giovedì 25 ottobre 2007

Bipedestre

Il "Bipedestre" è un bipede che usa i piedi, e non solo per camminare;
ci si appoggia, striscia la pianta, probabilmente ci mangia, scrive e tiene il giornale - rigorosamente a fumetti, che la lettura gli è impossibile, non tanto da scorrere ma da capire ! - si scaccola, talvolta si lava, s’appoggia, stringe le mani agli amici, s’appende al ramo per dormire, ci si gratta la schiena e...scalcia.

«Ma...quello lo fanno gli asini», direte voi.

Vero.
Quello è, almeno nella testa: nel lavorare anche il quadrupede lo supera, mentre il nostro, quando lo batte, batte la fiacca !

Mi verrebbe a pensare d’aver trovato il famoso anello mancante: il punto dove la forbice si apre, disponendo direzioni opposte tra quello che diventerà uomo da quel che resterà scimmia.
Non lo posso fare: l’avo peloso, per quanto, sarà sempre più intelligente, seppur animale, dalla bestia di cui andrò a raccontare e che, un occhio superficiale e sguardo distratto, andrebbe a catalogare nella nobile famiglia Homo e - peggio - pure Sapiens Sapiens !
Invece ha solo il nome con cui lo hanno battezzato dalla nascita e infilato nel branco: Sergi Xavier M.M.
Forse che M. M. era l’etichetta che lo classificava come Menomato Mentale ?

"Aggredisce immigrata: ventunenne spagnolo prende a calci sul metrò una minorenne sudamericana".

Fortuna che l’energumeno è pure scemo, e tanto: non s’avvede di quelle cose appese, che scambia certo per il fondo di bottiglie rovesciate;
con crudezza le telecamere filmano e passano ai posteri le gesta del nostro Bingo Bongo.

Spilungone, secco e con il testino rasato, pendolando e strusciando il dorso delle mani, entra nella carrozza;
all’orecchio ogni tanto porta quello che sembra il pacchetto delle batterie, ad accendere le poche lucine che ammiccano nel cervelletto grande come una noce, invece no: è il classico telefonino cellulare, da cui probabilmente riceve istruzioni per gestire quel cinematismo ameboide su peduncoli cigliati.
Seppure pochi, i suoi neuroni devono avere problemi nel cercare di toccarsi e procurare una scintilla di vita, a trasmettere un che di compiuto.

Il primitivo parla, gesticola, si siede, annaspa, afferra l’aria quasi a cercare una presa stabile, ma non trova la liana.

Si alza, si risiede, tarantola e trottola continuando ad emettere suoni gutturali che sicuramente la tecnologia del prodotto non riesce a tradurre in parole di senso compiuto, per la razza con cui s’è mischiato, avendone pelle, ma non travaso d’intelligenza evoluta.
La frustrazione deve essere al culmine: il sistema binario - montato tra orecchie, che fanno da distanziatori tra la caverna vuota portata sulle spalle - emette scariche d’insoddisfazione, che no, proprio il mondo non lo capisce.
E s’incazza…come una bestia.

La ragazza è lì, la fila vicina, dirimpetto.
Bingo Bongo è in preda ad una tempesta che, in quel cervello grande come un bicchiere, è terrificante.
Si alza, s’avvicina alla malcapitata, gesticola, urla improperi, sberleffa schiaffeggia e poi usa la parte più sviluppata, e con il piede tira un calcione alla poveretta, urlando: «Immigrante di merda, tornatene al tuo paese !».

Nessuno interviene, neppure lanciando noccioline o banane, a placare lo scimunito !

L’hanno preso e lo metteranno dietro le sbarre...prigione o giardino zoologico ?


Io, secondo me...25.10.2007

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