mercoledì 23 gennaio 2008

Militi ignoti

Vogliamo un poco parlare di loro, a vedere quanto fanno e quanto potrebbero, militi ignoti nelle mani infantili di politicanti, che con loro ci giocano ancora, come quando erano bambini, credendoli soldatini di piombo ?
Invero, quelle erano le ultime e uniche guerre che i più, di una casta parassitaria, furono in grado di concludere gloriosamente, che per il resto neppure a Risiko ce la facevano a uscirne con dignità.

- «10 100 1000 Nassirya!»

Ve la ricordate questa, vero ?
"Bandiere che bruciano, si sciolgono. Quella d’Israele, quella degli Stati Uniti. La danza eccitata di ragazzi, sghignazzi e saltelli sotto gli obiettivi dei fotografi [...] ecco il verde Paolo Cento, ecco i vertici dei Comunisti italiani, Marco Rizzo e Oliviero Diliberto [...] anche il gonfalone di Marano, con il sindaco Mauro Bertini, che si rifiutò di intitolare una strada ai Martiri di Nassiriya".
Questo è quanto, preso a caso da uno dei tanti giorni d’ordinaria follia cui ci ha abituato una sinistra parte e compagni di merende, a codazzo e traino.
Uno per tutti: "Piero Bernocchi, gran capo dei Cobas, è costretto ad alzare la voce: «Hamas ? Ci sono momenti, in cui l’uso della violenza è inevitabile»".
La scuola di Mosca giustappunto magnificava il terrore quale purgante naturale per metabolismi stitici.
Nulla di nuovo, sotto il sol dell’avvenire.
Non per nulla, ai funerali dei ragazzi caduti, di un Pecoraro fu immortalato lo sghignazzo, mentre "barzellettava" con il compare a fianco.
Già allora la monnezza era a far cumulo !
Oggi, come al tempo del sacrificio dei nostri ragazzi, siamo a vedere a cosa si contrapponevano:
"Iraq. Si fa esplodere davanti ad una scuola elementare, a Baquba: i feriti sono quattro docenti e diciassette alunni, cinque dei quali in tenera età".
Capito ?
La "resistenza", memore che è meglio prevenire che curare, cerca di risolvere i problemi alla radice, tagliando prima della crescita.

- «Ci sono momenti, in cui l’uso della violenza è inevitabile».

Imperativo è che siano assicurati i ruoli e rispetto di copione: la pecora deve fare la pecora e il macellaio il suo mestiere.
Per questo che Israele deve tenere fede all’essere vivaio e allevamento di carne da cannone e da forno;

- «Incomprensibile l’atteggiamento verso Gaza»,

tromboneggia il pomposo pavone con baffino, il - per disgrazia ricevuta - ministro degli Esteri Massimo D’Alema

Da sempre quei pirlotti di Hamas, dopo avere trasformato Gaza in una caserma, hanno ridotto la cittadina di Sderot - per sua sfortuna "equivicina" - che il lancio di razzi ha butterata di crateri, come una luna con le fossette.
Per giusta rappresaglia, Israele ha tagliato per un quarto l’energia a Gaza, ma il governo di Hamas ha approfittato della mossa per tagliare l’erogazione all’interno, dichiarare inesistenti emergenze umanitarie, chiudere i forni del pane e dare così pretesto per denunciare i "crimini israeliani".
Ma come, dico io, non vale il famoso: " Ci sono momenti, in cui l’uso della violenza è inevitabile" ?
No, perché... la pecora deve fare la pecora e il macellaio il suo mestiere.
E poi, la Palestina è lascito eterno di Allah al popolo dell’Islam.
Ehi, scemotti, l’avete scambiato per un agente immobiliare, tenutario pure di case piene di vergini che dovrebbero sollazzare il pisello di quei deficienti che si fanno esplodere tra gli inncocenti ?
Rispetto, Perdio !...e per Dio.
Anche nella striscetta di Gaza l’equivoco equivicino avrebbe voluto mandare i soldatini, prima che Hamas ci avesse da fare a botte e cacciare i "fratelli" di Al Fatah.
Fortuna ha voluto che il destino gli scombinasse le carte, che già gli era riuscito di cacciare tanti militi a far da cuscinetto alla frontiera tra Libano e lo stato ebraico, andando a braccetto con i Kompagni Hezbollah che, innaffiando il territorio d’Israele con missili Katiuscia invece che Quassam, costrinsero la controparte a rispondere per le rime.
I figli di David ancora non capirono che il "Ci sono momenti, in cui l’uso della violenza è inevitabile" non fu per loro, che la pecora deve fare la pecora e il macellaio il suo mestiere.
I nostri soldatini sono serviti a far da tappezzeria e paravento, dietro cui i terroristi, "equivicini" al D’Alema, si sono ripresi dalle mazzolate e pesantemente riarmati.
E vorrebbero far ritirare quelli che fanno da barriera ai terroristi Talebani di Al Qaeda, in Afghanistan, ma erano buoni quelli allora impiegati in Iugoslavia e nel Kosovo.
Ora, questi poveri e bistrattati ragazzi, sono a difendere l’ultima frontiera: l’immondizia di Napoli;
forse torna buono il motto fascionero mussoliniano, per i fascirossi:
"La patria si serve anche facendo la guardia ad un bidone...d’immondizia".
Con l’appoggio di un poliziotto come Gianni, che facendo Di Gennaro come cognome, sarà il prossimo santo a cercare di...trasformare in liquido e liquame il sacchetto del pattume !
Poveri nostri soldati: militi ignoti, dal latino milite ignota;
diversi dal politico che, più che paternità è di "mater ignotae" ovvero...fijio de mignotta !


Io, secondo me...23.01.2008

Nessun commento:

Posta un commento