare da spalla al sacro Corano, sigillo della profezia, "l'ultimo" - che sarà letto come "il vero" - dei libri inviati da Dio per guidare e salvare l'umanità;
ecco chi "chi sta sopra e cosa", con un Papa cameriere, a portare lista di pietanze che non prepara, ma serve.
Come per Ratisbona, è la traduzione che farà la differenza, e non basta preparare uno scritto con due versioni, che sarà la capacità di trasformare i propri guitti in attori, a fare la differenza;
e il prossimo incontro lo giocheremo s fuori casa, e faremo la fine della pasta di Alberto Sordi, nel film "Un Americano a Roma":
Maccarone, m'hai provocato ? E mo me te magno !"
Aggiungiamo al piatto il contorno: il rappresentante dell'apostolo Pietro, è pure attorniato da non uno ma tanti Giuda, che mangiano nel suo piatto e intanto ammirano quanto più sono grassi i polli del vicino;
Cardinali e porporati sono ad invidiare i bei tempi, quando al passaggio la gente si scappellava, era timorata di Dio e dei suoi rappresentanti in terra;
ora non più, che sono scostumati e irriguardosi, ma guarda come diverso dall'altra parte, che i loro, di sapienti, sono portati in palmo di mano.
Fosse solo tra gli incensi, ancora sarebbe accettabile l'assestare martellate sui propri attributi, sperando arrivino allo spessore dell'invidiato vicino, ma no, che anche l'"Intellighenzia", i cosi detti intellettuali, sono ad offrire il proprio masochismo alla verga del sadico.
- «Sbagliato operare contro i teorici della spiritualità islamica, come Khomeini o Ahmadinejad [...] discriminazioni religiose, moneta corrente del pensiero unico Occidentale [...] miscredenti che parlano di valori e non tollerano di vedere altri, i musulmani, che sono capaci di fermarsi e di pregare mentre noi non ci riusciamo più [...] invece di starnazzare attorno alle moschee, non sarebbe meglio chiudere le discoteche ?»
Chi santifica Khomeini, che mandò a sminare il terreno migliaia di bambini, durante la guerra con l'Irak, e indora Ahmadinejad, disposto a perdere MILIONI dei suoi, pur di cancellare l'intero popolo di Israele, è Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e giornalista siciliano, che s'immalinconisce al cospetto di questi "giganti" del pensiero cui nulla abbiamo da confrontare.
Addirittura ecco l'avvoltoio, l'ayatollah, il Ruhullah Musavi, sconfina nella magia e nella stregoneria, che vide in anticipo la caduta dell'Unione Sovietica.
Ciumbia, meglio del Donascimiento di Vanna Marchi, l'imbonitrice televisiva che vendeva pozioni miracolose, talismani, guariva da malefici, malocchio, fatture e macumbe, alleggerendo pure pance e portafogli con alghe dimagranti.
- «Bisogna scavare all'indietro, recuperare i valori, la tradizione, come materia viva; e Petrarca, Galilei, Leonardo...»
E Khomeini.
E Ahmadinejad.
E allora, caro Pietrangelo Al Buttafuoc, perché non appoggiare il ritorno della disciplina, dello studio e del lavoro nelle scuole, lo scacciarne la "genitorialità politicizzata", gendarmi che rompono i coglioni ai professori, che guai a toccare i loro poveri e innocenti "bambini", che poi usano sin dalle elementari, da mandare avanti nei cortei, come Hamas con i suoi ?
E riappropriarsi di pari autorità nella famiglia, dove sia chiaro che sono i genitori a tenere la manetta del manovratore, e non ostaggio di piccole pesti, bulletti anzitempo ?
E quando a scuola, se danneggiano, spadroneggiano, pretendono e vogliono, ne siano cacciati, a permettere ai meritevoli di proseguire, senza zavorra, lasciata a terra, ad imparare che chi sbaglia paga ?
E a dividere il grano dal loglio, a far sì che i grattapancia e i grattaculo non si sentano migliori perché più furbi, in rapporto a chi onestamente lavora e non perde tempo ?
Al Buttafuoc parla di tradizioni:
come quelle non riconosciute da quella Costituzione Europea, così già evirata in nascita, quando rinuncia alla sua stessa identità e provenienza, che è come pretendere che viva un fiore senza più radici.
O i Crocefissi, il Presepe, le campane, il Natale e ogni simile, che non hanno mai invaso la nostra parte laica o critica, ma testimone di una continuità, tra i nostri vecchi e i figli, loro eredi, per terra e storia.
Che chi entra in casa mia per spogliarmi, se ne ritorni al paese, che qui non ce lo voglio;
e chi resta, sia benvenuto perché arrivato da dove stava peggio, resta ospite, non proprietario,
e se tanto vuol essere poi cittadino, impari lingua e storia, gli usi e i costumi, che non si ama ciò che non si vuole comprendere ma, essendo egli nella mia dimora, non sono io a dover imparare prima di lui.
E quando dimostrato di non essermi nemico, sarà un piacere dirgli:
- «Benvenuto nella mia dimora, nel mio cuore...amico mio: ORA sediamoci, ti ascolto».
Caro Al Buttafuoc, lascia stare il prato del vicino e cura il tuo;
C'hai scritto un libro, sputando nel piatto, ma ti rispondo con una frase che hai già sentito:
- «Non chiedere quello che il tuo editore può fare per te, ma quello che tu puoi fare per il tuo Paese».
E smettila di pisciarti e pisciarci addosso !
Io, secondo me...24.11.2008
domenica 23 novembre 2008
In ricordo di un avversario galantuomo...
Caro Sandro,
io e te ci siamo abbeverati da fonti diverse, ma entrambi alla ricerca della limpidezza;
l'avvenire per te era un sole che mai si è acceso, ma alla ricerca della luce;
eri un galantuomo, e per questo, il mio rispetto, il mio ricordo e pure una preghiera, anche se, per i tuoi maestri, suonava come una fumata d'oppio sulle nari dei popoli:
non ti preoccupare, anche il mio Dio è stato rivoluzionario, e legge nei cuori dei giusti, non sulle tessere di partito.
Hai combattuto per ciò in cui credevi e non per il posto di capo, nella fattoria degli animali:
uno dei pochi puri, seppur io sempre sia convinto che hai sbagliato imbocco stradale;
e questo non lo dico perchè non ci sei più, che il rispetto mio non è gratuito, neppure per i morti, visto che son così selvatico da non impegnare nè l'una nè l'altra guancia;
qualcosa avrò pure io da farmi perdonare dal mio di Signore, ma mai sentendomi servo:
se questo fosse stato Suo volere, saremmo stati dalla stessa parte della barricata.
Riposa in pace, caro Sandro, che ti veglia un amico nell'umano essere, anche se nemico nel credo.
Giuseppe, il Fontana.
giovedì 20 novembre 2008
La coda del cane
Nemmeno il mio cane, che mi vuole bene, mena la coda per niente, figuriamoci la schiumarola taleban-qaedista.
Che Al Qaeda fosse razzista, come il dio e il profeta che si è cucito addosso, ad immagine e somiglianza, non avevo dubbio;
i giochi di potere sono così evidenti che solo un cretino può pensare vero che dietro ci sia una spinta spirituale, un credo assoluto, una "crociata della mezzaluna": quando si usa la spada invece della penna, la lama invece della predicazione, l'impalcatura del teatrino serve unicamente a raggiungere un controllo materiale del sistema.
L'uso della religione è come il bastoncino per Fido: si lancia per addestrare al riporto e gli si fa ciucciare l'osso all'obbedienza, mentre altri si spolpano la carne.
Rimane indubbio che, chi è nato per essere cane, da cane si comporta, e sempre si troverà qualcuno disposto a fare il lavoro sporco, avendone in premio avanzi e bucce.
Un coglione predisposto ad essere riempito di polvere da sparo o un tagliagole al prezzo di un biscotto si trova in ogni dove, come un cranio pieno d'aria, alla bisogna.
Quante rivoluzioni hanno poi cannibalizzato i loro stessi autori, i propri figli, che alla fine sarà come nel film "Highlander": ne resterà solo uno.
E via di purga, ad eliminare le scorie, prima che siano queste a farlo di te.
Jihad...cazzate !
Tutte le grandi minchiate - escluso solo la predicazione di Gesù - alla fine si sono dichiarate per quel che era la sostanza: la parodia de "La fattoria degli animali" - l'Animal Farm, il romanzo dello scrittore inglese George Orwell - dove le vittime, una volta presa la manovella del manovratore, non hanno potuto far altro che ripercorrere la strada, per arrivare ad essere carnefici, quando non fatto seguire la democrazia a teocrazia o dispotismo.
La mia vecchia insegnante di Storia, usava dire: dietro ad ogni crociata c'è "l'argent", l'argento, la palanca, il denaro e, quando questo satura, si passa all'ambizione e, alla fine - Et voilà ! - il POTERE, l'ubriacatura d'essere depositario della vita e della morte degli altri !
Bin Laden predica, ma è talmente poco motivato al martirio che se ne guarda bene dal solo far vedere ombra di sè, rischiare di prendere nel didietro un bel missile o essere sottoposto ad un sano spurgo: s'è scavato un buco di fogna e li è ancora a fermentare e fare fumi, assieme ai pidocchi di sua pelle e pelo.
Persino il suo tirapiedi, Ayman al Zawahiri, schifato, gli fa il cazziatone, che quando la fifa fa novanta si perde la faccia nello spedire altri al macello, a portare avanti il culo mentre la testa si mette il casco.
- «Ora scegli tu cosa vuoi fare ed assumiti le conseguenze delle tue scelte: come tu giudichi così sarai giudicato», rimbrotta il - per ora - sottopancia, al suo capo.
Come a dire: «Desciulati, che se proprio c'hai la tremarella "faso tuto mi, ghe pensi mi", faccio e ci penso io !»
Tradotto in politichese, nel gergo nostro: dai le dimissioni.
Sono due anni che non si fa vivo in alcun modo. Osama è tagliato fuori dalla gestione della cassa, se non per quella da morto.
A tacitare i cani che gli abbaiano attorno e leccano la mano, Ayman lancia il solito giochino:
- «Via le forze straniere dalle terre dei musulmani, basta ruberie dei nostri tesori e dall'ingerenza nei nostri affari !»
C'ha ragione: non ci fossero quei "rompiglioni" d'americani, a spezzargli le ossa, sarebbero già insediati in buona parte dei paesi dove, con il grimaldello del massacro, disordine e confusione, sarebbero già nelle stanze dei bottoni.
Sempre ad uso della cagnara, eccolo a far voce grossa, da pulce verso l'elefante:
- «Servo e schiavo NEGRO, cameriere dei bianchi» rinfaccia ad Obama, neo Presidente degli States;
- «Capo di una nazione blasfema, eunuco negro: per la prima volta nella storia la First Lady americana sarà una schiava negra».
Immagino come scricchiola e scatta la dentiera del Zawahiri, quanto gli si sposti l'assorbente di contenimento di sotto il pisello gocciolante, il tremore delle pieghe di una pelle floscia, che dondola e traballa come onda.
- «L'hanno pure rivelato al profeta Muhammad che il cuore di un negro è più rozzo di quello di un asino, che il termine generico per indicare quel colore è il prefisso abd, che significa, alla lettera, schiavo; se chiede, gli sia negata e nessuna intercessione varrà a farlo andare in Paradiso».
Non c'è dubbio, che meglio considera il suo, di profeta, di dio, di credo, di farina e lievito: unici impasti, ingredienti, frattaglie e fetenzìe per quella camera d’aria che portano sopra il collo;
Jihad...cazzate; la coda vibra come un diapason: il cane ha visto...le ossa !
Io, secondo me...20.11.2008
Che Al Qaeda fosse razzista, come il dio e il profeta che si è cucito addosso, ad immagine e somiglianza, non avevo dubbio;
i giochi di potere sono così evidenti che solo un cretino può pensare vero che dietro ci sia una spinta spirituale, un credo assoluto, una "crociata della mezzaluna": quando si usa la spada invece della penna, la lama invece della predicazione, l'impalcatura del teatrino serve unicamente a raggiungere un controllo materiale del sistema.
L'uso della religione è come il bastoncino per Fido: si lancia per addestrare al riporto e gli si fa ciucciare l'osso all'obbedienza, mentre altri si spolpano la carne.
Rimane indubbio che, chi è nato per essere cane, da cane si comporta, e sempre si troverà qualcuno disposto a fare il lavoro sporco, avendone in premio avanzi e bucce.
Un coglione predisposto ad essere riempito di polvere da sparo o un tagliagole al prezzo di un biscotto si trova in ogni dove, come un cranio pieno d'aria, alla bisogna.
Quante rivoluzioni hanno poi cannibalizzato i loro stessi autori, i propri figli, che alla fine sarà come nel film "Highlander": ne resterà solo uno.
E via di purga, ad eliminare le scorie, prima che siano queste a farlo di te.
Jihad...cazzate !
Tutte le grandi minchiate - escluso solo la predicazione di Gesù - alla fine si sono dichiarate per quel che era la sostanza: la parodia de "La fattoria degli animali" - l'Animal Farm, il romanzo dello scrittore inglese George Orwell - dove le vittime, una volta presa la manovella del manovratore, non hanno potuto far altro che ripercorrere la strada, per arrivare ad essere carnefici, quando non fatto seguire la democrazia a teocrazia o dispotismo.
La mia vecchia insegnante di Storia, usava dire: dietro ad ogni crociata c'è "l'argent", l'argento, la palanca, il denaro e, quando questo satura, si passa all'ambizione e, alla fine - Et voilà ! - il POTERE, l'ubriacatura d'essere depositario della vita e della morte degli altri !
Bin Laden predica, ma è talmente poco motivato al martirio che se ne guarda bene dal solo far vedere ombra di sè, rischiare di prendere nel didietro un bel missile o essere sottoposto ad un sano spurgo: s'è scavato un buco di fogna e li è ancora a fermentare e fare fumi, assieme ai pidocchi di sua pelle e pelo.
Persino il suo tirapiedi, Ayman al Zawahiri, schifato, gli fa il cazziatone, che quando la fifa fa novanta si perde la faccia nello spedire altri al macello, a portare avanti il culo mentre la testa si mette il casco.
- «Ora scegli tu cosa vuoi fare ed assumiti le conseguenze delle tue scelte: come tu giudichi così sarai giudicato», rimbrotta il - per ora - sottopancia, al suo capo.
Come a dire: «Desciulati, che se proprio c'hai la tremarella "faso tuto mi, ghe pensi mi", faccio e ci penso io !»
Tradotto in politichese, nel gergo nostro: dai le dimissioni.
Sono due anni che non si fa vivo in alcun modo. Osama è tagliato fuori dalla gestione della cassa, se non per quella da morto.
A tacitare i cani che gli abbaiano attorno e leccano la mano, Ayman lancia il solito giochino:
- «Via le forze straniere dalle terre dei musulmani, basta ruberie dei nostri tesori e dall'ingerenza nei nostri affari !»
C'ha ragione: non ci fossero quei "rompiglioni" d'americani, a spezzargli le ossa, sarebbero già insediati in buona parte dei paesi dove, con il grimaldello del massacro, disordine e confusione, sarebbero già nelle stanze dei bottoni.
Sempre ad uso della cagnara, eccolo a far voce grossa, da pulce verso l'elefante:
- «Servo e schiavo NEGRO, cameriere dei bianchi» rinfaccia ad Obama, neo Presidente degli States;
- «Capo di una nazione blasfema, eunuco negro: per la prima volta nella storia la First Lady americana sarà una schiava negra».
Immagino come scricchiola e scatta la dentiera del Zawahiri, quanto gli si sposti l'assorbente di contenimento di sotto il pisello gocciolante, il tremore delle pieghe di una pelle floscia, che dondola e traballa come onda.
- «L'hanno pure rivelato al profeta Muhammad che il cuore di un negro è più rozzo di quello di un asino, che il termine generico per indicare quel colore è il prefisso abd, che significa, alla lettera, schiavo; se chiede, gli sia negata e nessuna intercessione varrà a farlo andare in Paradiso».
Non c'è dubbio, che meglio considera il suo, di profeta, di dio, di credo, di farina e lievito: unici impasti, ingredienti, frattaglie e fetenzìe per quella camera d’aria che portano sopra il collo;
Jihad...cazzate; la coda vibra come un diapason: il cane ha visto...le ossa !
Io, secondo me...20.11.2008
mercoledì 19 novembre 2008
Se questa è una donna
Giuro che quando l'amica Barbara mi ha segnalato la notizia, per un attimo mi sono detto che, no, non poteva essere vero: non è normale, anzi, addirittura lo percepisco come atto contro natura;
so che c'è chi trova immensa goduria in giochi sado-maso e il godimento di chi offende è pari all'orgasmo di chi le busca, ma pensavo che la cosa fosse racchiusa nei recinti e nell'ombra delle camere da letto, negli scantinati e tra mura insonorizzate di Club Privè, nelle nature dei Dr. Jekyll e Mr. Hyde, nella piena libertà ed indipendenza degli individui di scegliere i piaceri che più aggradano, con regole accettate e parti complici.
Cazzi loro.
- «Resistenza significa che è lecito violare le donne israeliane».
L'avessi sentita da Bin Laden, suonerebbe naturale, come affermazione, visto il cervello grippato da sabbia del deserto, vecchia di millequattrocento anni;
ma no, chi l'ha sputata è - o somiglia - ad una donna: l'avvocato egiziano dottoressa Nagla Al-Imam !
La scempiaggine l'ha scatarrata e vomitata in una trasmissione sulla tv pan-araba Al-Arabiya, lo scorso 31 Ottobre.
Un bel suggerimento ai giovani arabi, quella di molestare sessualmente, in qualunque modo, ogni ragazza israeliana che incontrassero, in qualunque luogo come nuovo strumento di resistenza contro Israele.
Vedo che la minchiata è scivolata via senza gran chiasso, che se stessa cosa avesse detto un israeliano contro le palestinesi, saremmo ancora qui a riempire secchi di lacrime, a svuotare gli immensi bacini che quelli, i sottopancia e i leccaculo loro, avrebbero abbondantemente colmato con lucciconi da coccodrillo !
I casi sono due: o la Nagla Al-Imam non si considera donna, o il suo contrario, ovvero, che è l'ebrea a non esserlo, assumendola pari ad una bambola gonfiabile che trovi nei Sexi Shop e che "giovani arabi" la smettano di farsi solo seghe, mentali e non.
- «Si tratta di una forma di resistenza. Secondo la mia opinione, sono un bersaglio lecito per tutti gli arabi e non c'è niente di sbagliato in questo…»
Forse che, alla fine, è uno dei pruriti e dei sogni proibiti della nostra arrapata, che l'essere zompata con la forza già le procura umidità ?
Sì, deve essere così; quello che in psicanalisi si chiama "Transfer": fantasie infantili, conflitti sessuali con i genitori e contenuti relazionali che i pazienti spostano sul proprio analista.
Non posso fare ameno d'essere volgare, di provare disgusto per costei, addirittura un senso di schifo.
- «[...] loro violano i nostri diritti, loro "stuprano" la terra. Poche cose sono tanto gravi quanto lo stupro della terra».
Faccio sempre più fatica a capire e distinguere che quella che parla sia una donna, che santifica un atto dei più abominevoli verso il sesso che rappresenta, per quel che è;
non scorgo in lei neppure le fattezze di un essere che può definirsi - anche grossolanamente - "umano" e mi chiedo se questa è una donna o una rottamazione del genere a cui tutti noi dovremmo appartenere.
Questo abbietto essere ammette - n'è convinta - che
- «[...] la maggior parte dei paesi arabi non ha leggi contro le molestie sessuali. Pertanto, se le donne arabe sono bersaglio legittimo per gli uomini arabi, non c'è niente di sbagliato nel fatto che lo siano anche le donne israeliane».
Come dire: "Mal comune, mezzo gaudio".
Se tanto c'è in casa sua, giusto che crolli tutta l'impalcatura, come il tempio che teneva incatenato Sansone:
- «Si trombi l'ebrea come tutte noi !»
Affermo e confermo: Nagla Al-Imam è un sub-umanoide, e non provo vergogna nel dirlo, che le riconosco stessi diritti e considerazioni da lei applicate al prossimo femmineo:
«[...] le donne israeliane non hanno alcun diritto di reagire. I combattenti della resistenza non darebbero inizio una a cosa del genere, perché i loro valori morali sono molto più elevati [...] se accade, non hanno diritto di avanzare alcuna pretesa perché ciò non farebbe che trattarle alla pari: lasciate la nostra terra e noi non vi stupreremo. Sono due cose alla pari".
Spero anche tu sia a trovare ELEVATI valori morali, cara Nagla;
se proprio non saranno l'ombelico del mondo, staranno poco sotto, a farti stare sulla terra, alla pari...e patta.
Dei pantaloni.
Con tanto e tutto il mio disprezzo: 'fanculo !
Io, secondo me...19.11.2008
so che c'è chi trova immensa goduria in giochi sado-maso e il godimento di chi offende è pari all'orgasmo di chi le busca, ma pensavo che la cosa fosse racchiusa nei recinti e nell'ombra delle camere da letto, negli scantinati e tra mura insonorizzate di Club Privè, nelle nature dei Dr. Jekyll e Mr. Hyde, nella piena libertà ed indipendenza degli individui di scegliere i piaceri che più aggradano, con regole accettate e parti complici.
Cazzi loro.
- «Resistenza significa che è lecito violare le donne israeliane».
L'avessi sentita da Bin Laden, suonerebbe naturale, come affermazione, visto il cervello grippato da sabbia del deserto, vecchia di millequattrocento anni;
ma no, chi l'ha sputata è - o somiglia - ad una donna: l'avvocato egiziano dottoressa Nagla Al-Imam !
La scempiaggine l'ha scatarrata e vomitata in una trasmissione sulla tv pan-araba Al-Arabiya, lo scorso 31 Ottobre.
Un bel suggerimento ai giovani arabi, quella di molestare sessualmente, in qualunque modo, ogni ragazza israeliana che incontrassero, in qualunque luogo come nuovo strumento di resistenza contro Israele.
Vedo che la minchiata è scivolata via senza gran chiasso, che se stessa cosa avesse detto un israeliano contro le palestinesi, saremmo ancora qui a riempire secchi di lacrime, a svuotare gli immensi bacini che quelli, i sottopancia e i leccaculo loro, avrebbero abbondantemente colmato con lucciconi da coccodrillo !
I casi sono due: o la Nagla Al-Imam non si considera donna, o il suo contrario, ovvero, che è l'ebrea a non esserlo, assumendola pari ad una bambola gonfiabile che trovi nei Sexi Shop e che "giovani arabi" la smettano di farsi solo seghe, mentali e non.
- «Si tratta di una forma di resistenza. Secondo la mia opinione, sono un bersaglio lecito per tutti gli arabi e non c'è niente di sbagliato in questo…»
Forse che, alla fine, è uno dei pruriti e dei sogni proibiti della nostra arrapata, che l'essere zompata con la forza già le procura umidità ?
Sì, deve essere così; quello che in psicanalisi si chiama "Transfer": fantasie infantili, conflitti sessuali con i genitori e contenuti relazionali che i pazienti spostano sul proprio analista.
Non posso fare ameno d'essere volgare, di provare disgusto per costei, addirittura un senso di schifo.
- «[...] loro violano i nostri diritti, loro "stuprano" la terra. Poche cose sono tanto gravi quanto lo stupro della terra».
Faccio sempre più fatica a capire e distinguere che quella che parla sia una donna, che santifica un atto dei più abominevoli verso il sesso che rappresenta, per quel che è;
non scorgo in lei neppure le fattezze di un essere che può definirsi - anche grossolanamente - "umano" e mi chiedo se questa è una donna o una rottamazione del genere a cui tutti noi dovremmo appartenere.
Questo abbietto essere ammette - n'è convinta - che
- «[...] la maggior parte dei paesi arabi non ha leggi contro le molestie sessuali. Pertanto, se le donne arabe sono bersaglio legittimo per gli uomini arabi, non c'è niente di sbagliato nel fatto che lo siano anche le donne israeliane».
Come dire: "Mal comune, mezzo gaudio".
Se tanto c'è in casa sua, giusto che crolli tutta l'impalcatura, come il tempio che teneva incatenato Sansone:
- «Si trombi l'ebrea come tutte noi !»
Affermo e confermo: Nagla Al-Imam è un sub-umanoide, e non provo vergogna nel dirlo, che le riconosco stessi diritti e considerazioni da lei applicate al prossimo femmineo:
«[...] le donne israeliane non hanno alcun diritto di reagire. I combattenti della resistenza non darebbero inizio una a cosa del genere, perché i loro valori morali sono molto più elevati [...] se accade, non hanno diritto di avanzare alcuna pretesa perché ciò non farebbe che trattarle alla pari: lasciate la nostra terra e noi non vi stupreremo. Sono due cose alla pari".
Spero anche tu sia a trovare ELEVATI valori morali, cara Nagla;
se proprio non saranno l'ombelico del mondo, staranno poco sotto, a farti stare sulla terra, alla pari...e patta.
Dei pantaloni.
Con tanto e tutto il mio disprezzo: 'fanculo !
Io, secondo me...19.11.2008
martedì 18 novembre 2008
profeTauran
La chiesa di Don Abbondio è entrata nel gioco, ha organizzato un bell'incontro, attraverso il Pontificio Consiglio del Dialogo Interreligioso, con una mista armata Brancaleone del mondo cristiano e una manciata - se crusca o farina, vedremo - di quel musulmano.
D'ebrei, pur'essi gente del Libro, anzi, i primi, manco l'ombra.
Ah, già, dimenticavo: non c'è posto per loro, condannati dal quel sibillino, ipocrita e ambiguo condizionale, via di fuga per ignorare, trasformare ed accomodare granitica legge divina e farne polvere:
"[...] La vita umana è un dono preziosissimo di Dio ad ogni persona, dovrebbe essere quindi preservata e onorata in tutte le sue fasi".
Tarallucci e vino, seppure santo pure lui: facciamo tutto tra noi che - contiamoci - abbiamo la maggioranza dell'assemblea del condominio dell'intero globo terracqueo.
- «Testa o croce ?»
La testa è la nostra, così la croce da portare, ma sopra di noi, una volta che il "profeTauran" sarà elevato agli onori di chi apporrà il sigillo, a confermare che gli ultimi diventeranno i primi, grazie all'atto di sottomissione - comunque così capito - a cui assurge, per eccelso ed eccesso d'amore, "il Santo e amato profeta Maometto".
- «Dio non gioca a dadi», usava ripetere il fisico Albert Einstein;
lui forse no, ma il cardinale Jean-Louis Tauran l'ha fatto, ha perso, e la posta eravamo noi tutti !
- «Dio è intervenuto per guidare e salvare l'umanità in modo perfetto, molte volte e in molti luoghi, inviando profeti e scritture. L'ultimo di questi libri, il Corano...»
Ecco, gli ultimi, appunto: l'ordine della classifica e la Storia, si può riscrivere...in punta di spada, che è più veloce di quella di penna.
Nel tartufo del mio cane, il ricordo di un odore dura una vita intera: quando respira l'aria, permette alle molecole olfattive di depositarsi e di accumularsi, di rimanere "in riposo"nelle fosse nasali, colpire le regioni dei recettori olfattivi - dove le particelle sono disintegrate, concentrate e ricomposte - a farne memoria permanente, per uno, dieci, cento...millequattrocento anni, a marcare territori, poi riconosciuti propri, anche quando conquistati a forza e poi scacciati dalla stessa, che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Questo è il momento e il luogo sbagliato per lanciare segnali che sono letti in chiave di cedevolezza se non addirittura d'arrendevolezza, di subalternità se non servitù: stiamo rientrando tra i leoni e nelle catacombe, per vile comportarsi, trascinando appresso schiere d'innocenti che saranno a subirne umiliazioni e pelosa condiscendenza, quell'attenzione grezza e grossolana, concessa alla formica che ti attraversa la strada.
- «L'amore cristiano perdona e non esclude alcuno. Quindi include anche i propri nemici».
Vero, ma quando è concesso da chi, potendo, non affonda la spada. Non dall'impotente.
Il mondo è sconvolto da una ventata d'odio e intolleranza, presunzione e prevaricazione, d'assatanati ben armati e motivati, che della forza e non della predicazione fanno uso: ben di più sono ad accoppare i fratelli nella stessa fede, che si sono costruiti un dio e un profeta a misura, che lettura e interpretazione delle regole la fanno con le armi;
Fatto sparire i pochi "moderati", il resto è pecorame, che si muove e dirige dove lo mena il pastore di turno e, mentre il profeta dei cristiani è morto per loro, quell'altro se n'è ben guardato, visto che la fine era meglio, più facile e redditizio darla agli altri.
Un generale; solo un buon generale, un conquistatore, che ha pescato in quel che già c'era, l'ha rimaneggiato, mantenendo molti degli stessi personaggi e, godendo di avaro tempo, ha poi giocato di postille, a modificare e spostare bandierine secondo le necessità.
Il cardinale Jean-Louis Tauran è più avvezzo ad essere come Richelieu o Mazzarino: politico, sarto in bizantinismi, più vicino a Robespierre che a Gesù, ammiratore e portatore di teste alla ghigliottina, dove ci ha già messo attorno le sue di "tricoteuses", le popolane che al tempo della rivoluzione francese si mettevano in prima fila, davanti al palco della lama, e sferruzzavano lavori a maglia nell'attesa di veder rotolare le teste dei condannati a morte.
Quelle d'oggi sono a ricamare panni verdi, con falce e mezzaluna.
No, caro il mio Jean-Louis: specchietti e collanine prendili tu, che l'anello, più che al dito, ti sta meglio al naso così che, quelli che ti sei messo attorno, ti possano riportare comodamente alla loro, di stalla.
Bamba !!
Io, secondo me...18.11.2008
D'ebrei, pur'essi gente del Libro, anzi, i primi, manco l'ombra.
Ah, già, dimenticavo: non c'è posto per loro, condannati dal quel sibillino, ipocrita e ambiguo condizionale, via di fuga per ignorare, trasformare ed accomodare granitica legge divina e farne polvere:
"[...] La vita umana è un dono preziosissimo di Dio ad ogni persona, dovrebbe essere quindi preservata e onorata in tutte le sue fasi".
Tarallucci e vino, seppure santo pure lui: facciamo tutto tra noi che - contiamoci - abbiamo la maggioranza dell'assemblea del condominio dell'intero globo terracqueo.
- «Testa o croce ?»
La testa è la nostra, così la croce da portare, ma sopra di noi, una volta che il "profeTauran" sarà elevato agli onori di chi apporrà il sigillo, a confermare che gli ultimi diventeranno i primi, grazie all'atto di sottomissione - comunque così capito - a cui assurge, per eccelso ed eccesso d'amore, "il Santo e amato profeta Maometto".
- «Dio non gioca a dadi», usava ripetere il fisico Albert Einstein;
lui forse no, ma il cardinale Jean-Louis Tauran l'ha fatto, ha perso, e la posta eravamo noi tutti !
- «Dio è intervenuto per guidare e salvare l'umanità in modo perfetto, molte volte e in molti luoghi, inviando profeti e scritture. L'ultimo di questi libri, il Corano...»
Ecco, gli ultimi, appunto: l'ordine della classifica e la Storia, si può riscrivere...in punta di spada, che è più veloce di quella di penna.
Nel tartufo del mio cane, il ricordo di un odore dura una vita intera: quando respira l'aria, permette alle molecole olfattive di depositarsi e di accumularsi, di rimanere "in riposo"nelle fosse nasali, colpire le regioni dei recettori olfattivi - dove le particelle sono disintegrate, concentrate e ricomposte - a farne memoria permanente, per uno, dieci, cento...millequattrocento anni, a marcare territori, poi riconosciuti propri, anche quando conquistati a forza e poi scacciati dalla stessa, che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Questo è il momento e il luogo sbagliato per lanciare segnali che sono letti in chiave di cedevolezza se non addirittura d'arrendevolezza, di subalternità se non servitù: stiamo rientrando tra i leoni e nelle catacombe, per vile comportarsi, trascinando appresso schiere d'innocenti che saranno a subirne umiliazioni e pelosa condiscendenza, quell'attenzione grezza e grossolana, concessa alla formica che ti attraversa la strada.
- «L'amore cristiano perdona e non esclude alcuno. Quindi include anche i propri nemici».
Vero, ma quando è concesso da chi, potendo, non affonda la spada. Non dall'impotente.
Il mondo è sconvolto da una ventata d'odio e intolleranza, presunzione e prevaricazione, d'assatanati ben armati e motivati, che della forza e non della predicazione fanno uso: ben di più sono ad accoppare i fratelli nella stessa fede, che si sono costruiti un dio e un profeta a misura, che lettura e interpretazione delle regole la fanno con le armi;
Fatto sparire i pochi "moderati", il resto è pecorame, che si muove e dirige dove lo mena il pastore di turno e, mentre il profeta dei cristiani è morto per loro, quell'altro se n'è ben guardato, visto che la fine era meglio, più facile e redditizio darla agli altri.
Un generale; solo un buon generale, un conquistatore, che ha pescato in quel che già c'era, l'ha rimaneggiato, mantenendo molti degli stessi personaggi e, godendo di avaro tempo, ha poi giocato di postille, a modificare e spostare bandierine secondo le necessità.
Il cardinale Jean-Louis Tauran è più avvezzo ad essere come Richelieu o Mazzarino: politico, sarto in bizantinismi, più vicino a Robespierre che a Gesù, ammiratore e portatore di teste alla ghigliottina, dove ci ha già messo attorno le sue di "tricoteuses", le popolane che al tempo della rivoluzione francese si mettevano in prima fila, davanti al palco della lama, e sferruzzavano lavori a maglia nell'attesa di veder rotolare le teste dei condannati a morte.
Quelle d'oggi sono a ricamare panni verdi, con falce e mezzaluna.
No, caro il mio Jean-Louis: specchietti e collanine prendili tu, che l'anello, più che al dito, ti sta meglio al naso così che, quelli che ti sei messo attorno, ti possano riportare comodamente alla loro, di stalla.
Bamba !!
Io, secondo me...18.11.2008
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