mercoledì 3 ottobre 2007

Poveri...in canna

«Avevo bisogno di soldi».

Beh, con i chiari di luna che ci sono credo sia diventato ormai ricorrente, un campanello tintinnante, un nuovo tormentone che percorre l’intera penisola.
Una volta le pecore si tosavano, e poi si attendeva che il lanoso pelo gli ricrescesse: oggi, dopo averci rasato per benino, passano con la pinzetta, ad estirpare persino l’ultimo pilucco, il più radicato !

«Ahi ! Ahi ! Ahi !».

Lungo tutto lo stivale dell’italiota sponda risuonano i lamenti di dolore di un popolo glabro, liscio e scartavetrato come una tavola sotto la levigatrice.
Povero Cristoforo, fuorviato da tanti messaggi ambigui, vittima del percepito, per cui «Chi vusa pusé la vaca l’è sua...chi urla più forte si prende la vacca !»;
come si voleva agisse, in un paese dove giusta legge emana verbo per cui, se sei povero in canna, puoi agire come i corpi speciali: accostarsi prudentemente alla porta di una casa popolare, piegare il ginocchio e sferrare il potente calcione che, abbattendo la porta, fa di te il diretto proprietario del loculo, facente garante le pezze che ti porti al culo ?

«Avevo bisogno di soldi»...Cristoforo è povero, e quindi reclama il proprio diritto alla sopravvivenza e l’orgogliosa qualifica di povero Cristo, anzi...Cristoforo.

E dove ci stanno i soldi, che lui, invece di occupare la casa, ha voluto occuparsi di questi ?
Ma è ovvio, no: in banca !
Detto, fatto: eccolo applicare il vecchio mestiere, dottorato in "esproprio proletario" o "autofinanziamento", e okkupare il Monte dei Paschi a Siena.
Sapendo d’avere a che fare con un prossimo violento, il nostro eroe s’era portato quattro pistole e parecchie munizioni, ma tanto non è bastato, che è degli sfigati finire male;
acciuffato e ammanettato, eccolo riportato all’ultimo domicilio conosciuto: quel carcere che lo aveva già ospitato per 17 anni.

Cristoforo Piancone, 57 anni, membro della direzione strategica delle vecchie Brigate Rosse, era in regime di semilibertà: condannato all'ergastolo per concorso in sei omicidi e due tentati omicidi, imputato per la strage di via Fani e la morte di Aldo Moro, sembra che facesse il bidello in una scuola a Torino e, di sera, dormiva nel carcere a Vercelli.

Mai pentito, mai ritrattato nulla: irriducibile, testardo e ostinato nel mantenere le proprie convinzioni.
Duro, cinico, crudele e violento quanto basta: "[...] un agente ha inseguito l’ex brigatista, che gli ha puntato contro la pistola, ma l'arma si è inceppata".
Per una volta il copione non è stato rispettato e non dobbiamo piangere l’ennesimo milite macellato, e una donna non è rimasta vedova grazie alla provvidenza divina, che ha dato una mano...nel grilletto.

Ora saremo a vedere i tanti Ponzio Pilato lavarsi le mani e spalmarsi di grasso d’anguilla, arrampicarsi sui vetri e gettarsi addosso l’un l’altro pallottole di sterco, che quelle per il poliziotto sono di piombo !
Spaccheranno il capello in quattro e, al posto della toga, useranno codici e codicilli per ammantarsi di verginità.
E pure si mostreranno offesi, tacciando la società d’essere forcaiola, che loro, nella maestà del ruolo, sono tesi al raggiungimento del recupero.

«Avevo bisogno di soldi».

Dei miseri bisogna avere rispetto, in special modo di quelli che sono poveri in canna...di pistola.


Io, secondo me...03.10.2007

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