giovedì 9 agosto 2007

Oro alla patria

«Io sono il gatto e lui la volpe, siamo in società, di noi ti puoi fidaaar !»;
chissà perché continua a rimbalzarmi in testa questo motivetto.
La storia dell’oro alla patria l’ho già sentita, raccontata dai miei nonni, e non certo in toni lusinghieri.
Per prudenza, braccialetti, collanine e l’anello di matrimonio, mio e di mia moglie, li ho nascosti, sotterrati, avvolti in carta oleata spalmata di citronella, efficace repellente, a sviare il raffinato fiuto dei segugi più capaci.
«[..] Se vieni con noi, ti porteremo al campo dei miracoli dove potrai sotterrare e seminare le tue monete».
L’abbiamo già fatto, con il "tesoretto", e siamo finiti sulla trasmissione "Chi l’ha visto ? " !
«[..] i migliori in questo campo, siamo noi...è una ditta specializzata, fa un contratto e vedrai che non ti pentirai».
Porca...miseria, hanno dato a credere che Berlusca ci aveva lasciato in braghe di tela: si sono trovati delle palanche all'attivo, già svaporate;
ora cicalano di raschiare il fondo del barile - nel nostro caso, di piluccare l'oro della Banca d'Italia - ad impegnare quel che resta, "grattando" i fondi, le riserve di lingotti d'oro : 2.450 tonnellate, per un valore corrente di 38 miliardi di euro !
Ed io che credevo che i lupi avessero perso pelo e vizio, dopo la prima Repubblica e la purga di mani pulite !
«[..] Non vedi che è un vero affare, non perdere l'occasione [..] non capita tutti i giorni...».
Il Pifferaio di Hamelin ci stordisce, mentre, piano piano, ci preparano la...trombata !
«[..] Avanti non perder tempo, firma qua, è un contratto, è legale, è una formalità...tu ci cedi tutti i diritti...»
Come no ? Ma il peggio è che, in cambio, neppure ci danno un piatto di lenticchie !
Ma dove cacchio è andato a finire tutto il maggior gettito, pelo e pelle che, dopo la tosa, abbiamo lasciato all'erario ?
Ussignur, mi viene un sospetto...
«Italiani, all’armi ! Mettiamo dei posti di blocco a Dongo, sulla riva occidentale del Lago di Como, che la storia si ripete e ci stanno fregando il portafoglio un’altra volta !».
«Vendiamo l’oro per ridurre il debito !», "Schioppa" la volpe e sibila il Prodigatto.
E poi, data la prima palettata per svuotare il mare, che facciamo: requisiamo i barconi di Lampedusa e ce ne andiamo in Libia, a pulire il parabrezza delle auto ?
Cristo santo, ma questi non solo lo dicono ma, peggio, lo pensano pure !
Guardate che la festa non ce la fanno solo alla partenza per le vacanze, aumentando subito tutto, dalla benzina, alle autostrade, fino ad un tanto il grammo per l’aria respirata; ora ci aspettano al rientro, momento migliore per stimolare il senso di colpa, a dirci: «Bambole, non c’è più una lira !».
In sottofondo, la canzone di Bobby Solo: «Non c'è più niente da fare, è stato bello sognare..».
Sono andato a prendere le sementi...prezzemolo, sedano, erba cipollina, insalatine...rosmarino, cicoria...
Come sarebbe a dire «A fare che ?».
Guardo fuori, sul balcone: c’è una generosa fioriera.
«Avete mai sentito parlare degli orti di guerra ?».
Parmalat, Cirio, Giacomelli, Bond Argentina...«Noi siamo il gatto e loro le volpi, siamo in società, di noi ti puoi fidaaar !».
«Che buco dobbiamo fare per sotterrare 2.450 tonnellate d’oro ?».

Io, secondo me...09.08.2007

Nessun commento:

Posta un commento