Se proprio ce ne fosse bisogno, ecco la riprova che al Corriere della Sera corrono cavalli di razza e Dario Fertilio ci da lezione.
Non c’è di meglio per vendere libri, guadagnare palanche, vedersi e far vedere alla mamma quanto siamo belli in fotografia, che giocare al complotto !
«L’11 settembre 2001, il crollo delle torri gemelle, non furono opera di Al Qaeda e Bin Laden ma un colossale inganno, architettato dagli Stati Uniti [..] l'inizio di una guerra [..] avvio di una strategia imperiale per la conquista del mondo».
Pensa tè, che una nazione - come per Israele - che campa del proprio, con il valore aggiunto dei propri cervelli che assicurano stabilità, una ragionevole qualità di vita e libertà dell’individuo, innovazione, possibilità - per chi le ha - di migliorarsi, capace di imporsi per doti naturali, questa nazione, dicevo, andrebbe ad impelagarsi in un conflitto estenuante e ai limiti dell’umana tollerabilità, per pura ricerca di un potere che già gli appartiene ?
La guerra è per chi non ha nulla da perdere, e tanto ha da ottenere dalle ceneri: per chi, morto per morto, è l’ultima spiaggia per risollevarsi e dare agli altri la colpa dei propri insuccessi, derivati da inettitudine.
E basta con la cazzata del petrolio: pure chi ci naviga deve avere chi lo compera, che altrimenti sarebbe alla fame, che altre e proprie doti non ha !
Questa ricchezza, da parte dei paesi che si sono trovati immersi senza meriti, ha permesso vivere di rendita, una cicalata alla «Meglio un giorno da leoni che cent’anni da formiche».
L’Iran è produttore e non raffinatore - che costa meno sudore riempire il barile che lavorare il prodotto - ma, al posto di costruire di quel che manca cerca la bomba atomica, dando chiaramente ad intendere dove vuole andare a parare.
«[..] strategia imperiale per la conquista del mondo...ma va a ciapà i ratt: è la mentalità del predone, del ladro, non di un imprenditore, e pertanto non è nella natura dell’America e neppure di Israele !».
Che se agli americani ( e a noi no ? ) fa comodo il petrolio iracheno, pure ai vicini, ad avere la corda per impiccarci !
E ai fighetti che sono abituati alla vita di agi che il prodotto - direttamente e non - gli permette di fare, che siano meno ipocriti, che se tanto non gli fornisse la paghetta rischierebbero di mutarsi in tanti Maso o Erika, che troppo sono usi a vivere nella bambagia per rinunciare ad un cuscino sotto il culo, che è facile fare i contestatori con i soldi fatti da papà e filosofeggiare con la pancia piena !
Che gli "iuessei" siano come uno caduto nel barile della melassa, invischiato, con strisce di collante che lo ancorano a terra, non fa testo: «Non avevano tenuto conto della tenacia dei "resistenti"».
«[..] un’equipe internazionale di scrittori, giornalisti, storici, filosofi, politici, professori d'università, scienziati, economisti e teologi annuncia al mondo l'inaudita novella: la versione ufficiale sull'11 Settembre è un falso».
Ottima granaglia da dare ai polli, a garantire tante uova di ritorno e riempirsi di denari il portafoglio !
Pure io ci metto qualcosa;
Bin LAden non esiste; Madrid, Londra, ameni luoghi di villeggiatura bombati: tutta opera degli americani !
Persino sul suolo iracheno: i resistenti sono comparse israeliane, come i bambini, le donne e i vecchi che scoppiano nei mercati.
Un’americanata: un mondo virtuale e fantasma di cartapesta, un film girato a Hollywood !
I diciannove sugli aerei che hanno centrato le torri erano stati stipati a forza e i palazzi sono caduti per «[..] il piazzamento di cariche esplosive e incendiarie».
«No, no» aggiunge un altro sapientino: «[..] si è trattato di un modo per bloccare il precipitare della Borsa che stava per crollare, ridando vigore alla domanda e avviando la ripresa dell'economia».
E se qualcuno aveva semplicemente dimenticato il gas aperto ?
Io, secondo me…28.08.2007
martedì 28 agosto 2007
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