venerdì 4 gennaio 2008

Signore, ti prego...

- «Signore, ti prego, dall’alto dei cieli, in ricordo dei bei tempi delle piaghe d’Egitto, una sola ti chiedo: fai sparire i primogeniti; si, lo so che non c’è più il Faraone, ma vanto d’esser divini c’è ancora chi lo reclama, applicandone privilegi nel regno della Casta».

Mi genufletto, poggio la fronte sulla nuda roccia e continuo la lamentazione:

- «Per ragnetti e afidi delle piante c’ho la bomboletta d’insetticida; per zecche, pulci che prediligono il pelo c’è giusto rimedio e, con un poco d’impegno, si riesce pure a grattarli via...ma con questi, Signore misericordioso, non ci si riesce, che li hai creati con il culo a ventosa, per aderire meglio alle poltrone, l’apparato succhiatore peggio che delle sanguisughe e quello digestivo a sciogliere pure i sassi !»

Tra i fumi d’incenso, un dubbio s’insinua: neppure al buon Dio, con il suo diluvio, gli è riuscito di fare pulizia;
vuoi vedere che, pure per questi, anche Lui toccherà fare cilecca ?

Noi, comuni mortali, siamo ad affrontare alzata di tasse, Ecopass, pane e companatico, copertura per la pelle e i piedi e quelli, per far vedere che pure sono toccati dalle umane tragedie, ecco che subiscono del loro, d’aumento:
quello dello stipendio !

Con la media di quello che guadagna in un mese uno della Casta, un qualunque due di picche con famiglia camperebbe decorosamente per tutto l’anno !

Ho visto anziani girare per i mercati, quando questi stanno per sbaraccare, a rimestare nelle cassette dell’invenduto, a raccattare mele bacate e arance mezze passate: neppure i cani ormai infilano il muso in tanti avanzi !
Lavorando in banca ho il polso di una situazione che vede sempre più gente indebitarsi, non più ormai per l’effimero ma per la sopravvivenza, che tanti neppure arrivano più a fine del mese;
conosco genitori che s’affannano e si privano del loro, per nascondere ai figli la vergogna che provano nel non poter più comprare loro la cartella, l’astuccio, il telefonino o le scarpe griffate, come quelle del compagno più fortunato: cercare d’allontanare il calice amaro, il far percepire anzitempo all’amato figliolo che è figlio di suo padre, ma non...figlio di papà, come normalmente s’indicano i figli dei ricchi.

E la prole è pure sprezzantemente etichettata come "Bamboccioni" quando, nell’età adulta indugiano a restare con i genitori.
Bamboccioni...proprio come le mummie succiasangue che siedono perenni nei sarcofaghi della politica !

- «Signore, ti prego...»


Io, secondo me...04.01.2008

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